L’immagine e la realtà dell’ignoranza
L’ultima ma non meno importante dimensione dell’ignoranza del risparmiatore è quella sulle proprie capacità. C’è una tendenza delle persone, ripetutamente provata, a sovrastimare le proprie capacità in vari domini: dalla guida alla conoscenza della geografia, alle decisioni finanziarie. In un’indagine su un campione di risparmiatori italiani che ho condotto pochi anni fa avevo chiesto ai partecipanti di fare un’ autovalutazione delle proprie competenze e conoscenze finanziarie in una scala da 1 a 5 (5: conoscenza/competenza molto superiore alla media; 1: molto inferiore alla media). Allo stesso tempo avevo valutato la loro vera conoscenza ponendo loro otto domande specifiche con risposte multiple di cui una giusta e le altre sbagliate. Con le risposte ho quindi costruito una misura oggettiva di conoscenza finanziaria e ho comparato le due misure. Il risultato è sbalorditivo. In primo luogo, la stragrande maggioranza vede se stesso come superiore alla media e solo pochi si dichiarano ben sotto la media. Poiché per definizione non è possibile che la maggior parte ecceda la media, molti si sovrastimano. Fatto ancor più sbalorditivo, non c’è nessuna correlazione tra le due misure: chi pensa di essere molto competente e informato in materia finanziaria, nei test oggettivi non risulta migliore della media, la sua è solo immodestia. Viceversa i troppo modesti che sottovalutano le proprie competenze e conoscenze non sono oggettivamente da meno della media. Questo è un problema per due ragioni: perché le banche (seguendo la Mifid) classificano i risparmiatori in base ad autovalutazioni piuttosto che di misure oggettive di conoscenza, perché le decisioni sono prese in base alla falsa idea che abbiamo della nostra conoscenza, non sulla conoscenza effettiva. L’uomo combatte da secoli per prendere coscienza della propria ignoranza, come ci ricorda Socrate. Ciascuno può fare uno sforzo con un’ auto classificazione e verificando poi quanto si scosta da un test oggettivo.