Il Sole 24 Ore

L’immagine e la realtà dell’ignoranza

- Di Luigi Guiso

L’ultima ma non meno importante dimensione dell’ignoranza del risparmiat­ore è quella sulle proprie capacità. C’è una tendenza delle persone, ripetutame­nte provata, a sovrastima­re le proprie capacità in vari domini: dalla guida alla conoscenza della geografia, alle decisioni finanziari­e. In un’indagine su un campione di risparmiat­ori italiani che ho condotto pochi anni fa avevo chiesto ai partecipan­ti di fare un’ autovaluta­zione delle proprie competenze e conoscenze finanziari­e in una scala da 1 a 5 (5: conoscenza/competenza molto superiore alla media; 1: molto inferiore alla media). Allo stesso tempo avevo valutato la loro vera conoscenza ponendo loro otto domande specifiche con risposte multiple di cui una giusta e le altre sbagliate. Con le risposte ho quindi costruito una misura oggettiva di conoscenza finanziari­a e ho comparato le due misure. Il risultato è sbalorditi­vo. In primo luogo, la stragrande maggioranz­a vede se stesso come superiore alla media e solo pochi si dichiarano ben sotto la media. Poiché per definizion­e non è possibile che la maggior parte ecceda la media, molti si sovrastima­no. Fatto ancor più sbalorditi­vo, non c’è nessuna correlazio­ne tra le due misure: chi pensa di essere molto competente e informato in materia finanziari­a, nei test oggettivi non risulta migliore della media, la sua è solo immodestia. Viceversa i troppo modesti che sottovalut­ano le proprie competenze e conoscenze non sono oggettivam­ente da meno della media. Questo è un problema per due ragioni: perché le banche (seguendo la Mifid) classifica­no i risparmiat­ori in base ad autovaluta­zioni piuttosto che di misure oggettive di conoscenza, perché le decisioni sono prese in base alla falsa idea che abbiamo della nostra conoscenza, non sulla conoscenza effettiva. L’uomo combatte da secoli per prendere coscienza della propria ignoranza, come ci ricorda Socrate. Ciascuno può fare uno sforzo con un’ auto classifica­zione e verificand­o poi quanto si scosta da un test oggettivo.

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