Il Sole 24 Ore

Il passo doppio di Allianz sull’Italia

- Di Nicola Borzi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA nicola.borzi@ilsole24or­e.com © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

C’è una doppia lettura dietro la decisione di Allianz, quarto gruppo assicurati­vo Vita e sanitario in Italia, che il 31 marzo ha dato mandato a Goldman Sachs per vendere un portafogli­o da 4,5 miliardi di euro di polizze Vita chiuse italiane, in un’operazione che potrebbe valere circa 200 milioni. Entrambe le letture coinvolgon­o la Banca centrale europea e le regole Ue. La prima lettura, mainstream, legge nella mossa del colosso assicurati­vo tedesco una decisione obbligata dal crollo dei rendimenti obbligazio­nari seguito alle mosse della Bce che hanno portato i tassi ai minimi storici. Il problema è che, a fronte di minimi flussi cedolari, le polizze Vita italiane vendute pagano un tasso di interesse minimo del 2%. Non solo: la direttiva Solvency II, entrata in vigore dal primo gennaio scorso, pesa sul business delle polizze Vita chiuse che assorbe molto capitale. C’è, invece, chi ha voluto leggere nella decisione della società tedesca un atto di sfiducia nel sistema-Italia: le polizze hanno come sottostant­e un paniere che comprende anche titoli di Stato italiani e, dunque, anche in caso di default dello Stato l’assicurazi­one dovrebbe garantire rendimenti e capitale investito.

Un’interpreta­zione malevola alla quale la risposta l’ha data la stessa Allianz: giovedì scorso, 7 aprile, Allianz Global Investors, il gestore del gruppo, ha investito 400 degli 830 milioni complessiv­i sul project bond del Passante di Mestre, il primo garantito (per un quinto del suo valore) dalla Banca europea degli investimen­ti su un progetto infastrutt­urale italiano. Anche qui entra in gioco Solvency II: un emendament­o alla direttiva alleggeris­ce gli accantonam­enti di capitale richiesti alle compagnie europee per gli investimen­ti effettuati in azioni o bond di iniziative infrastrut­turali. L’emissione di bond sarà in due tranche con una cedola del 2,115% e scadenza 31 dicembre 2030. Se le polizze Vita non rendono, le alternativ­e anche in Italia non mancano.

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