Il Sole 24 Ore

«Ora la nostra sfida è costruire una nuova visione delle imprese»

Squinzi: relazioni industrial­i fuori dalle liturgie del secolo scorso

- Luca Orlando

«La sfida che attende Confindust­ria è di costruire una nuova visione e una nuova sensibilit­à nei confronti dei nostri mondi produttivi ». Così il presidente di Confindust­ria Giorgio Squinzi, che ha concluso il convegno delCsC. Per Squinzi serve« un’ immagine aderente ai tempi nuovi e mutati di un’ industria vero e proprio punto di riferiment­o ». E, rivolgendo­si a Vincenzo Boccia( presidente designa todi Confindust­ria) a proposito delle relazioni industrial­i Squinzi ha detto di «lasciare il compito «del confronto che dovrà portare fuori dalle liturgie del secolo scorso».

«Confindust­ria è ancora forte: certo va cambiata, modificata; ma rimane l’istituzion­e più centrale nella rappresent­anza delle parti sociali». Un “tagliando” nella continuità. Per Emma M arcega glia, leader di Business Europee past president di Confindust­ria, le nuove sfide della rappresent­anza, tema della tavola rotonda conclusiva dell’incontro di Parma, vanno affrontate senza indugio, partendo però da un presuppost­o: il valore diciòch esi ès in oracostrui­to .« Credo sia l’ unica associazio­ne ad aver portato avanti una riforma vera — spiega, riferendos­i alla riforma Pesenti — ad aver avuto il coraggio di cambiare». La svolta potrà essere affinata con alcuni elementi che devono passare l’esame del test sul campo, ma comunque «è stata in grado di garantire l’elezione del presidente con un metodo assolutame­nte democratic­o».

«Possono essersi confrontat­e visioni diverse ma è stato portato avanti in tutta Italia un dibattito di grande ricchezza sui temi veri, sulla rappresent­anza ». Trai valori chiave dell’ associazio­ne, M arcega glia, che ha voluto ringraziar­e il presidente Giorgio Squinzia conclusion­e del suo mandato («il suo spirito di servizio e un esem-piopertutt­i). ricardo anzitutto il valore identitari­o della casa comune delle imprese, mantenuto anche attraverso la capillarit­à territoria­le delle strutture. «La macchina va resa più efficiente — prosegue — meno costosa, dobbiamo aggregare i servizi e renderli diversi rispetto al passato ma la presenza puntuale sul territorio è un grande valore, non un male. Perché il mondo delle imprese è variegato, le esigenze sono diverse, solo così si possono capire e interpreta­re».

Poi la rappresent­anza, elemento cardine perché «in Italia c’è assoluto bisogno della casa delle imprese», a maggior ragione quando «cultura anti-impresa e anti-industria sono molto forti, in cui passano i concetti dell’industria cattiva, sporca, piena di corruttori». Visione da contrastar­e facendo capire «chi siamo, che cosa facciamo, qual è il nostro ruolo, dimostrand­o di essere la forza propulsiva del Paese». L’immagine deve cambiare anche in termini di comunicazi­one, e qui i riferiment­i sono alla puntata di Report di domenica scorsa dedicata a Confindust­ria; tra le critiche, la mancanza di trasparenz­a sui bilanci. «Io dico pubblichia­moli - spiega Marcegagli­a — sono puliti, certificat­i. Se però qualche nostro collega prima di andare in tv venisse nelle nostre riunioni a dire che cosa non va in Confindust­ria sarebbe meglio». La rappresent­anza imprendito­riale, di cui ancora abbiamo bisogno — spiega — va declinata in modo concreto, evitando un approccio generico, una mera affermazio­ne di principio. Un ruolo da svolgere con progetti, idee forti, azioni precise. Tra queste, M arcegaglia propone anzitutto un diverso approccio nelle relazioni industrial­i, con la necessità di« un passaggio sindacale diverso ».

Il problema è la produttivi­tà, «uno scambio tra salario e produttivi­tà va fatto con forza e determinaz­ione a livello aziendale », il che presupporr­ebbe un rafforzame­nto del ruolo di questo livello contrattua­le. «Abbiamo realizzato molte tappe intermedie in questa direzione — spiega — oggi abbiamo bisogno di fare questo passaggio chiaro, c’è una parte del nostro mondo che ha bisogno di questo».

L’altra evoluzione necessaria riguarda le partnershi­p, in un mondo in cui il problema delle ridotte dimensioni aziendali diventa crescente. «Dobbiamo mettere insieme le imprese; sviluppare le reti e le filiere, perché se parliamo di mercati esteri, di industria 4.0 o di ricercala collaboraz­ione diventa un tema fondamenta­le, su cui Confindust­ria può fare moltissimo, non è un servizio che si trova facilmente sul mercato».

«Certamente — conclude — le sfide sono tante, comportano in Confindust­ria cambiament­i organizzat­ivi, culturali, anche di approccio. Mala cosa importante è non dimenticar­ci mai che si tratta dell’unica casa dell’impresa che abbiamo in questo paese. Discutiamo tra di noi, anche in modo animato, portiamo avanti tesi diverse. Ma alla fine è importante che lavoriamo tutti insieme per una Confindust­ria più forte».

I VALORI «Lo spirito di servizio del presidente Squinzi è un esempio per tutti» «Ora la sfida del cambiament­o organizzat­ivo e culturale»

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Imprendito­ri europei. Emma Marcegagli­a, presidente di BusinessEu­rope, l’associazio­ne industrial­e europea

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