Il Sole 24 Ore

Più «soci» per il fondo-banche

Allo studio incentivi per favorire la partecipaz­ione al veicolo - Domani vertice con il Governo Padoan: istituti italiani capaci di risolvere da soli le criticità

- Marco Ferrando @marcoferra­ndo77

Oltre a Intesa, UniCredit, Ubi, tra i potenziali investitor­i del fondo per gli aumenti delleb anche ed egliNpl ci sono tutte le prime 13 banche: i ceo sono stati invitati domani al Mef, dove si studiano anche incentivi fiscali.

pNon solo Intesa Sanpaolo, UniCredit e Ubi, con Cdp e fondazioni. Tra i soggetti che dovrebbero entrare, da subito, nel fondo destinato a ricapitali­zzare (in caso di necessità) le banche in crisi e a sostenere le c arto larizzaz ioni degliNpl figura buona parte delle altre prime 10 banche italiane, più le principali compagnie assicurati­ve: domani si farà la conta, secondo quanto risulta a Il Sole 24 Ore, durante un incontro convocato perle 18 al Tesoro. Dove si illustrerà il progetto, le premesse e le finalità, ma anche le misure che ne accompagne­ranno il varo: secondo diverse fonti vicine al dossier,sarebbe in preparazio­ne un decreto contenente alcun enorme per l’ accelerazi­one del recupero crediti ma anche possibili incentivi fiscali per chi investirà nel fondo.

Domani sene saprà di più, anche perché i dettagli sarebbero ancora in via di definizion­e. Quel che appare certo è che la macchina procede spedita, e l’obiettivo - dopo l’incontro di domani - sarebbe quello di alzare il velo sul progetto al più tardi nella giornata di martedì, prima degli impegni all’estero che attendono sia il ministro P adoanche il premier Renzi.

Dopo gli approfondi­menti tecnicie il doppio confronto con la B ce e la Commission­e europea che ha visto coinvolti in prima fila Banca d’Italia e il nuovo rappresent­ante del Governo a Bruxelles Carlo Calenda, lo schema prevedereb­be la costituzio­ne di una Sgr chiamata a gestire due fondi, o in alternativ­a un singolo fondo con due comparti. Il primo a partire sarà quello dedicato agli aumenti di capitale, conl’ o biettivodi intervenir­e come backs topo compratore di ultima istanza nel caso in cui si andasse verso un’elevata quota di inoptato o verso multipli troppo bassi: primo test sarà l’aumento di Popolare Vicenza, al via il 18 aprile, dunque si partirà nei prossimi giorni. Successiva­mente si attiverà anche il secondo fondo o comparto: in questo caso, il target saranno le tranche junior dellec arto larizz azioni di crediti deteriorat­i delle banche, che nelle tranche senior saranno assistiti da garanzia pubblica, cioè le Gacs.

Per quanto riguardala dotazione di capitale, la cifra definitiva si conosceràs­oltanto quando tutti gli interlocut­ori contattati avranno dichiarato se e con quanto parteciper­anno. Da Intesa, Uni Credi te U bi, le prime a sedersi al tavolo con il Governo, Cdp e Bankitalia martedì scorso, si punta a raccoglier­e circa un miliardo e mezzo (UniCredit 500 milioni, un po’ di più da Intesa e un po’ meno da Ubi), mentre 500 milioni saranno richiesti a buona parte delle altre prime 10 banche del sistema, escluse naturalmen­te le potenziali beneficiar­ie degli interventi, cioè le venete, Mps e Carige. I ceo sono attesi domani in Via XX settembre, e quella saràl’ occasione per scoprire le carte. E lo stesso vale perle principali compagnie assicurati­ve, acui ieri è stato l’ invito formale all’incontro di domani, e le Fondazioni, da cui si attende un altro mezzo miliardo (ma non da CariVerona, che venerdì in cda ha escluso un intervento per lo meno in questa prima fase). Quel che manca per approdare a una prima soglia di 4 miliardi (oltre al debito) potrebbe arrivare dalla Cd po da investitor­i istituzion­ali. Si guarda ad esempio ad alt rifondi: ieri l’ Ansa ha riportatol’ intenzione di F or tress di sfilarsi dal dossier Vicenza, ma altri investitor­i istituzion­ali starebbero valutando di incanalare proprio lì parte dei propri investimen­ti.

All’operazione, effettuata con capitali privati, lo Stato contribuir­à in due modi. Cioè attraverso un doppio intervento normativo attesoa giorni, probabilme­nte il 18 aprile, sotto forma di decreto della Presidenza del consiglio. Un atto in fase di stesura suddiviso in due: da una parte ci potrebbero essere agevolazio­ni fiscali a copertura degli investimen­ti, che comunque - elemento non secondario - rispetto ai fondi destinati al salvataggi­o delle quattro banche saranno strumenti partecipat­ivi e non interventi a fondo perduto, cioè costi. La seconda parte riguarda alcune norme per l’ accelerazi­one del recupero crediti deteriorat­i destinate a essere prelevate dalla legge delega sulla riforma del diritto fallimenta­re e anticipate nell’entrata in vigore: obiettivo è ridurrei tempi di recupero del sottostant­e, inp articolare immobili facenti capo a imprese, dagli attuali otto a quattro annidi media. Nella consapevol­ezza che dimezzando i tempi si potrebbe dimezzare anche ilgap attuale trap rezzi di domanda e offerta negli Npl, con conseguent­i benefici per le banche che li hanno sui libri.

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Al lavoro. Bankitalia tra i protagonis­ti del cantiere per il piano-banche

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