Prima Industrie, laser-fibra e Cina per rilanciare la redditività
Si punta al ritorno sugli investimenti nel Paese del Dragone Nel 2016 Capex per 20 milioni - La spinta del Nord America
Concretizzare il ritorno sugli investimenti, in particolare in Cina. Poi: crescere nel segmento delle macchine a taglio laser, soprattutto grazie ai nuovi prodotti (ad esempio, il laser fibra). Sono tra le priorità del gruppo Prima Industrie per rilanciare i margini e spingere il business. Un’attività che, lo scorso anno, ha visto i ricavi salire e la redditività calare. Quest’ultima dinamica, a ben vedere, ha indotto dei dubbi nel risparmiatore. Preoccupazioni rigettate da Prima Industrie. La discesa dell’Ebitda, ma la considerazione è analoga per l’Ebit dove hanno impattato i maggiori ammortamenti legati ai nuovi impianti, è dapprima imputabile proprio ai più alti investimentiin ricerca e sviluppo (23,6 milioni nel 2015). Un effetto, è l’ indicazione, di breve dovuto alla strategia finalizzata alla crescita sul medio-lungo periodo. Cioè, il corretto orizzonte temporale per ogni gestione aziendale. Oltre a ciò, sottolinea sempre il gruppo, ci sono stati i costi non ricorrenti. Tanto che, epurando di tali effetti sia il Mol del 2015 che quello del2014,l’ E bit da adjust ed dello scorso anno è in linea con quello di due esercizi fa. Ciò detto, ricorda infine Prima Industrie, nel 2015 c’ è stato l’impatto negativo di alcuni mercati. Questi, però, da un lato sono da considerarsi variabili contingenti; e dall’altro rispetto ad alcuni di essi, tra cui a Cina, le prospettive sono di miglioramento. Quindi, conclude l’azienda, la dinamica dell’Ebitda e della redditività non è vista come un problema.
Concretizzare il ritorno sugli investimenti, soprattutto in Cina. Poi: crescere nel segmento delle macchine laser, soprattutto grazie ai nuovi prodotti( ad esempio,il Laser fibra ). Sono trale priorità del gruppo Prima Industrie per rilanciare la redditività e spingere il business.
La società, a ben vedere, suddivide la propria attività in due aree. Una è la divisione Prima Power. Cioè la progettazione e produzione di macchine, da una parte, adibite al taglio, saldatura e foratura industria ledi metal litri e bi-dimensionali; dall’altra, utilizzate nella lavorazione di lamiere (dalle punzonatrici fino alle piegatrici). La seconda divisione, invece, è rappresentata da Prima Electro. Vale a dire: lo sviluppo e costruzione, in particolare, di componenti elettronici, controlli numerici e sorgenti laser.
Ebbene proprio su quest’ ultimo fronte Prima Industrie gioca, per l’appunto, alcune sue carte. Dapprima c’è l’ avvio della produzione industriale, nel 2016, del proprio laser-fibra. Il gruppo fino a poco tempo fa acquistava la tecnologia da un fornitore esterno. Ora il nuovo laser sarà posizionato nei macchinari prodotti dal gruppo. Così a fine anno la previsione è che, tra le unità dotate della tecnologia con la fibra, oltre il 30% sfrutterà quella realizzata in casa. Per poi, nel medio periodo, arrivare ad una quota intorno al 70%.
Al di là delle singole percentuali c’è però una considerazione. La costruzione di un proprio laser-in fibra può creare tensione con il fornitore, inducendolo a vedere in Prima Industrie un concorrente. La multinazionale tascabile torinese si dice non preoccupata. In primis perchè i volumi complessivi venduti dovranno aumentare. Il che permetterà di mantener egli ordinativi in linea con quelli attuali. E non solo. La nuova tecnologia, da un lato, dà al gruppo un’ indipendenzaoperativa importante; e, dall’ altro, le offre la possibilità di crescere anche nel business dei ricambi di questa tipologia di prodotto.
Ciò detto, dopo il lancio nel 2014 della macchina laser 3D LaserNext (nel 2015 ne sono state consegnate circa 50 unità), la società punta inoltre su LaserGenius. Cioè, un avanzato macchinario per il taglio bi-dimensionale. Senza dimenticare, infine, le cosiddette macchine combinate in grado sia di realizzare la punzonatura che il taglio laser del metallo. Insomma, l’innovazione di prodotto è leva essenziale per spingere il business.
D’altronde Prima Industrie, nel periodo 2014-2018, ha previsto circa 35,7 milioni d’ investi menti strategici sia per l’ evoluzione tecnologicache i nuovi impianti. Nel 2015 i denari impiegati in Ricerca e Sviluppo son ostati 23,6 milioni (20,9 milioni nel 2014). Una somma che è valsa il 6,5% dei ricavi. L’impegno prosegue a questi livelli nel 2016? In valore assoluto le spesein R& D sono stimate in linea con quelle dello scorso esercizio. Il che, a fronte dell’atteso rialzo del fatturato, dovrebbe ridurre la cifra percentuale rispetto ai ricavi.
ICapex,dalcantoloro,sonoprevistiintornoa 20milioni.Diquesti6-6,5milionisonoadappannaggio della nuova sede centrale a Torino dove è previsto un’importante showroom. Circa altri 11 andranno negli esborsi capitalizzati dell’R&D. Il rimanente sarà ad appannaggio di diverse attività: dalla manutenzione d’impianti e macchinari fino all’It aziendale. Insomma, l’impegnosulfrontedegliinvestimentièneinumeri.
Tanto che altra priorità di Prima Industrie è quelladiportarearedditotaliesborsi.InparticolareinCina.NelPaesedelDragone,daunaparte, c’è stato infatti l’impegno sul nuovo impianto (avviato nel 2015) di Suzhou (Shangai) per la produzione di macchinari destinati al «mid market» locale. Cioè, il vasto business delle macchine di livello medio. E, dall’altra, si è affrontata la riorganizzazione della distribuzione con la suddivisione del Paese in 4 zone. È chiaro che,dopotaliimpegnicomplessiviper4,3milioni, il gruppo punti a vedere i frutti per, più in generale, rilanciare la redditività del gruppo.
Già, la redditività. Si tratta di un fronte che, con riferimento ai dati di bilancio del 2015, attira l’attenzione del risparmiatore. Nel complesso, lo scorso esercizio, Prima Industrie ha conseguito risultati a due velocità. I ricavi, infatti, si sono attestati a 364,5 milioni in crescita del 4% rispetto al 2014. L’Ebitda e l’Ebit sono invece calati. Ebbene: al di là della positiva dinamica del fatturato, il rallentamento della redditività induce dei dubbi. Cioè, il risparmiatore esprime la sua preoccupazione riguardo alla diminuzione indicata.
La società rigetta il timore. Il calo della redditività,èl’indicazione,nonpreoccupa.Ladiscesa dell’Ebitda, ma la considerazione è analoga per l’Ebit dove hanno impattato i maggiori ammortamenti legati ai nuovi impianti, è dapprima imputabile ai più alti investimenti in ricerca e sviluppo. Un effetto di breve dovuto alla strategia del gruppo finalizzata alla crescita sul mediolungo periodo. Cioè, il corretto orizzonte temporale per ogni gestione aziendale.
Oltre a ciò, sottolinea sempre il gruppo, ci sonostatiicostinonricorrenti.Tantoche,epurando di tali effetti sia il Mol del 2015 che quello del 2014, l’Ebitda adjusted dello scorso anno è in lineaconquellodidueesercizifa.Ciòdetto,ricorda infine Prima Industrie, nel 2015 c’è stato l’impattonegativodialcunimercatichehannopesato sulla redditività. Questi, però, da un lato sono daconsiderarsivariabilicontingenti;edall’altro rispetto ad alcuni di essi, tra cui la Cina, le prospettive sono di miglioramento. Quindi, conclude l’azienda, la dinamica dell’Ebitda e della redditività non è vista come un problema.
Finquialcuneconsiderazionisulleprospettive del gruppo. Quali però le dinamiche sul fronte dell’articolazione geografica della società? Nel 2015, guardando alle «slides» di presentazione dei risultati, si nota l’accelerazione del business in Emea. Le Americhe, il cui fatturato è riconducibilealNordAmerica,sonoinvecerimaste praticamente invariate.L’Asia-Paficico, infine, è calata. Una dinamica che prosegue nel 2016? La risposta è negativa. In primis, come già accennato, nell’anno in corso è prevista la rimonta della Cina. Nel Paese del Dragone, lo scorso esercizio, da una parte l’azienda ha generato circa 38 milioni di ricavi (rispetto ai 42 milioni del 2014). Dall’altra, un po’ per l’andamento negativo del mercato locale e un po’ per i costi di start up degli impianti, l’Ebitda generato in loco è rimasto in rosso. Adesso però le prospettive, anche in forza di un avvio d’anno con un buon portafoglio ordini, sono positive. L’obiettivo nel 2016 è arrivare a circa 50 milioni di fatturato con il Mol positivo. In tal senso l’Asia-Pacifico, trainata dalla Cina, dovrebbe fare bene.
Analogamente al Nord America. Qua, a ben vedere,moltiordinisonostatiraccoltinellaparte finale del 2015. Il che, al di là dell’impossibilità di iscriverli come ricavi lo scorso anno, costituisce una buona base di partenza per l’esercizio in corso. Un anno in cui Prima Industrie stima per il Nord America, anche grazie all’innovazione di prodotto, una forte crescita.
Già, forte crescita. È quella che ha caratterizzato il 2015 del Vecchio continente. In particolare è stato positivo l’andamento in Italia, Nord Europa, Germania e Spagna. Dinamiche che hanno più che controbilanciato la discesa in Russia. L’incidenza sul fatturato societario di quest’ultimo Paese è calata dal 6,3% di fine 2014 al3,7%del31dicembrescorso.Untrendche,seppure «ininfluente» sul saldo finale dell’Emea, fa storcere il naso al risparmiatore. Prima Industrie,purconsapevoledeldifficilecontesto,non condivide i dubbi. Dapprima ricorda che, seppureincalo,l’Ebitdadelsuobusinesslocaleècomunque positivo. Inoltre, seppure fare ipotesi è difficile, l’impressione è che il mercato possa avere toccalo il livello minimo. Con il che il 2016 in Russia dovrebbe andare meglio del 2015. Ciò detto Prima Industrie, rispetto all’evoluzione in generale dell’Europa, una crescita moderata.
A fronte di simili indicazioni sui singoli mercati quali, allora, le prospettive sull’andamento complessivo del 2016 di Prima Industrie? Il gruppo si attende il fatturato e la redditività in rialzo rispetto al 2015. Una doppia dinamicachecomportaqualieffettirispettoall’Ebitda margin? Su questo fronte, l’obiettivo indicato nella precedente “Lettera al risparmiatore” era di raggiungere la doppia cifra percentuale a fine 2015. Il che, per l’andamento della redditività in precedenza ampiamente spiegato, non è stato. L’azienda, allo stato attuale, prevede il target a fine 2016 di un Ebitda margin in doppia cifra o vicino ad essa.
SCENARI Nel 2015 ricavi in rialzo ma margini in calo Quest’ ultimo trend può destare timori La società: è l’ effetto di breve dovuto agli impieghi perla crescita nel medio periodo; inoltre c’ èl’ impatto dei costi non ricorrenti