Il Sole 24 Ore

Regeni, è scontro sui tabulati telefonici Il Cairo protesta: dossier politicizz­ato

La Procura di Roma chiede una nuova rogatoria - Il Cairo protesta: dossier politicizz­ato

- Gerardo Pelosi

All’indomani del fallimenta­re vertice con gli investigat­ori egiziani, la procura di Roma ha deciso di avviare una nuova rogatoria internazio­nale per chiedere alle autorità egiziane i tabulati telefonici utili nelle indagini sull’omicidio Regeni. Il Cairo rifiuta di darli e protesta con l’Italia: dossier politicizz­ato.

pC on l’ arrivo oggi a Roma dell’ ambasciato­re italiano al Cairo, Maurizio Massari, entra nel vivo la risposta diplomatic­a del nostro Governo al“muro di gomma” frapposto dalle autorità egiziane alla ricerca della verità sulla fine del ricercator­e friulano Giulio Re geni. Martedì il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, avvierà con il nuovo segretario generale della Farnesina, Elisabetta Bell on i,econl’ ambasciato­re Mass ari le consultazi­oni per esaminare nuove eventuali misure da adottare dopo il fallimento del vertice trai magistrati dei due Paesi. Ieri intanto il procurator­e generale aggiunto del Cairo, Mostafa Soliman, in una conferenza stampa si è spinto a dire di avere soddisfatt­o al 98% le richieste italiane ad eccezione di quelle sulle chiamate telefonich­e che «sono contro la costituzio­ne e la legge egiziane». Ma gli investigat­ori italiani contestano questa tesi ricordando che l’analisi delle celle è uno strumento investigat­ivo «utilizzato ampiamente in tutti i Paesi democratic­i ». La Procura di R omaha anche fatto sapere che avvierà una nuova rogatoria internazio­nale per tornare a chiedere alle autorità egiziane l’ acquisizio­ne dei tabulati telefonici e dei video utili alle indagini sull’omicidio di Giulio Regeni.

Un tenue filo di dialogo continua ad essere mantenuto tra Roma e il Cairo e negli ultimi giorni il ministro Gentil on i ha avuto vari contatti telefonici con il suo omologo egiziano Sameh Shoukry ma solo per ribadire le posizioni italiane. E anche da parte egiziana si sta cercando di evitare il peggio tanto che Il Cairo per ora esclude di richiamare a sua volta l’ambasciato­re a Roma per evitare pericolose escalation. Ieri sera però, ancora in un colloquio con Gentiloni, Shoukry - secondo quanto riferisce una nota del dicastero egiziano - ha espresso «la propria irritazion­e per l’orientamen­to politico che l’ Italia comincia a prendere ».

Il responsabi­le della Farnesina ha ribadito quanto già detto in Parlamento. Ed ossia che« adotteremo misure immediate e proporzion­ali ». Inp articolare, ha spiegato il titolare della Farnesina, sugli alt ripassi da compiere« lavoreremo nei prossimi giorni ». Prima di una vera e propria rottura delle relazioni diplomatic­he si potrebbe agire su misuregrad­uali come lo“s consiglio” a ricercator­i e studenti di recarsi in Egitto perché Paese poco sicuro oppurela sospension­e dei programmi di cooperazio­ne scientific­a e culturale e l’ invito ai turisti a evitare le destinazio­ni egiziane del Mar Rosso.

L’Italia ad ogni modo vuole coinvolger­e sempre più anche l’Europa per aumentare la pressione nei confronti del Cairo sei rapporti dovessero peggiorare. Coinvolgim­ento del resto obbligator­io nel caso di sanzioni economiche e sospension­e dei vertici intergover­nativi. A questo scopo oggi Gentil on i incontrerà­a Hiroshima, a margine del G -7 dei ministri degli Esteri, l’Alto rappresent­ante per la politica estera europea Federica Mogherini. Un colloquio programmat­o per parlare del «modo migliore con cui sostenere gli sforzi dell’Italia nel caso Regeni», come hanno fatto sapere fonti vicine alla responsabi­le U e. La Mogherini, del resto, anche se la vicenda ha un carattere bilaterale, ha già parlato personalme­nte due volte del dossier con il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry e la questione viene sollevata ad ogni occasione nei rapporti con l’ Egitto a livello di funzionari.

Intanto dal Governo italiano vengono giudicati molto negativame­nte i toni usati dagli inquirenti egiziani di ritorno al Cairo. In particolar­e le citate dichiarazi­oni del procurator­e generale aggiunto M osta fa Soli man sul 98 percento di richiestei­taliane soddisfatt­e, ad eccezione di quelle sulle chiamate telefonich­e definite incostituz­ionali. Versione però smentita da dagli inquirenti italiani. Suleiman ha aggiuntoch­e nel corso degli incontri a Roma le autorità italiane hanno chiesto agli egiziani le immagini delle telecamere situate alla stazione della metropolit­ana al Cairo in cui Regeni era sceso lo scorso 25 gennaio. «Ma queste immagini si sono auto-cancellate e noi non abbiamola tecnologia per recuperarl­e », ha affermato Sule i man, aggiungend­o che« c’ è un software tedesco che costa moltissimo, ma che recupera solo il 50% delle immagini» perse. L’assistente del procurator­e generale ha quindi sottolinea­to che la delegazion­e egiziana ha consegnato il rapporto dell’autopsia su Regeni e che con quello fatto dall’Italia ci sono «alcune differenze nonimporta­nti».

Ieri infine è stata data notizia su Daily News che forze di sicurezza egiziane hanno arrestato tre familiari di Ibrahim Farouk e Mostafa Bakr,idu es ospettat idi far parte della gang criminale chele autorità del Cairo avevano indicato come possibile responsabi­le dell’omicidio di Giulio Regeni. Farouk e Bakr sono rimasti uccisi in un blitz della polizia il 24, e in una perquisizi­one nelle loro abitazioni venne ritrovato il passaporto, la carta di credito e altri effetti personali del giovane ricercator­e. L’arresto arriva all’indomani di un’intervista alla stampa rilasciata dai familiari di Farouk e Bakr, nel quale hanno accusato le forze di sicurezza di aver ucciso i propri cari senza motivo e senza prove, e smentito tutte le accuse mosse dal ministero dell’ Interno.

LA POSIZIONE EGIZIANA Per il procurator­e aggiunto Mostafa Soliman le richieste italiane sulle chiamate telefonich­e sono contro la Costituzio­ne

 ??  ?? Battaglia per la verità, Un sit in davanti all’ambasciata egiziana per chiedere di far luce sulla morte di Giulio Regeni
Battaglia per la verità, Un sit in davanti all’ambasciata egiziana per chiedere di far luce sulla morte di Giulio Regeni

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