Davigo eletto alla presidenza dell’Anm
Piercamillo Davigo è stato eletto alla presidenza dell’Associazione nazionale dei magistrati. «Dialogo, ma pretendiamo di essere rispettati dalla politica».
«Non esistono Governi amici o nemici, ma dobbiamo pretendere il rispetto della nostra dignità». E poi, a proposito di Renzi: «quel “brr...che paura” non mi è piaciuto per niente». Se quello di Pier Camillo Davigo presidente dell’Anm sarà un anno vissuto pericolosamente si vedrà, intanto le avvisaglie di un ulteriore irrigidimento nei rapporti con l’Esecutivo ci sono tutte. L’ex “mente giuridica” di Mani Pulite, oggi in Cassazione e pochi giorni fa magistrato più votato (1.002 consensi) nella consultazione che ha tracciato i nuovi equilibri della magistratura associata, con uno spostamento a destra grazie al grande successo proprio della neonata componente di Autonomia e indipendenza fondata da Davigo dopo una scissione da Magistratura Indipendente, è stato eletto alla guida dell’Associazione nazionale magistrati dopo una lunga giornata di trattative. Che non ha avuto tanto per oggetto il suo nome, quanto piuttosto gli equilibri all’interno della giunta, per quest’anno e anche per i prossimi. Perché quella di Davigo sarà una nomina a orologeria: tra un anno la presidenza dovrà passare al rappresentante di un’altra componente e poi a un altro ancora, per tutti i 4 anni in cui sarà in carica l’attuale assemblea.
Un ritorno a quella prassi di rotazione che aveva caratterizzato precedenti stagioni e che non scandalizza Davigo. Anzi, puntualizza: «Ben venga - si schermisce - la rotazione alla carica di presidente. Sono anche abbastanza anziano da non volere restare a lungo. Credo nella turnazione anche in giunta». E il turn over, che dovrebbe riguardare anche i segretari (ieri è stato eletto il Pm romano Francesco Minisci di Unicost, mentre vicepresidente sarà il Pm milanese di Area, Luca Poniz), rende possibile il varo di una giunta unitaria come non accadeva da un decennio.
Ma è chiaro che la presidenza Davigo viene vista anche come occasione per un rinnovato protagonismo della magistratura, all’insegna di una linea più intransigente nei confronti di un Governo che ancora ieri, con l’intervento di Renzi alla scuola di formazione del Pd, non è stato tenero con le toghe. E il neopresidente Anm, tornando a quello scontro sul taglio delle ferie che due anni fa avviò la stagione delle tensioni, non si è nascosto: «È possibile che il datore di lavoro decida di ridurre le ferie senza nemmeno consultarci? E perché bisognafarcrederecheildisastro della Giustizia dipenda dalle troppe ferie dei giudici? Non è così e questo va detto con fermezza: noi lavoriamo tanto e bene».
Poi, citando un giudice inglese che era stato attaccato dal Governo per aver assolto un imputato dall’accusa di terrorismo, Davigo ha aggiunto: «È giusto che ci sia tensione tra potere politico e giudiziario. Non sono i Paesi dove si vorrebbe vivere quelli in cui le decisioni dei giudici hanno sempre l’approvazione del Governo».