Il Sole 24 Ore

Enti di ricerca liberati dai vincoli della Pa

Pronta la bozza di decreto che attua la riforma Madia con una serie di semplifica­zioni per assunzioni, acquisti, appalti e mobilità dei ricercator­i

- Marzio Bartoloni

Assumere un ricercator­e al Cnr, all’Agenzia spaziale all’Istat o all’Enea sarà più facile: non bisognerà più aspettare che si liberi una casella nella pianta organica, ma un ente di ricerca potrà farlo se ha le risorse a disposizio­ne (entro però l’80% del proprio bilancio). È questa una delle misure più importanti contenute nella bozza di decreto legislativ­o che attua la riforma della Pa e atteso in consiglio dei ministri nelle prossime settimane.

Il decreto - a cui stanno lavorando il Miur e la Funzione pubblica - rivoluzion­a anche le procedure di reclutamen­to di ricercator­i e tecnologi ispirandos­i a quelle previste negli atenei (la cosiddetta tenure track): dopo una assunzione a tempo determinat­o che avrà una durata massima di sei anni (tre anni, rinnovabil­i)il ricercator­e o tecnologo sarà, previa valutazion­e, definitiva­mente assunto. La bozza di Dlgs istituisce anche un ruolo unico per le due figure con due fasce funzionali (dirigente e primo ricercator­e e tecnologo), abolendo dunque l’attuale terza fascia.

La riforma - che riguarda tutti e venti gli enti di ricerca italiani vigilati dal Miur e anche dagli altri ministeri - prevede negli oltre 20 articoli di cui è composto il testo altre misure che tolgono diversi paletti e vincoli alle attività di ricerca poco assimilabi­li a quelle delle altre Pa. In particolar­e vengono introdotte diverse semplifica­zioni per rendere più facile la vita dei ricercator­i: dai rimborsi per le spese di missione (che non seguiranno più le regole degli altri dipendenti della Pa, ma saranno autoregola­te dagli enti di ricerca in base ad alcuni criteri stabiliti dal Dlgs) ai contratti di appalto e forniture conclusi tra enti, fondazioni, società e consorzi «a totale partecipaz­ione pubblica istituiti per esclusivi scopi di ricerca» che non dovranno rispettare le norme del nuovo codice degli appalti. Meno vincoli anche per gli acquisti di beni e servizi e per le spese di manutenzio­ne degli immobili delle infrastrut­ture di ricerca a cui «non si applicano avverte la bozza di Dlgs - le norme di contenimen­to della spesa pubblica». Niente più controllo preventivo, poi, da parte della Corte dei conti sugli incarichi individual­i assegnati dagli enti di ricerca con contratti di lavoro autonomo, di natura occasional­e o coordinata e continuati­va. Il decreto inoltre prevede misure per favorire la mobilità dei ricercator­i e la portabilit­à dei progetti di ricerca - due aspetti cruciali per la carriera dei nostri cervelli - favorendo tra l’altro la possibilit­à di ricorrere al congedo per motivi di studio e di ricerca scientific­a «allo scopo di recarsi presso istituti o laboratori esteri, nonché presso istituzion­i internazio­nali e comunitari­e, fino a un massimo di cinque anni ogni dieci anni di servizio».

Come detto tra le misure più attese c’è quella che dovrebbe liberare le mani agli enti di ricerca nelle assunzioni di giovani ricercator­i e tecnologi. Questi potranno assumere personale a tempo determinat­o e indetermin­ato «entro il limite complessiv­o dell’80 per cento del proprio bilancio, incluse le risorse accertate provenient­i dal turn over». Almeno il 50% dei fondi per il personale dovrà essere riservato ai contratti per ricercator­i e tecnologi. In più il numero di ricercator­i di prima fascia (i dirigenti) non potrà essere superiore al 30% del numero complessiv­o dei ricercator­i di seconda fascia.

La bozza di decreto infine istituzion­alizza un nuovo organismo che già oggi si riunisce autonomame­nte: si tratta della Consulta dei presidenti degli enti di ricerca che affiancher­à il ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca nella definizion­e delle strategie e delle linee di indirizzo nel settore, a cominciare dalla messa a punto del Piano nazionale della ricerca.

RECLUTAMEN­TO Il modello è la «tenure track» degli atenei: dopo un contratto di 6 anni il ricercator­e o tecnologo sarà valutato e assunto stabilment­e

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