Imprese, migliorano le prospettive ma con qualche incertezza in più
Sulle aspettative di crescita e inflazione pesa il quadro macro, meglio l’occupazione
Il barometro della crescita resta sul bello, ma con qualche abbassamento di pressione, si potrebbe dire parafrasando il meteo, rispetto a tre mesi fa.
È quanto emerge dall’ultima indagine trimestrale Il Sole 24 Ore-Banca d’Italia sulle aspettative di inflazione e crescita, realizzata tra il 1° e il 16 marzo 2016 su un panel di 1000 imprese con almeno 50 addetti, dell’industria in senso stretto, dei servizi e delle costruzioni.
Tra gli imprenditori restano largamente prevalenti (si tratta del 70 per cento degli intervistati) i giudizi di stabilità per quel che concerne la situazione economica generale. Se si guarda, però, al saldo netto fra ottimisti e pessimisti, cioè alla differenza fra quanti vedono la situazione migliorata e quanti ritengono che vada peggio, si vede che lo scarto positivo si è ridotto al 5,4%(tre mesi fa era al 12,5%, a settembre scorso era al 25,9%). Il sentiment delle aziende sembra dunque registrare abbastanza fedelmente le maggiori inquietudini del contesto macroeconomico internazionale, quelle che verranno ritratte anche nell’ormai imminente World economic outlook del Fondo monetario internazionale (le nuove previsioni saranno presentato a Washington martedì prossimo) che non a caso, nei suoi suggerimenti di policy, continua a raccomandare all’Europa riforme che comportino anche uno stimolo fiscale, come la detassazione del costo del lavoro. Secondo l’indagine Il Sole 24 Ore-Banca d’Italia, inoltre, continua a ridursi anche la probabilità media assegnata a un miglioramento economico (oggi è pari al 15,6% mentre era al 17,5% nell’ultima rilevazione).
Del resto, il peggioramento del quadro internazionale ed europeo, in particolare, è all’origine anche della revisione all’ingiù della crescita prevista per l’anno in corso contenuta nel Def(il target del governo per quest’anno è ora +1,2 per cento e non più 1,6).Tuttavia, se dal generale si passa al particolare, i toni delle risposte cambiano: sulle prospettive della domanda dei propri prodotti le imprese segnalano un miglioramento consistente (il saldo netto positivo è a 25,3 punti percentuali contro il precedente 14%). E si confermano favorevoli, in lieve aumento rispetto al sondaggio dello scorso mese di dicembre, anche i giudizi sulla domanda estera, con attese in ulteriore schiarita per i prossimi tre mesi. Leggermente migliori rispetto allo scorso trimestre risultano anche le condizioni operative delle aziende: i fattori positivi sono, come si sa, il basso prezzo del petrolio, il recupero della domanda e condizioni di credito più favorevoli. Resta però l’incognita, nelle segnalazioni delle imprese, dell’incertezza imputabile a «fattori economici e politici» mentre è venuto meno l’effetto positivo dovuto alla dinamica del tasso di cambio, un fattore a favore che invece era stato di una certa entità nelle ultime tre rilevazioni.
Il 48,3% delle imprese prevede inoltre una spesa costante per investimenti nel 2016 mentre continua a migliorare, anche se lentamente, il quadro delle condizioni di accesso la credito. Vanno meglio anche le aspettative delle aziende sul fronte dell’occupazione: la quota di chi prevede una crescita degli addetti nel prossimo trimestre appare in rialzo soprattutto nel Centro Italia.
SALDO IN CALO La differenza tra ottimisti e pessimisti scende al 5,4%, migliorano i giudizi sulla ripresa della domanda interna ed estera