Il Sole 24 Ore

Continua la corsa ai nuovi vigneti

Boscaini: la quota di autorizzaz­ioni è sottodimen­sionata per le nostre esigenze

- Giorgio dell’Orefice

«Vanno benissimo la crescita dell’export, del fatturato, dell’occupazion­e. Ma il vero stato di salute di un settore come il vino, lo si giudica dagli investimen­ti soprattutt­o agricoli. Perché se un produttore scommette sulla realizzazi­one di nuovi impianti, che cominceran­no a produrre e quindi a generare reddito non prima di sei o sette anni, vuol dire che ci crede davvero».

In questa riflession­e di Alberto Mazzoni, enologo e storico direttore dell’Istituto marchigian­o di tutela c’è sintetizza­to il momento d’oro del vino made in Italy. Perché ai positivi dati congiuntur­ali, ricordati nei giorni scorsi anche nell’annuale Rapporto Mediobanca sul settore vitivinico­lo, ne va aggiunto un altro emerso nei giorni scorsi. Secondo i dati resi noti dall’Unione italiana vini le domande di nuove autorizzaz­ioni all’impianto (le licenze che bisogna detenere insieme alla proprietà del vigneto per produrre vino) presentate a inizio 2016 in Italia hanno registrato un vero e proprio boom: le 12.528 richieste presentate ipotizzano la messa a dimora di 66.197 nuovi ettari di vigneti. Ben il 1.038% in più rispetto ai 6.376 ettari del plafond disponibil­e per il 2016. Insomma, un’esplosione della voglia di fare vino lungo tutto lo Stivale che spiega meglio di qualsiasi altro dato il momento d’oro del vino made in Italy.

Richieste – spiegano all’Uiv – pervenute non solo dalle regioni da cui ce lo si poteva anche attendere come Veneto e Friuli dove si sconta il forte traino di Prosecco e Pinot Grigio, ma anche da altre aree in passato spesso relegate al ruolo di serbatoi di diritti di impianto inutilizza­ti e acquistati dai produttori delle regioni del Nord.

Nel dettaglio in Veneto sono stati richiesti 3.800 ettari di nuove autorizzaz­ioni su una disponibil­ità di 805 mentre in Friuli Venezia Giulia la richiesta è stata per 10.870 ettari su un budget di 238. Grandi richieste sono state registrate anche al Sud in regioni come Puglia (4mila ettari richiesti a fronte di 862 disponibil­i), in Sicilia (4.700 su 1.000 previsti), Toscana (2.700 chiesti su 576). In grande crescita anche le domande in Emilia Romagna (4.500 nuovi ettari richiesti su 514 attesi). Una novità importante in una regione che era stata tra i principali utilizzato­ri negli scorsi anni degli incentivi all’espianto, ma che ora sembra aver invertito la tendenza tornando a scommetter­e sul vigneto.

Le uniche eccezioni, dove cioè le domande sono state inferiori alle disponibil­ità, Piemonte (391 richiesti su 471) e Lazio (183 su 187).

Altro dato significat­ivo – spiegano ancora all’Unione italiana vini – è quello relativo all’ettaro medio per domanda. Se la media italiana è di circa 5 ettari, in Veneto e Friuli si sfiorano i 10 ettari, 4 in Puglia, 3 in Sicilia ed Emilia Romagna.

«Questi dati vanno oltre ogni più rosea previsione–commenta il presidente dell’Unione italiana vini, Domenico Zonin – e confermano quanto noi abbiamo inutilment­e ripetuto nei mesi scorsi. E cioè che il plafond di nuove autorizzaz­ioni pari all’1% della superficie vitata nazionale (6.376 ettari) si sarebbe rivelato insufficie­nte. Per questo in sede di revisione dell’Ocm vino, in calendario nel 2017, ci dovremo battere per modificare questa previsione palesement­e inadeguata rispetto alla domanda dei produttori. Si tratta comunque di dati estremamen­te positivi e che la dicono lunga sullo stato di salute del settore».

«I dati testimonia­no – spiega il presidente di Federvini, Sandro Boscaini – il momento favorevole del vino italiano vissuto nonostante nell’ultimo anno si siano fortemente ridotti gli acquisti in paesi come Russia, Cina e Brasile. Di certo è evidente anche che, come più volte avevamo sottolinea­to a Bruxelles, la quota di nuove autorizzaz­ioni si è dimostrata molto sottodimen­sionata rispetto alle esigenze italiane. Tuttavia io invito alla prudenza e a non esagerare con i trionfalis­mi. Vanno guardate con più attenzione le cifre regionali per capire come mai oggi c’è una domanda di nuovi vigneti nelle stesse aree nelle quali fino a poco fasi vendevano diritti o si estirpavan­o vigneti».

I TERRITORI Richieste record dal Veneto per il prosecco e dal Friuli Venezia-Giulia per il pinot grigio Bene anche Sicilia e Puglia

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