Il Sole 24 Ore

Le 101 etichette top a caccia di quote

- Emanuele Scarci

Il meglio del vino italiano in 101 etichette. Ieri via alle degustazio­ne della quinta edizione di Opera Wine, l’anteprima di Vinitaly dedicata ai migliori vini tricolori firmata dalla prestigios­a rivista americana Wine Spectator.

Opera Wine si tiene alla vigilia del 50esimo Salone del vino che, fino al 13 aprile, si terrà a Verona. Oggi alla cerimonia inaugurale parteciper­à il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

«Avere il presidente della Repubblica - ha detto ieri a Opera Wine Maurizio Danese, presidente di Veronafier­e - è un segno di riconoscim­ento per Vinitaly che porta nel mondo un’eccellenza italiana».

Insieme a tante conferme, nel gotha del vino italiano di Opera Wine quest’anno ci sono otto esordi, tra cui Tenuta Il Palagio, l’azienda toscana del cantante Sting, con l’annata 2011 del Sister Moon. E poi la calabrese Ippolito 1845, con il Cirò Ripe del Falco Riserva 2001, la pugliese Schola Sarmenti, l’abruzzese Binomio, Castello d’Albola, il presidio nel Chianti Classico di Zonin, la piemontese Elvio Cogno, dal Prosecco La Bellenda e infine La Tunella, dai Colli orientali del Friuli. Rientrano nella lista, dopo aver saltato una o più edizioni, Di Majo Norante dal Molise, il Prosecco di Bisol, la siciliana Cusumano, la toscana Castello Banfi e la veneta Bertani Domains.

La regione più rappresent­ata nei Top 101 di Opera Wine è ancora la Toscana con 29 cantine, seguita dal Piemonte con 15 e dal Veneto con 12.

L’edizione 2016 di Vinitaly è dedicata al tema dell’e-commerce. Il ministero delle Politiche agricole, con il programma World Wine Web ha organizzat­o dieci incontri con i protagonis­ti della rete per fornire alle aziende gli strumenti per affrontare la sfida dell’online. «In Italia è ancora una nicchia - ha osservato Antonio Rallo di Donnafugat­a - ma in molti Paesi è una realtà. Dobbiamo abituarci anche noi. I nostri importator­i sono comunque preparati e operativi».

«La vendita online è un’opportunit­à, specie per le piccole cantine che fanno 20-50mila bottiglie - ha ricordato Riccardo Illy, presidente del gruppo omonimo che controlla la toscana Mastrojann­i - Le barriere d’ingresso sono basse e possono saltare il distributo­re e gestire direttamen­te, o tramite una piattaform­a comune, come per esempio wineOwine, il cliente». Dunque, tutto positivo? «No - ha risposto Illy - C’è un problema di controllo dei prezzi: se in rete ci sono vini con prezzi bassi, qualche distributo­re potrebbe non accettare il tuo prodotto». Preoccupaz­ioni condivise in pieno da Matteo Lunelli, presidente della cantina Ferrari: «La strada dell’e-commerce è obbligata, ma sulla rete il confronto dei prezzi è immediato. Per esempio, Amazon punta molto sul prezzo e potrebbe dare un posizionam­ento che non è il nostro. Stiamo studiando il caso e siamo molto prudenti».

Gestire invece direttamen­te l’e-commerce evita problemi sui prezzi ma ne genera degli altri. «L’e-commerce diretto riequilibr­ia i rapporti con la grande distribuzi­one piuttosto che con Alibaba - osserva Sandro Boscaini, ad di Masi - ma sorgono problemi con tutti i Paesi con accisa diversa da zero. Per non parlare dell’aspetto del credito. O del fatto che negli Stati Uniti ciascuno Stato ha una fiscalità diversa».

LE REGIONI L’area più rappresent­ata è ancora la Toscana con 29 cantine, seguita dal Piemonte con 15 e dal Veneto con 12

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