Il Sole 24 Ore

UnipolSai muove su Bper, acquisti fino al 5%

Il gruppo, che ha un’alleanza industrial­e in Arca Vita, punta a rafforzare l’intesa con una partecipaz­ione azionaria

- Laura Galvagni

pLa partita per il riassetto, seppure parziale, del sistema bancario italiano è in pieno svolgiment­o. La trama è complessa ma il finale, se ben scritto, potrebbe regalare qualche soddisfazi­one a chi oggi decide di giocare le proprie carte. È in quest’ottica, dunque, che vanno lette le riflession­i che il gruppo Unipol ha deciso di aprire sul tema. Le valutazion­i vanno ben al di là della partecipaz­ione o meno al maxi piano voluto dal governo Renzi per mettere in sicurezza gli aumenti di capitale degli istituti in fase di rilancio. Già prima che la questione diventasse d’attualità la società ha iniziato infatti a muoversi e lo avrebbe fatto seguendo due direttrici specifiche. La prima porta assai vicino a casa e chiama in causa Bper. Unipol ha una partnershi­p consolidat­a con la Popolare dell’Emilia Romagna. Da tempo sono socie, con la compagnia assicurati­va azionista principale, di Arca Vita (63,39% Unipol, 19,67% Bper, 14,84% Popolare di Sondrio e 2,1% altri). Una realtà in forte ascesa negli ultimi anni, grazie anche all’importante contributo di Bper. Basti pensare che nel 2014 il canale bancario ha assicurato una raccolta netta positiva di 939 milioni, con l’istituto che ha raccolto 620 milioni pari a un risultato di raccolta netta di 481 milioni. L’asse, dunque, funziona. Di qui l’idea di rafforzare l’intesa, magari anche scommetten­do su una potenziale prossima partecipaz­ione della banca al risiko bancario. Ecco perché Unipol avrebbe deciso di ritagliars­i una piccola posizione da azionista di Bper. Risulta infatti che il gruppo stia lavorando per mettere in portafogli­o una partecipaz­ione rilevante, di certo superiore al 2% seppure inferiore al 5% del capitale. Sulla carta si tratterebb­e di un investimen­to compreso tra i 60 e i 100 milioni di euro e che darebbe alla società guidata da Carlo Cimbri la possibilit­à di tenere sott’occhio l’accordo e di guardare con attenzione al rimescolam­ento delle carte nel comparto del credito avendo per giunta un punto d’osservazio­ne privilegia­to. Ciò sarà ancor più vero se andrà in porto anche il secondo progetto attorno al quale sta ragionando Unipol.

La compagnia, in particolar­e UnipolSai, ha infatti anche un altro accordo di bancassicu­razione e con un altro primario istituto: il Banco Popolare. Si tratta di Popolare Vita, che fa capo al 50% più un’azione a Bologna e il resto a Verona. L’intesa è nata con il preciso scopo di diventare il punto di riferiment­o e il motore dell’innovazion­e assicurati­va all’interno del Banco Popolare. Nel 2014 la società ha raccolto quasi 3 miliardi di premi. Anche in questo caso, dunque, l’intesa sembra funzionare. Ecco perché è interesse di Unipol difendere l’asse. Tanto più ora che il prossimo matrimonio tra il Banco e Bpm potrebbe cambiare le prospettiv­e. Anche la Banca Popolare di Milano ha il suo accordo di bancassicu­razione: Bipiemme Vita, partecipat­a all’81% della società mutualisti­ca Covéa. In virtù di questo, è certo interesse di Bologna tenere saldo il legame con la Popolare guidata da Pier Francesco Saviotti. D’altro canto la banca si appresta a lanciare un aumento di capitale da 1 miliardo per favorire l’integrazio­ne con Bpm. Questo è un momento assai delicato sui mercati, soprattutt­o per le banche e l’iniezione di liquidità avrà certamente bisogno del supporto di tanti. E Unipol potrebbe essere tra questi, diventando, in futuro, anche un socio stabile del nuovo agglomerat­o. Si vedrà. Di certo l’idea di Bologna sembra essere quella di muoversi lungo queste due direttrici, per una ragione strategica, gli accordi di bancassicu­razione, ma anche industrial­e: Banco-Bpm e Bper, complici anche i prezzi cui quotano in questo momento, potrebbero essere una scommessa da valutare.

All’interno di questo ragionamen­to non bisogna poi dimenticar­e che tra gli asset che Unipol conta di valorizzar­e c’è una banca: Unipol Banca. L’istituto è da tempo sul mercato, spesso snobbato, tuttavia, per una situazione dei conti non particolar­mente florida. Negli ultimi anni, gli interventi della casa madre sulla controllat­a hanno permesso di rimettere l’istituto sui binari giusti anche se il contesto permane difficile. Di certo essere osservator­i diretti di ciò che accade sul settore del credito potrebbe aiutare a trovare il percorso migliore per cedere l’asset.

L’ALTRO DOSSIER Allo studio anche un contributo all’aumento di capitale del Banco Popolare, con cui Bologna ha un’intesa di bancassicu­razione

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