Rcs, primi no dei soci all ’Ops di Cairo
Piazzetta Cuccia valuta le contromosse - Domani il verdetto della Borsa
Lunedì arriverà il verdetto del mercato ma intanto si può provare a registrare il giudizio dei soci storici di Rcs rispetto all’offerta promossa da Urbano Cairo: la mossa ha ricevuto tutto fuorché applausi.
Le reazioni
La ragione? La valutazione è la somma di un duplice giudizio: un odi forma e uno di sostanza. Riguardo al primo aspetto tutto ruota attorno al fatto che la proposta (0,12 azioni Cairo per ogni titolo Rcs) sarebbe arrivata come un fulmine a ciel sereno. Di certo Cairo ha lavorato, supportato da Intesa Sanpaolo attraverso l’advisor Banca Imi, da Equitae dallo studio Bo nel li EredePappalardo, nel più stretto riserbo, complice anche il fatto, forse, che essendo Rcs un titolo particolarmente sottile, anche uno spiffero avrebbe poutto smuovere eccessivamente le acque (vedi la reazione del titolo venerdì che è balzato dell’11% dopo le voci di una possibile ascesa dell’editore). D’altra parte, non si può escludere che prima di mettere su car tal’ Ops,chep re vede una richiesta alle banche creditrici di un accordo di stand still che congeli il debito fino al 2017, Cairo e gli advisor non abbiano fatto almeno un sondaggio del tutto informale per capire l’umore degli istituti coinvolti( UniCr ed it,Int es a,Bp me Ubi tra le principali). Ecco perché non si può escludere che, almeno ai massimi livelli, si astata colta la percezione che qualcosa stesse per succedere. Certo, nulla di più. Quanto invece agli elementi di sostanza, quel che si fa notare è che il prezzo non è congruo. Lo scambio valorizza ciascun titolo Rcs 0,551 euro, più o meno il 20% in più della chiusura di venerdì 8 aprile (0,455 euro). Si fa notare, tuttavia, che la media dell’ ultimo mese è di 0,5 e che a gennaio scorso le azioni trattavano oltre gli 0,6 euro. Tuttavia, quel che maggiormente vale è valutazione del mercato in tema di multipli e in questo caso il prezzo offerto da Cairo non appare poi così distante da una corretta valutazione dell’asset (vedi altro articolo in pagina ). Detto ciò, i soci storici, che in queste ultime ore avrebbero avuto diversi contatti, si è parlato anche di un possibile summit tragli azionisti chiave (Mediobanca, Diego Della Valle, UnipolSai e Pirelli), anche se fonti ufficiali smentiscono che l’incontro si sia tenuto o sia in agenda, sembrano orientati a dire no. Piazzetta Cuccia in primis è pronta a tenere le azioni e altrettanto vorrebbero fare Unipol, Della Valle e Pirelli. Quanto alla famiglia Agnelli, a giugno Fca dovrebbe distribuire ai propri soci le azioni Rcs. A quel punto Exor entrerà in possesso di una quota vicino al 5%. Al momento l’intenzione sembra essere quella di procedere con la cessione dei titoli sul mercato considerato che l’Ops difficilmente partirà prima di luglio. Si vedrà. La famiglia Rotelli, titolare di un 2,7%, invece, non avrebbe ancora avviato una valutazione approfondita. Diversamente la quota stesso di Cairo, 4,6%, e quella di Intesa Sanpaolo, 4,1%, sembrano invece già destinati all’offerta. Cruciale, a questo punto, diventerà la risposta del mercato considerato che l’ obiettivo minimo è mettere in portafoglio il 50% del capitale più un’ azione. Target che, a detta di alcuni, potrebbe anche essere a portata. Salvo sorprese.
LO SCENARIO Fra le ipotesi non si può escludere il via libera a un aumento di capitale riservato a un nuovo gruppo industriale
Le contromosse
Nessuno esclude che i soci storici a questo punto possano immaginare di cercare delle alternative. Mediobanca stessa, che già in passato aveva considerato diverse opzioni,potrebbe riaprire il dossier. Ora, è evidente chele risposte plausibili possono essere sostanzialmente due: un’Opa o un aumento di capitale. Se Opa sarà, andrà evidentemente individuato il soggetto giusto che potrà promuoverla. Compito non certo facile in questo momento, considerato tra l’altro il profilo finanziario del gruppo editoriale. Guardare all’estero chiamando in causa i grandi nomi (Axel Springer)? O guardare in casa cercando un imprenditore dell’editoria disposto a mettere più di 0,55 euro? I tempi sono certo stretti. Diversamente un aumento di capitale potrebbe rimescolare le carte in tavola in termini di equilibri azionari ma anche in questo caso andrebbe individuato un soggetto pronto a farsene carico.