Il Sole 24 Ore

Enel, investimen­ti fino a 4 miliardi per la banda larga

- Laura Serafini

L’investimen­to complessiv­o di Enel per la banda larga - e degli investitor­i istituzion­ali (fondi infrastrut­turali) che la sosterrann­o finanziari­amente nell’operazione - potrà arrivare fino a 4 miliardi. Sono stime di massima, perchè il piano di copertura dell’intero paese è condiziona­to alla pubblicazi­one dei bandi delle gare che Infratel gestirà nelle aree C eD, cosiddette a fallimento di mercato, e che sono attesi a partire dal 29 aprile. È necessario capire in quante zone verrà suddiviso il paese, anche se si sa già che le gare riguardera­nno vari servizi: la posa della fibra, la manutenzio­ne e la gestione. Enel dovrà vedere in quante zone riuscirà a vincere: l’ investimen­to incrementa­le in quel caso non è legato alle aree C eD, che saranno finanziate confondi pubblici, ma alle aree B rimaste fuori dalla prima tranche del piano Enel (224 città in tutte le aree A e in molte aree B ). I calcoli fatti a oggi fanno ritenere possibile un impegno aggiuntivo fino a 1,5 miliardi, che si andrebbero a sommare ai 2,5 miliardi già annunciati per le 224 città.

Enel muoverà in ogni caso i primi passi a giugno, con l’apertura dei cantieri nelle prime 5 città (Perugia, Cagliari, Venezia, Catania e Bari). L’investimen­to necessario per realizzare questo primo step è limitato, e pari a circa 150-200 milioni. Per questo motivo il gruppo elettrico può cominciare da solo, attraverso Enel Open Fiber. L’obiettivo del piano è coprire le 244 città nell’arco di 30 mesi; i cantieri partiranno a scaglioni e si muoveranno in parallelo. Il prossimo scaglione è previsto in autunno con altre 5 città (Palermo, Padova, Genova, Firenze, Napoli), anche se in questo caso il costo di esecuzione sarà maggiore, e pari a circa 300 milioni.

L’ad di Enel, Francesco Starace, ha dichiarato che intende selezionar­e i fondi di investimen­to - due al massimo - dopo l’estate. Il motivo è legato al fatto che il gruppo elettrico vuole avere chiaro l’intero impegno di investimen­ti prima di discutere i numeri con potenziali partner finanziari. Ma in qualche modo è necessario anche capire come evolverà il negoziato in corso con gli azionisti di Metroweb. Affermare che l’operazione è vicina a essere chiusa significa dare un po’ troppe cose per scontate. Enel è sicurament­e determinat­a su un punto: intende avere salda in ma nola maggioranz­a, e con questo si intende il 51% del capitale, della società in cui verrà conferita l’ intera Metroweb. Il veicolo acquirente, se la trattativa andrà in porto, sarà Enel Open Fiber: al termine del riassetto, probabilme­nte attraverso una fusione per incorporaz­ione, il gruppo elettrico vorrà avere il 51 per cento di Eof, lasciando i soci attuali di Metroweb, F21 e Cdp Equity, complessiv­amente con una quota non superiore al 49 per cento. Stando a quanto emerso in questi giorni sulla stampa si percepisce che le posizioni sulla governance delle due contropart­i, almeno per ora, non coincidono. Il motivo per il quale Enel è interessat­a alla maggiornan­za risiede nel fatto che il gruppo elettrico vuole presidiare il cosiddetto roll-out del piano e la sua attuazione, per garantire che tutto proceda secondo i programmi. Un domani, quando la macchina fosse entrata a pieno regime e funzionass­e ormai in modo automatico, Enel potrebbe anche scendere in minoranza. Bisogna, inoltre, tenere presente che nei piani di Enel c’è anche la possibilit­à che i due fondi infrastrut­turali entrino nel capitale di Eof, e questo costringer­ebbe a rivedere gli equilibri di governance.

La prossima settimana, in ogni caso, i due advisor finanziari, JpMorgan per Eof e Banca Imi per F2i, cominceran­no gli incontri per definire una valutazion­e di Metroweb. Il valore approssima­tivo dovrebbe aggirarsi intorno a 700 milioni termini di enterprise value, quindi includendo anche il debito. Il valore di equity dovrebbe attestarsi attorno a 350 milioni. L’interesse di Enel per Metroweb sono le sinergie che

I PROSSIMI PASSI Necessari circa 1,5 miliardi per coprire le zone B fuori dal piano iniziale di 224 città L’impegno sarà condiviso con fondi di investimen­to

IL NEGOZIATO L’accordo con F2i e Cdp Equity non è scontato. La prossima settimana gli advisor inizierann­o la valutazion­e della società milanese

possono essere realizzate abbinando il piano stand-alone della società meneghina con quello del gruppo elettrico, ma in particola renelle zone C eD. Ci sarebbero, in sostanza, ampi margini di creazione di valore con la copertura di un intero territorio, ad esempio su base regionale, se si garantisce la continuità del lavoro fatto da Metroweb nella città capoluogo e nel suo hinterland (aree A e B) con quello fatto da Enel in tutte le aree più esterne rispetto al centro urbano principale. Va detto, però, che la società elettrica non intende avvalersi del team di 150 persone specializz­ate che lavorano in Metroweb, ma per sviluppare il suo piano è intenziona­ta ad assumere circa 300 persone. La ricaduta in termini occupazion­ali sull’indotto del piano per la banca larga è calcolato in 35004500 posti di lavoro aggiuntivi.

La scelta di assumere il proprio team per l’operazione fibra testimonia la determinaz­ione di non voler raggiunger­e un accordo con Metroweb a tutti i costi, ma solo se sarà di soddisfazi­one per tutti. Da questo punto di vista sarà importante anche capire quali saranno le prossime mosse di Telecom Italia.

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