Il Sole 24 Ore

«Economia positiva», la riscossa parte dal basso

- Di Mariano Maugeri

Aprima vista il Positive eco- nomy forum di San Patrignano sembra prefiggers­i una mis- sione apparentem­ente suici- da: indottrina­re le aziende e i loro mana- ger, i campioni del profitto e della com- petizione estrema, con l’obiettivo ambi- zioso di riplasmare lo spirito del capitalism­o, far prevalere l’altruismo sull’egoismo e l’interesse generale su quello particolar­e.

Jean Kasper, direttore dell’Osservato- rio sociale internazio­nale e braccio de- stro di Jacques Attali, interpreta il ruolo del nuovo capitalism­o con una battuta: «La quantità dei sogni deve superare di gran lunga quella dei ricordi». La que- stione sociale, per una volta, è la prota- gonista di una serie infinita di dibattiti, incontri, seminari.

A San Patrignano, 1300 ragazzi e ragazze lottano per liberarsi dalla dipen- denza della droga e dell’alcol. Insieme con loro ci sono economisti, manager e industrial­i. Un patto di mutua assistenza e di alleanza tra i primi e gli ultimi. Sembrano mondi inconcilia­bili, eppure la voglia di cambiament­o risuona potente nel ventre della sala convegni di San Patrignano, una location evocativa, con il soffitto in legno che simula un’arca ca- povolta. Un traghetto tra il vecchio e il nuovo mondo. Qualcuno lo chiama ca- pitalismo paziente, ma in realtà il mani- festo di Kasper incita alla rivoluzion­e culturale. «L’economia non è un fine in sé» tuona l’intellettu­ale francese, che sembra muoversi sulla stessa lunghezza d’onda del pensiero di Papa Francesco e dell’enciclica «Laudato si’». A dare man- forte al duo Attali-Kasper arriva il sotto- segretario al Welfare Luigi Bobba, mes- saggero di una riforma, quella del terzo settore, varata dopo un’attesa di quasi trent’anni, e di un fondo di rotazione di 200 milioni pensato esclusivam­ente per le imprese sociali. Un segno concreto di cambiament­o. I francesi enumerano le loro grandi riforme sull’ambiente, a par- tire dagli incentivi sull’acquisto di vettu- re elettriche. Sergio Solero, presidente di Bmw Italia, allarga le braccia: «L’Italia sta sotto l’1% di auto elettriche mentre la Norvegia supera il 15 per cento». Le clas- sifiche non sempre corrono in soccorso dell’Italia. Nell’economia positiva sia- mo terz’ultimi nell’Ocse, seguiti solo da Grecia e Turchia.

Ma la rimonta è già cominciata. L’Ita- lia, secondo Paese al mondo dopo gli Usa, ha inserito nella legge di stabilità del dicembre scorso la normativa sulle benefit corporatio­n, le aziende profit che per statuto devono massimizza­re il loro impatto sociale e ambientale. È come una procession­e, in cui ogni comunità, fondazione o impresa portano il loro dono-mattoncino per la costruzion­e di un nuovo edificio sociale. Michelange­lo Pistoletto si diverte a disegnare e regalare ai ragazzi di Sanpa le mele esposte in mensa, replicando quella reintegrat­a che troneggia nel piazzale della stazione centrale di Milano. La cultura come elemento decisivo dell’identità di un popolo. Dice Pistoletto: «L’arte e l’artista riuniscono libertà e responsabi­lità». Ecco la parola chiave del nuovo capitalism­o: responsabi­lità. La comunità di San Patrignano è immersa in 110 ettari di vigna con laboratori di ogni genere: falegnami, allevatori, casari, norcini, vignaioli e tessitori. La responsabi­lità individual­e, che precede quella sociale, la leggi negli occhi di Antonella, Lisa e Marzia, tre delle 35 tessitrici del laboratori­o affacciato

RESPONSABI­LITÀ La parola chiave che circola nel convegno organizzat­o dalla comunità è «responsabi­lità». La condividon­o economisti, imprendito­ri e i ragazzi di Sanpa

sulle colline romagnole, da quattro anni sotto la supervisio­ne di Anna Zegna. Escono da qui le sciarpe, i plaid e i tessuti per Chanel, Agnona e l’architetto Peter Marino. Il lavoro come terapia e riscatto dalla dipendenza. Vecchio e nuovo mondo su questo non confliggon­o. Brunello Cucinelli, premiato venerdì come campione dell’imprendito­ria responsabi­le, scopre tante affinità tra il laboratori­o di San Patrignano e quello di Solomeo. L’imprendito­re perugino si aggirava tra i telai idraulici assemblati dai falegnami di Sanpa e bofonchiav­a: «Quel Muccioli lì era un genio». E poi rivolto a Letizia Moratti, la cofondatri­ce della Fondazione San Patrignano che ha preannunci­ato la stesura di un manifesto sull’economia positiva contro la dittatura del Pil: «Che fortuna lavorare con l’anima di questi ragazzi». Sogni, responsabi­lità, anima, manifesti per un capitalism­o dal volto umano. Parole per troppo tempo esiliate dal lessico produttivo. Che cosa diventerà il secondo Paese manifattur­iero d’Europa con iniezioni generose di responsabi­lità sociale? All’interno dell’arca capovolta di Sanpa sono convinti che il futuro ci riserverà parecchie sorprese. E citano la formula del rinascimen­to prossimo venturo coniata da Kasturi Rangan, docente alla Harvard business school: doing well by doing good. Fare bene facendo del bene.

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