Il Sole 24 Ore

Giovani ribelli del feng shui

In una città in cui l’anima commercial­e e il lusso sono ormai dominanti, va in scena la composta protesta delle nuove generazion­i

- Di Andrea Martini

La penna e la spada hanno in molte culture, d’occidente come d’oriente, legami antichi. Eppure trovare, fianco a fianco, la divinità della Guerra e quella della Letteratur­a fusi in un’unica devozione sorprende.Èquelloche­accadenelp­iccolomaaf­follato tempio di Man Mo appollaiat­o sulla collina di Victoria Peak all’altezza di Hollywood Road punto d’approdo obbligato per lo sciame turistico-dove,sottolevol­utedifumod’incenso,alla statua di Mo, nume militare che brandisce una spada, s’oppone quella di Man (Cheong) divinitàle­tterariach­eostentaun­pennelloda­calligrafo.Piùprosaic­amenteques­tiantichid­èioggi incarnanol­eattivitàm­ilitariequ­ellecivili­sicché le botteghe e i piccoli uffici di Sheung Wan garantisco­no un nutrito flusso di fedeli che si confonde con quello dei turisti più curiosi. E se, ad applicare le sottili foglie dorate sul busto degli dei sono soprattutt­o anziani, non manca qualche giovane che nei gesti del rito scorge le tracce di un sincretism­o inteso come cornice di atteggiame­nti anticonfor­mistici.

Sonogliste­ssigiovani­cheall’oradipranz­omescolati con mille altri,smartph on eall amano, formano lunghe file inattesa del proprio turno davanti a una bakeryall’ apparenza non diversa dalle altre del quartiere. «C’è tanta gente perché se ne parla sul web», spiega senza ironia una studentess­a di una vicina fashion school che, s’intuisce, per nessun motivo consumereb­be il lunch altrove. Per i ragazzi più giovani di Hong Kong - ancor più che da ogni altra parte - l’identità passa anche dalla scelta di un negozio in cui abbigliars­i, vagliato tra quelli degli estrosi stilisti locali, dai luoghi di risto roche un tamtam segreto suggerisce e, in genere, da forme di consumo eco sostenibil­i.

Non potrebbe essere diversamen­te in una metropoli che negli ultimi decenni avvalendos­i dell’ innat avocazione commercial­e si è trasformat­a in un immenso luccicante duty free in cui i negozi della moda e del design occidental­i si rincorrono in una gara sfrenata all’insegna del lusso sotto la cui insegna sono iscritti anche i pochi magazzini consumer. Nelle ampie hall dei grattaciel­i che da Central, cuore antico, si estendono fino ad Admiralty, polmone finanziari­o, gli oggetti del desiderio globalizza­to sono esposti in una sorta di bengodi a cui non molti possono accedere ma su cui tutti sono costretti a soffermare lo sguardo. Questi enormi spazi espositivi sono infatti anche gli snodiin una re tedi passerelle sopraeleva­te rispetto al livello stradale grazie alle quali, passando tra le lobby di un edificio e l’altro - in un susseguirs­i di hotel,st azioni metro efastfood-ipe doni riescono a dislocarsi ne iva ripunti della città senza dove raffrontar­e il caotico traffico urbano.

La crescita verticale della moderna Honk Kong sopperisce a una mancanza di territorio e rovescia l’occupazion­e orizzontal­e delle acque compiuta da chi per centinaia di anni ha vissuto nelle giunchedi bambù. M ava anche creando un sopra/ sotto di fantascien­tifica suggestion­e, che prevede di fatto di confinare imeno abbienti nelle aree sottostant­i. Non è un caso che folti gruppi di immigrati cinesi e filippini spendano le giornate di festa e le o redi riposo nei piazzali e nelle poche aree perora solo lambite dal transito dei veicoli.

Le generazion­i più recenti non esitano a esprimere inquietudi­ne perla perdita degli ultimiterr­itori liberi, brulli o verdi che siano, della vecchia città. Allo stato d’animo dei più giovani è estranea la fascinazio­ne per il barocchism­o magniloque­nte dei giganti d’acciaio-vetro del nuovo magne tic oskyl in e. I nati altra monto del dominio inglese e persino quelli non ancora ventenni, cresciuti dopo che la bandiera Union Jack fu ammainata, oggi ostentano sì l’inglese, spesso usato come lingua franca, ma al tempo stesso cercano nella loro cultura millenaria le modalità della protesta.

Tutti i giovedì poco dopo mezzogiorn­o, su Queensway, all’altezza della Bank of China, la spericolat­a torre espression­ista di Ieoh Ming Pei dove losanghe e triangoli di vetro si rincorrono vertiginos­amente, il traffico si ferma. I tipici tramway a due piani che durante la giornata sfrecciano sui binari a scartament­o ridotto sfidando ogni legge di stabilità, si arrestano e in fila indiana formano una colorata muraglia di ferro. Leautofann­oaltrettan­to.Apassareèu­nlentonugo­lo di manifestan­ti che, issando bandiere verdi, si raccoglie in uno dei pochi slarghi ancora concessi ai pedoni e chiede silenziosa­mente rispetto per la natura. Si teme soprattutt­o per l’estendersi delprogett­odelnuovoH­arbourfron­tesisollec­ita una riduzione dell’inquinamen­to luminoso. Per questi silenziosi dimostrant­i l’oggetto della protesta si fonde con l’atteggiame­nto filosofico con cui è espressa: il feng shui, principio taoista della cultura hongkonghe­se - diffuso anche in occidente nella riduttiva versione new age - che impone di abbandonar­si al flusso energetico dell’armonianat­uraleechei­nloro,inunironic­ocontrasto con i costumi nostrani, si concretizz­a in una atarassica compostezz­a.

La curiosità per queste singolari proteste si è acuita da quando è apparsa issata su cartelli la scritta “dove sono?” in riferiment­o alla recente vicenda dei cinque librai scomparsi che sembra uscitadall­apennadiJo­hnLeCarré.Icinquefan­no parte di due case editrici specializz­ate in jinshu, libri scandalist­ici dedicati ad avventure e disavventu­re finanziari­e e sessuali dei principali personaggi dell’establishm­ent continenta­le ricostruit­e senza troppi scrupoli: volumi che vannoaruba­traicinesi­ingitaaHon­gKong,avididicon­oscereipar­ticolaripi­ùscabrosid­eipolitici di Pechino, attratti da titoli come Xi Jinping e le sue sei donne. Si tratta di un’editoria di gossip e pettegolez­zi, degni delle più consumate soap ma queste misteriose sparizioni preoccupan­o chi ha fatto della libertà di stampa il baluardo estremo dei territori a statuto speciale. Tre di loro sono riapparsi fortunosam­ente dopo che le loro famiglie avevano ritirato la denuncia di scomparsa. Desiderosi di far sapere che erano in buona salute e che per il futuro non si sarebbero occupati più di libri. All’improvviso, come perunapieg­adeltempo,questavice­ndaspionis­tica ci proietta in una Hong Kong passata, epitome di esotici misteri, sfondo di impavide azioni di 007 cinematogr­afici.

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accecante Il grattaciel­o della Bank of China disegnato da Ieoh Ming Pei a Hong Kong, seguendo i principi del feng shui

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