Il Friuli si veste di giallo
Con La primavera tarda ad arrivare Flavio Santi si cimenta con il genere giallo. Lo fa ambientando nelle campagne del Friuli delle sue origini una storia che parte dal ritrovamento, ai giorni nostri, di un morto ammazzato, per poi riannodare i fili con un passato prossimo-remoto, quale è quello della Seconda guerra mondiale. Protagonista della ricerca è un detective decisamente sui generis, Drago Furlan, un ispettore di provincia il quale ama la sua regione, che percorre in sella all’inseparabile motocicletta, spesso con la fidanzata Perla, quando non coltiva l’orto oppure non è all’osteria a chiacchierare con gli a micio a fare un tifo sfegatato perla squadra del cuore, l’Udinese. Quanto al lavoro, si tratta per lo più di ordinaria amministrazione, qualche furto o qualche truffa di piccolo cabotaggio, quando - siamo alle soglie della primavera - il misterioso omicidio di un anziano di cui nessuno sembra conoscere l’identità, trovato con una pallottola piantata in fronte, lo costringe ad affrontare un caso che si preannuncia tutt’altro che semplice. C’è infatti un passato che non passa, quello dell’ultima guerra, che presenta pagine ancora oscure e poco note. Furlan non ha un compito facile: l’ omertà non c’ è solo in Sicilia, e il carattere schivo e riservato dei suoi compaesani non aiuta l’investigatore a dipanare l’ intricata matassa difatti che molti anni prima avevano interessato quella zona di confine tra Italia e Slovenia, dove certi segreti di allora sembrano destinati a rimanere tali. Ma non per l’ispettore Furlan, determinato quant’altri mai a trovare la verità.
Con la sua scrittura leggera e ironica, vivacizzata da coloriture orali e vernacolari, Santi accompagna il lettore - oltre che, va da sé, nel percorso romanzesco che porterà al disvelamento del mistero - alla scoperta di un piccolo mondo provinciale, ritratto con efficacia descrittiva e simpatia umana.