Prometeo vs Zeus
politiche vitali, ridotte a scelte “demiurgiche”. Come la senatrice, anche Batman (Ben Affleck) crede che l’onnipotenza del kryptoniano sia mortalmente pericolosa. Per salvare la Terra, l’alieno ha devastato Metropolis senza curarsi dei singoli. Visti gli effetti collaterali del suo lavoro “provvidenziale”, è criminale come e più di Lex Luthor (Jesse Eisenberg). E come Luthor, deve essere combattuto.
In un discorso ufficiale, proprio il miliardario sociopatico allude a un supereroe del mito classico. Io, dice, sono un filantropo, come Prometeo. Qui le sue parole si perdono, ma resta il cenno al protanthropos, all’uomo Bruce Wayne / Batman (Ben Affleck), Diana Prince / Wonder Woman (Gal Gadot), Clark Kent / Superman (Henry Cavill) primordiale celeste che si eleva sopra i piccoli uomini terrestri, e nello stesso tempo prende partito per loro contro Zeus. Che sia Prometeo il modello lontano su cui gli sceneggiatori hanno immaginato il loro Batman? Come quello, anche questo sfida un essere molto più forte di lui. E come quello, anche questo lo fa per detronizzarlo, per liberare gli uomini dalla sua onnipotenza, donando loro l’alba della giustizia.
Alla battaglia del grosso chirottero prometeico, alla sua aggiornatissima scalata dell’Olimpo, partecipano come alleati o come avversari altri supereroi, altri dèi e semidei, dal generale Zod (Michael Shannon) ad Aquaman (Jason Momoa) e a Wonder Woman (Gal Gadot). Così, sequenza dopo sequenza, sempre più Batman v Superman diventa il luogo di scontro fra il divino e l’umano, fra la sottomissione alla prepotenza degli esseri che abitano cielo e inferi e l’autonomia delle deboli creature che vivono sulla Terra (ben rappresentate da un protanthropos ingabbiato nel suo patetico travestimento nero). L’inimicizia fra Batman/Prometeo e Superman/Zeus è inscritta nella loro natura. Tutto ciò che questo ha – il potere di arginare la paura e di governare il cosmo –, quello glielo deve sottrarre. Solo così gli uomini e le donne di Metropolis e di Gotham avranno signoria su se stessi, e non si lasceranno affascinare dallo strapotere di qualche demiurgo in mutande.
Certo, ai terrestri resterà poi il compito di liberarsi a loro volta della prepotenza del liberatore, magari scegliendo la laicità della senatrice Finch. Ma questa è un’altra storia. La storia che qui ci interessa riguarda invece la sceneggiatura di Terrio e Goyer. I quali, troppo timidi e rispettosi nei confronti del loro Superman, non se la sentono di fargli subire l’affronto che il vecchio Zeus dovette patire da Prometeo, blasfemo e ribelle. Peccato. E così, alla fine del film ci tocca di tornare a volgere lo sguardo dritto al cielo. Almeno fino alla prossima puntata. %%%%%