Amici euforici
Può darsi ch’io non sappia cosa dico, vedendo la Maria dietro ogni Amico, ma il suo mestiere è vincere gli ascolti, e i trucchi li sveliam, siam mica stolti.
Con una puntata di lancio più appetitosa di un banchetto nuziale, va in onda la nuova edizione dell’ormai caposaldo del sabato sera di casa Mediaset Amici di Maria De Filippi, con tutto il consueto codazzo di creature defilippiane: aspiranti cantanti e cantantesse, candidati ballerine e balleroni, insegnanti più o meno tassidermizzati, capisquadra ripescati nel dimenticatoio catodico, e, soprattutto, giudici, giudici e ancora giudici.
La regola, quando si tratta di beniamini locali, consiste nell’applicazione del Teorema Della Maria numero 1, che recita: «quanto più mellifluo e romanesco sarà il commento del giudice, tanto più sollecitato sarà il giubilo in quelle entità fameliche e imbizzarrite che stipano lo studio televisivo».
Se invece abbiamo a che fare con la categoria “star di Hollywood”, il Teorema Della Maria numero 2 ci ricorda che: «non c’è bisogno che i vip internazionali si affannino in inutili prestazioni (per esempio: parlare), è sufficiente che occupino le apposite seggioline, sorridendo quando inquadrati e mandando blandi cenni di saluto agli imbizzarriti di cui sopra, che ricambieranno con le previste manifestazioni di irragionevole entusiasmo». Ovvero, come il prezioso esempio pratico allegato al Teorema, ci spiega: «reagendo a quella – tanto espressiva – alzata di sopracciglio come baccanti invasate».
In sostanza, ci sono Loredana Bertè, Sabrina Ferilli, Anna Oxa e Morgan – assieme a un inglese, un tedesco, Batman e il Fantasma Formaggino – che si mostrano rapiti dalle esibizioni dei giovinastri e che dicono cose quali «tu sei un artista incredibile», «una performance magnifica» e «aò ma quanto so boni», mentre, di fianco a loro, un imperturbabile Kevin Spacey, si guarda bene dal proferire verbo, e sta anche piuttosto attento a non muoversi, starnutire o accavallare le gambe, per evitare cori da stadio, ole, cartelli sbandierati, invocazioni irripetibili, possessioni demoniache, e tutto quello che accade se non si rispetta alla lettera il Teorema numero 2.
Quando poi è il turno della comparsa veloce, ci viene in soccorso il Manuale dei Cammei Defilippiani, che illustra quanto sia importante fingere un ingresso improvvisato («Oh Virginia Raffaele – personaggio del momento che tutti vogliono – io avevo chiesto alla sicurezza di non farti entrare, come hai fatto?») e lasciare ampio spazio ai monologhi fortemente comici («Ho un sogno e lo voglio sognare, ho un obiettivo e lo voglio obiettare, ho uno scopo e lo voglio… raggiungere!»).
A fine serata, e lezione appresa, non ci resta che rispettare un’ultima, fondamentale, legge aurea: spegnere la tivù.
Ma che disastro, tu mi maledici, ho visto anche stasera tutto Amici, il prossimo weekend andiamo via, scordandoci i teoremi di Maria!