Padoan: pensioni, margini per discutere Flessibilità e meno tasse sulle integrative
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Si potranno adottare misure per una maggior flessibilità dei pensionamenti con la prossima legge di Bilancio? La domanda arriva quasi al termine dell’audizione di Pier Carlo Padoan davanti alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato. Nel Documento di economia e finanza, oggetto degli interventi di ieri in vista del voto parlamentare che autorizzerà di un altro anno il rinvio del pareggio strutturale, si dice pochissimo sul tema. Il Def 2016, spiega il ministro «rimanda il dibattito ai prossimi mesi». E subito ribadisce che il sistema pensionistico «è uno dei pilastri del sistema italiano ed è riconosciuto a livello europeo: siamo un Paese ad alto debito e questo è un valore fondamentale». Ciò considerato, aggiunge Padoan, i margini per una riflessione ci sono. «Ci sono sia sugli strumenti che sugli incentivi e sui legami tra sistema pensionistico e mercato del lavoro per migliorare le opportunità sia per chi sta per andare in pensione sia per chi deve entrare nel mondo del lavoro ». La risposta del ministro va poco oltre: «Sono sicuramente favorevole a un ragionamento complesso e sono sicuramente aperto a fonti di finanziamento complementari che si possono studiare».
Il lavoro dei prossimi mesi ci dirà a quale soluzione, sostenibile per i complessi saldi di finanza pubblica, arriverà il Governo. Soluzione ancora una volta auspicata ieri dal presidente dell’Inps, Tito Boeri: una maggiore flessibilità in uscita serve« ora e non tra cinque anni» ha affermato l’ economista tornando a collegare la facilitazione sulle uscite per aiutare nuove assunzioni dopo aver presentato dati secondo i quali la generazione del 1980 rischia di andare in pensione con un ritardo anche di 5 anni, arrivando così a 75 annidi età a causa dei vuoti di contribuzione legati alla precarietà dell’impiego. Mentre sull’operazione “busta arancione”, ovvero l’informativa Inps sulle pensioni future che parte questa settimana con 150mila spedizioni, ha ricordato i «tantissimi ostacoli» incontrati: «c’è stata - ha affermato Boeri paura nella classe politica, paura che dare queste informazioni la possa penalizzare». Sul tema delle pensioni ha parlato anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, secondo il quale l’ intervento su cui si deve ragionare dev’ essere« di sistema» e includere un mix di misure: iprofili fiscalie di governan ce del secondo pilastro della previdenza integrativa e il rapporto tra primo e secondo pilastro. Si deve ragionare sulla flessibilità, ha aggiunto Nannicini, tenendo «in ordine la finanzia, con uno sforzo di creatività e soluzioni di mercato» accanto allo «sforzo pubblico».
Tornando all’ au dizione sul Def il ministro Padoan, dopo aver ricordato il quadro macroeconomico internazionale che rende più debole la congiuntura, ha osservato che nei primi tre mesi del 2016 «la crescita sembra aver ripreso slancio» e si consoliderà. In questa prospettiva gli impegni del Governo sono tutti confermati: una maggiore stretta fiscale in questa fase sarebbe stata inopportuna e la deviazione del saldo strutturale non è significativa, dunque «compatibile con quanto previsto dal braccio preventivo del Patto di stabilità e crescita». Per il 2017 viene confermato il disinnesco integrale delle clausole sull’Iva (valgono lo 0,9% del Pil) con «una manovra alternativa» attraverso interventi di «spending review e di lotta all’evasione e all’elusione fiscale».
Infine l’impegno prioritario sul debito pubblico: «Confermo che ci si attende un’inversione di tendenza» ha affermato, che verrà garantita anche con il previsto piano di privatizzazioni .« L’ Italia-ha concluso Padoan - è il Paese che ha avuto l’ avanzo primario più duraturonel tempo della zona euro con un valore positivo costante. Però non è l’unica ragione per cui il debito scende. L’altra ragione è la crescita nominale. E il governo persegue una politica di riduzione fiscale compatibilmente ai vincoli di bilancio pubblico».
In questo senso Padoan ha anche risposto a una domanda sulla possibilità di introdurre una digital tax, richiesta all’interno della maggioranza: è nell’interesse del Governo, ha affermato, «è una tassa complicata ma stiamo considerando anche questo aspetto».
IL CASO DEI NATI NEL 1980 Il presidente dell’Inps : «La generazione del 1980 rischia di andare in pensione con ritardi fino a 5 anni, arrivando così a 75 anni di età»