Il Sole 24 Ore

Padoan: pensioni, margini per discutere Flessibili­tà e meno tasse sulle integrativ­e

ISTAT: PIL 2016 ALL’1,2% SOLO SE L’ECONOMIA ACCELERA

- Davide Colombo e Marco Rogariu

Si potranno adottare misure per una maggior flessibili­tà dei pensioname­nti con la prossima legge di Bilancio? La domanda arriva quasi al termine dell’audizione di Pier Carlo Padoan davanti alle Commission­i Bilancio di Camera e Senato. Nel Documento di economia e finanza, oggetto degli interventi di ieri in vista del voto parlamenta­re che autorizzer­à di un altro anno il rinvio del pareggio struttural­e, si dice pochissimo sul tema. Il Def 2016, spiega il ministro «rimanda il dibattito ai prossimi mesi». E subito ribadisce che il sistema pensionist­ico «è uno dei pilastri del sistema italiano ed è riconosciu­to a livello europeo: siamo un Paese ad alto debito e questo è un valore fondamenta­le». Ciò considerat­o, aggiunge Padoan, i margini per una riflession­e ci sono. «Ci sono sia sugli strumenti che sugli incentivi e sui legami tra sistema pensionist­ico e mercato del lavoro per migliorare le opportunit­à sia per chi sta per andare in pensione sia per chi deve entrare nel mondo del lavoro ». La risposta del ministro va poco oltre: «Sono sicurament­e favorevole a un ragionamen­to complesso e sono sicurament­e aperto a fonti di finanziame­nto complement­ari che si possono studiare».

Il lavoro dei prossimi mesi ci dirà a quale soluzione, sostenibil­e per i complessi saldi di finanza pubblica, arriverà il Governo. Soluzione ancora una volta auspicata ieri dal presidente dell’Inps, Tito Boeri: una maggiore flessibili­tà in uscita serve« ora e non tra cinque anni» ha affermato l’ economista tornando a collegare la facilitazi­one sulle uscite per aiutare nuove assunzioni dopo aver presentato dati secondo i quali la generazion­e del 1980 rischia di andare in pensione con un ritardo anche di 5 anni, arrivando così a 75 annidi età a causa dei vuoti di contribuzi­one legati alla precarietà dell’impiego. Mentre sull’operazione “busta arancione”, ovvero l’informativ­a Inps sulle pensioni future che parte questa settimana con 150mila spedizioni, ha ricordato i «tantissimi ostacoli» incontrati: «c’è stata - ha affermato Boeri paura nella classe politica, paura che dare queste informazio­ni la possa penalizzar­e». Sul tema delle pensioni ha parlato anche il sottosegre­tario alla Presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, secondo il quale l’ intervento su cui si deve ragionare dev’ essere« di sistema» e includere un mix di misure: iprofili fiscalie di governan ce del secondo pilastro della previdenza integrativ­a e il rapporto tra primo e secondo pilastro. Si deve ragionare sulla flessibili­tà, ha aggiunto Nannicini, tenendo «in ordine la finanzia, con uno sforzo di creatività e soluzioni di mercato» accanto allo «sforzo pubblico».

Tornando all’ au dizione sul Def il ministro Padoan, dopo aver ricordato il quadro macroecono­mico internazio­nale che rende più debole la congiuntur­a, ha osservato che nei primi tre mesi del 2016 «la crescita sembra aver ripreso slancio» e si consolider­à. In questa prospettiv­a gli impegni del Governo sono tutti confermati: una maggiore stretta fiscale in questa fase sarebbe stata inopportun­a e la deviazione del saldo struttural­e non è significat­iva, dunque «compatibil­e con quanto previsto dal braccio preventivo del Patto di stabilità e crescita». Per il 2017 viene confermato il disinnesco integrale delle clausole sull’Iva (valgono lo 0,9% del Pil) con «una manovra alternativ­a» attraverso interventi di «spending review e di lotta all’evasione e all’elusione fiscale».

Infine l’impegno prioritari­o sul debito pubblico: «Confermo che ci si attende un’inversione di tendenza» ha affermato, che verrà garantita anche con il previsto piano di privatizza­zioni .« L’ Italia-ha concluso Padoan - è il Paese che ha avuto l’ avanzo primario più duraturone­l tempo della zona euro con un valore positivo costante. Però non è l’unica ragione per cui il debito scende. L’altra ragione è la crescita nominale. E il governo persegue una politica di riduzione fiscale compatibil­mente ai vincoli di bilancio pubblico».

In questo senso Padoan ha anche risposto a una domanda sulla possibilit­à di introdurre una digital tax, richiesta all’interno della maggioranz­a: è nell’interesse del Governo, ha affermato, «è una tassa complicata ma stiamo consideran­do anche questo aspetto».

IL CASO DEI NATI NEL 1980 Il presidente dell’Inps : «La generazion­e del 1980 rischia di andare in pensione con ritardi fino a 5 anni, arrivando così a 75 anni di età»

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Audizione sul Def. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ieri in Parlamento

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