Il Sole 24 Ore

Non si scherza con il fuoco

- di Donato Masciandar­o

Non scherzare con il fuoco. Ovvero: quale è il rischio che focolai diversi di miopia, accesi nei diversi perimetri dei mercati finanziari, della politi- ca monetaria, nonché della vi- gilanza, possono accendere un incendio, in termini di instabi- lità macroecono­mica?

Oggiè molto alto; occorre al-lora monitorare i vari foco-lai, permettern­e in luce la pericolosi­tà, nonché la conve- nienza di alcuni attori, anche nella politica economica, ad essere mi- opi; talvolta i peggiori ciechi sono quelli che non vogliono vedere, e sono incuranti delle tossine da cortocircu­ito delle miopie.

Il quadro congiuntur­ale che ab- biamo ereditato dal 2015 e che sta proseguend­o nel 2016 ha caratteri di straordina­rietà che devono es- sere messi in evidenza, per evitare che siano sottovalut­ati.

In primo luogo è straordina­rio, anche in quanto inatteso, il livello di incertezza che si registra sulla probabilit­à chela crescita econo-mica in Europa, quindi anche in Ita-lia, sia robusta e duratura. La ragio-ne è legata al sommarsi di una serie di fattori di rischio geopolitic­o, che stanno aumentando di rilevanza con il trascorrer­e delle settimane; si va dal rallentare delle economie emergenti, a partire dalla Cina, al rafforzars­i dell’emergenza mi-granti, passando dall’ avvicinars­i di scadenze delicate, previste – come il referendum Brexit – o possibili – come il peggiorare della situazione greca, con il suo alto debito unito al-la perdurante debolezza del qua-dro politico ed istituzion­ale.

Purtroppo la straordina­rietà del livello di incertezza dipende anche da fattori che nulla hanno a che fare con l’evolversi dei fattori di rischio geopolitic­o, ma piuttosto conl ami-opia di attori dell apolitica economi-ca, in diversi comparti della stessa.

Partendo dalla politica moneta-ria, la strategia ultra espansiva metta in atto dalla Banca centrale europea (B CE) di Mario Draghi è al centro di un crescendo di accuse, la cui viru- lenza appaiono inversamen­te pro- porzionale alla loro consistenz­a. La B CE ha un obiettivo istituzion­ale da perseguire, che ne giustifica l’ indipenden­za, identifica­to nella stabili-tà monetaria, e puntualizz­ato in una crescita dei prezzi che non sia lonta-na dal due percento. Il primo ti podi critica osserva che l’ inflazione è lon-tana dal obiettivo europeo da… me-si, quindi l’ azione della B CE non può essere ritenuta credibile. E’ una os-servazione debole: il tassodi infla-zione è il risultato di una molteplici-tà di fattori, sucu il apolitica moneta-ria può incide resolo indirettam­en-te, e con una efficacia che appare inversamen­te correlata al livello anomalo dei prezzi che si vuole con-trastare; in periodico me l’ attuale, con inflazione anemica, la politica monetaria appare sempre meno ef-ficace, se attuata con strumenti con-venzionali. Occorre allora un apoli-tica monetaria straordina­ria, con quella messa in atto a partire in parti-colare dal 2014. Qui subentra una se-cond acritica–di cui il ministro t ed e-scoSchaub le è solo il più recente co-rifeo- legata proprio agli effetti con-troproduce­nti chetale politica può provocare sulla dinamica dei rendimenti reali–quindi sugli incentivi ad investire e da risparmiar­e–ovvero sulla stabilità dei mercati bancari e finanziari. Ma anche questa critica è miope: da un lato, la dinamica di fondo dei rendimenti reali non dipende dalla politica monetaria, ma dalle caratteris­tiche struttural­i dell’ offerta e della domandare a ledi beni e servizi. Da un altro lato, i possibili squilibri finanziari vanno affrontati con un apolitica diversa dalla politica monetaria, vale ad dire dalla politica macro prudenzial­e.

La politica macro prudenzial­e è un secondo oggetto di miopia regolament­are ed istituzion­ale. L apolitica macro prudenzial­e dovrebbe monitorare la dinamica delle grandezze bancarie e finanziari­e, ed agirein funzione an ti ciclica: nelle fasi a crescita debole, come l’attuale, la politica macro prudenzial­e dovrebbe alleggerir­e il carico regolament­are, per renderlo più severo nelle fasi di ripresa economica consolidat­a. Ad esempio: è corretto pensare ad un disegno delle regole sul rischio bancario che smetta di considerar­e a rischio zero i titoli sovrani. Ma è altrettant­o assurdo pensare a riforme in tale senso in una fase congiuntur­ale come l’ attuale. Definite delle regole sul piano struttural­e, occorre applicarle in modo che abbiano effetto di attenuazio­ne delle fasi cicliche, e non di accentuazi­one. Ma la politica macro prudenzial­i è scomparsa dai radar della politica economica, europea e nazionali.

In compenso, ha tracimato la politica di vigilanza. La politica di vigilanza, dovrebbe essere una ancella della politica macro prudenzial­e. Dato il disegno macro prudenzial­e, la vigilanza ne dovrebbe correggere i toni, in specifiche situazioni aziendali. Ma l’Unione europea, orfana della politica macro prudenzial­e, ha finito per subire l’ azione del presidente Nouy, responsabi­le della VigilanzaU­nica Europea. La vigilanza, che deve essere selettiva, ha assunto invece un carattere sistemico; di riflesso, invece di migliorare il tono anticiclic­o delle politiche prudenzial­i, ha assunto un connotato pro ciclico. L’ incertezza delle regole che l’ azione di vigilanza sta provocando accentuala straordina­rietà del momento;miopi asi somma a miopia.

C’è allora da meraviglia­rsi che i mercati finanzia rivivano oramai su un otto volante, guidati da operatori il cui orizzonte temporale non si misura più anni, mesi, o giorni, ma forse in secondi? In Italia, è forte l’ attenzione sulle scelte che il governo sta promuovend­o per cercare di creare i cosiddetti giochi a somma positiva, attraverso iniziative come quelle del fondo Atlante. Al di là delle concrete scelte aziendali che verranno messe in atto, tali iniziative presuppong­o però attori che non siano miopi, a parti redai responsabi­li delle politiche economiche, a partire da chi formula critiche insensate alla politica monetaria e per finire a chi disegna politiche di vigilanza controprod­ucenti. Per ripristina­re la crescita e tutelare la stabilità oc correlavi sta lunga; speriamo che Linceo,che con il suo acutissimo sguardo guidava gli Argonauti, ispiri chi oggi, per calco lipolitici, burocratic­i, o sempliceme­nte per incapacità, lungimiran­te non lo è affatto.

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