Il Sole 24 Ore

Iorio: «Abbiamo evitato il peggio, ora l’aumento è partita aperta»

- Marco Ferrandou

«Nonostante tutto, non appena riceveremo il nulla osta di Consob, potremo avviare l’operazione. E in queste condizioni di mercato non poteva certo considerar­si un risultato scontato». La forchetta è ampia, il prezzo sarà - comunque vada a finire - basso, ma il ceo di Popolare Vicenza Francesco Iorio, reduce da un cda notturno durato sei ore, ha ottenuto il risultato di aver scampato un pericolo fino a poche ore fa decisament­e reale: il ritiro dell’aumento, la cancellazi­one dell’Ipo e l’intervento di Bce con la prospettiv­a, pressoché certa, della risoluzion­e dell’istituto. «Da parte nostra, del management e di tutta la banca, c’è stato uno sforzo enorme, ma alla fine siamo riusciti grazie anche alla collaboraz­ione dei global coordinato­rs, a raggiunger­e le condizioni per andare sul mercato».

Dottor Iorio, crede che alla fine il prezzo dell’aumento e dell’Ipo sarà sui valori minimi della forchetta, peraltro molto ampia?

Ora c’è da aspettare che faccia la sua parte il mercato, un mercato attualment­e non facile che però potrebbe vedere nella Popolare Vicenza una occasione molto interessan­te con una potenziale creazione di valore. Anche perché con il nuovo capitale la banca sarebbe di nuovo in condizione di svolgere a pieno regime il proprio ruolo dopo un periodo di forte pressione dal punto di vista mediatico, patrimonia­le e della liquidità.

Però per i soci attuali le notizie, pur attese, non sono affatto buone.

Mi rendo perfettame­nte conto che a questi prezzi la perdita di valore e la potenziale diluizione siano elevate. Ma per lo stesso motivo con questi numeri si potrebbero anche prospettar­e possibilit­à di incremento di valore rispetto al valore di sottoscriz­ione.

Con la forchetta decisa dal consiglio di amministra­zione il valore minimo della banca potrebbe essere di 1,51 miliardi. Dunque si è evitato il rischio, paventato da alcuni analisti, di una valorizzaz­ione inferiore anche solo all’importo raccolto sul mercato.

Siamo riusciti a partire. E, mi lasci dire, non era scontato: l’anno scorso abbiamo fatto un lavoro di rinnovamen­to importante della banca, poi da gennaio è maturata una situazione di mercato totalmente avversa per il settore. Nonostante la tempesta perfetta noi siamo riusciti a mantenere la rotta.

A che punto è la trattativa con il fondo in vista di un probabile ingresso?

Finora non abbiamo ancora avuto alcun incontro nè con i rappresent­anti di Atlante nè della sua Sgr (Quaestio, ndr): il nostro interlocut­ore era ed è UniCredit.

Secondo molti analisti avrà il controllo della banca.

Senz’altro Atlante rappresent­a una novità positiva, ma al momento non siamo in grado di valutare quale effetto avrà sull’aumento: è interesse di tutti che l’investimen­to del fondo, alla fine, sia il più limitato possibile.

Quindi proverete a offrirvi realmente al mercato?

È il nostro primo dovere, una garanzia per definizion­e è un paracadute. Nei prossimi dieci giorni andremo a cercare compratori sul mercato sapendo che non sarà facile, ma abbiamo il dovere di provarci e confidiamo di trovarli.

Nelle settimane scorse si è parlato di un interessam­ento di Fortress, che poi sembra essersi tirato indietro.

L’interesse dei fondi rimane, e fino al 28 la partita sarà aperta.

Per quotarsi serve un flottante minimo del 25%: vede il rischio che non si superi questa soglia?

È una possibilit­à che, seppur remota, teniamo in consideraz­ione.

Ma se Atlante supererà la soglia del 30% scatterà l’obbligo di Opa?

In questo momento in grande onestà non saprei cosa risponderl­e.

Uno dei rischi che il mercato valuterà con attenzione è quello del contenzios­o legato alle vicende passate. Che cosa direte agli investitor­i nel corso del road show?

Questo rischio, come gli altri, sono ampiamente descritti nel prospetto informativ­o, pertanto ogni investitor­e potrà valutare compiutame­nte i possibili impatti e mi auguro soprattutt­o le potenziali opportunit­à.

Superata questa fase, aggrediret­e il capitolo npl?

Nel piano industrial­e abbiamo previsto lo smaltiment­o di 1,5 miliardi attraverso cessioni, ma non escludiamo una politica di riduzione anche più netta.

«Atlante è una novità positiva ma finora nessun contatto. Per noi multipli interessan­ti»

«Per i soci una diluizione elevata, ma ci potranno essere ritorni interessan­ti»

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IMAGOECONO­MICA Ceo. Francesco Iorio

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