Corte conti Ue: poco rigore su deficit
p In unr apporto pubblicato ieri, la Corte dei Conti dell’Unione europea ha rimproverato alla Commissione europea di non essere sufficientemente rigorosa nell’ applicazione del Patto di Stabilità e di Crescita.La presa di posizione giunge in un momento delicato. Non solo l’esecutivo comunitario deve pubblicare in maggio la sua analisi sulla Finanziaria italiana del 2016, ma da più parti lo stesso Patto è criticato perché troppo complesso.
Secondo la Corte, la Commissione «nonstaapplican dolaprocedurain maniera coerente ». Il Patto di Stabilità prevede procedure per deficit eccessivo,quando il disavanzo è sopra al 3,0% del prodotto interno lordo, o per debito eccessivo, quando questo non è ridotto con sufficiente rapidità. Nel suo rapporto, la magistratura amministrativa nota che nel 2015 a proposito di Italia e Francia, la Commissione ha fatto uso« di un elevato grado di flessibilità e di discrezione ». In particolare, secondo la Corte, Bruxelles ha dato più tempo alla Francia per ridurre il proprio disavanzo sotto al 3,0% del Pil, mentre nei confronti dell’Italia non è stata aperta alcuna procedura per debito eccessivo, nonostante «a prima vista» la regola del debito sembra esse restata violata. In una presa di posizione scritta, associata al rapporto del tribunale amministrativo, la Commissione ha respintole critiche,affermando di applicare le regole nello stesso modo nei confronti di tutti i paesi. Il rapporto della Corte nota la discrezionalità politica della Commissione nell’ applicare le regole del Patto, in un momento in cui l’esecutivo comunitario sta preparando una attesa valutazione della Finanziaria 2016 dell’Italia, segnata da controverse richieste di flessibilità di bilancio. Peraltro, invi stadi una riunione ministeriale questa settimana, la presidenza olandese dell’Unione ha pubblicato una relazione in cui fa notare la complessità del Patto( si veda Il Sole 24 O redi ieri ).
Il trattato, entrato in vigore nel 1998, è curiosamente criticato da più parti. L’ Olanda, un paese ritenuto ortodosso nelle scelte di risanamento dei conti pubblici, è critico perché le norme sono diventate troppo difficili da applicare. L’ Italia, che invece vorrebbe un quadro di riferimento più flessibile, rimprovera al Patto di imporre un apolitica economica troppo restrittiva. I ministri delle Finanze si riuniranno ad Amsterdam questa settimana proprio per discutere del futuro del trattato.
LA REPLICA DI BRUXELLES La Commissione: applichiamo le regole nello stesso modo per tutti. I ministri delle Finanze questa settimana discuteranno il futuro del trattato