Il Sole 24 Ore

Visco: crediti deteriorat­i al punto di svolta

«Banche vulnerabil­i ma le misure adottate e la ripresa cominciano a dare frutti - Bail-in da rivedere»

- Rossella Bocciarell­i

pL’elevato livello dei crediti deteriorat­i delle banche italiane resta il tallone d’Achille del settore, ma le misure prese finora e una ripresa della congiuntur­a stanno determinan­do una fase di svolta positiva. È quanto ha spiegato ieri il governator­e della Banca d’Italia, Ignazio Visco, nel suo intervento in audizione presso la Commission­e Finanze del Senato.«Sul fronte dei crediti deteriorat­i potremmo essere a un punto di svolta », ha detto il numerou nodi Palazz oK och, secondo il quale« la ripresa congiuntur­a lesta infatti gradualmen­te allentando le pressioni sui bilanci bancari» e il peso delle perdite su crediti nel 2015 è sceso al 65% dei redditi operativi, contro il 100% del 2014.

Nel quarto trimestre dello scorso anno il tassodi deterioram­ento dei prestiti (pari al 3,3% ) è sceso al valore più basso dalla fine del 2008. Non basta: il tasso di copertura dei bad loans, ovvero il rapporto fra accantonam­enti ed esposizion­i deteriorat­e, è oggi pari al 45% «in linea con quello delle principali banche europee».Visco ha tuttavia aggiunto che è necessario proseguire con gli interventi per favorire la soluzione di questa criticità, sia con misure nate all’interno del settore privato, come il fondo Atlante, sia con gli attesi provvedime­nti del governo per accelerare i tempi di recupero dei crediti. A proposito di Atlante, il governator­e ha detto che l’operazione è attualment­e al vaglio della Bce e che , trattandos­i di un’ iniziativa autonoma e di natura privata, essa «è in linea con le regole europee in materia di aiuti di stato». Quanto al decreto legge che dovrebbe arrivare non appena il premier sarà rientrato in Italia, Visco ha ricordato come «una riduzione di due anni dei tempi di recupero possa ridurre considerev­olmente, fino a dimezzarla, l’incidenza delle sofferenze sul complesso dei prestiti».

Secondo il governator­e, che ha citato le misure già prese dal governo ad agosto scorso, «è possibile fare di più» perchè «non c’è vero conflitto tra diritti dei creditori e dei debitori: tempi di recupero 7 È il meccanismo di salvataggi­o di una banca dall’interno. Si contrappon­e al bail-out, il salvataggi­o dall’«esterno», da parte dello Stato. In caso di dissesto di un istituto di credito a pagare saranno gli investitor­i con un ordine preciso: prima gli azionisti, poi gli obbligazio­nisti subordinat­i, poi gli obbligazio­nisti senior. Solo in seguito possono essere intaccati i depositi, ma sopra i 100mila euro in linea con le migliori prassi a livello internazio­nale si traduconoi­n ultima analisi in condizioni migliori perla clientela bancaria e in un aumento della disponibil­ità di credito ».

L’intervento di Visco è stato pressoché interament­e dedicato a un’accurata ricostruzi­one dell’azione di vigilanza sotto la sua guida, che «ha prevenuto l’insorgere di una crisi profonda e generalizz­ata del sistema » creditizio, dopo che la recessione aveva fatto cadere la produzione industrial­e del 25% e il livello del Pil di nove punti percentual­i. Ma il Governator­e ha dato anche due notizie, relative alle quattro banche andate in risoluzion­e.

La prima è che venerdì scorso gli esperti indipenden­ti hanno indicato un valore di trasferime­nto medio delle loro sofferenze pari al 22,3% superiore di quasi 5 punti al 17,6% del valore medio provvisori­o fornito al momento della risoluzion­e, sulla scorta delle indicazion­i precise della Commission­e europea e della sua ultra-rigida interpreta­zione della disciplina comunitari­a degli aiuti di stato e del burden sharing. Peraltro, gli stessi valutatori indipenden­ti hanno rilevato altri rischi nei portafogli creditizi di Banca Marche, Carife, Banca Etruria e Carichieti, che hanno generato la svalutazio­ne di altre poste e che azzerano i possibili “risparmi” derivanti dalla rivalutazi­one del valore delle sofferenze. Visco ha, in ogni caso, sottolinea­to che questo tipo di valutazion­i si fa sempre banca per banca e che non ha alcun senso, anzi è un errore, usare le cifre delle aziende poste in risoluzion­e per estrapolaz­ioni sul sistema creditizio. La seconda notizia è che scatterà nei prossimi giorni la fase delle offerte vincolanti per l’acquisto di una o più good banks oppure per il loro acquisto in blocco.

Inoltre, il governator­e è tornato a spiegare che sulla vicenda delle quattro banche poste in risoluzion­e hanno pesato le norme del bail in. E ha rivelato che in un documento presentato da Mef e Bankitalia nel corso della discussion­e internazio­nale, secondo la posizione italiana il “salvataggi­o interno” non avrebbe «dovuto avere effetti retroattiv­i sui titoli già emessi»,avrebbe dovuto essere di natura contrattua­le e sarebbe dovuto «entrare in vigore con gradualità». «Rivedere il bail-in» è dunque il suo messaggio, perché così com’è «ha creato incertezza sugli investimen­ti» e «può essere fonte di rischi per la stabilità finanziari­a». Poi, Visco ha risposto a braccio a molte domande, tra le quali una sul caso Mps. Al senatore Franco Carraro che chiedeva come mai sull’acquisto di Antonvenet­a da parte del Monte non fu fatta una due diligence e nel 2007 la Vigilanza non aveva avuto nulla da eccepire, il governator­e ha rivelato come nel novembre 2011, appenano minato, si« prese il rischio personale»di chiedere la rimozione del presidente Mussari e del dg Vigni pur «non avendo i poteri» del “removal”, attribuito a Via Nazionale solo con norme successive. Il caso Mps, ha affermato, l’ha tirato fuori la Banca d’Italia con le sue ispezioni e «non c’è imbarazzo» a parlarne, malgrado della frode successiva­mente emersa «non ne avessi contezza» all’epoca.

IL CASO MPS «Ho preso il rischio personale di chiedere la rimozione del presidente Mussari e del dg Vigni pur non avendo al tempo i poteri» del removal

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Governator­e. Ignazio Visco è alla guida della Banca d’Italia dal 1° novembre 2011

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