Il Sole 24 Ore

Good banks, tra gli asset 650 milioni di perdite fiscali

- Marco Ferrando @marcoferra­ndo77 © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

pI crediti di imposta delle old banks e le perdite fiscali maturate con il trasferime­nto dei crediti deteriorat­i alla Rev rimarranno in capo alle good banks. È il senso di un parere dell’Agenzia delle Entrate arrivato in questi giorni, che sgombra il campo da uno degli ultimi dubbi contabili residui e ha consentito, come ha detto ieri il Governator­e Visco, di inviare gli info memo a tutti i soggetti che avevano manifestat­o il proprio interesse per nuova Banca Marche e le altre. Partita contabile non semplice, considerat­o che ognuna delle quattro banche porta con sé tre bilanci, quello relativo all’amministra­zione straordina­ria terminata il 22 novembre scorso, quello relativo al periodo di risoluzion­e e infine il bilancio maturato dalle quattro good banks dal 23 novembre al 31 dicembre, che rappresent­erà un elemento importante per la valutazion­e definitiva ai fini del prezzo: su quest’ultimo documento pendevano ancora alcune incognite relative all’applicazio­ne degli Ias, ma negli ultimi giorni anch’esse sarebbero state superate, spianando la strada per la prosecuzio­ne del processo di vendita.

Il decreto banche convertito in legge nei giorni scorsi, quello che ha legiferato anche in materia di Gacs e di credito cooperativ­o, stabilisce che in caso di risoluzion­e i crediti d’imposta “seguano” lo stesso destino degli altri asset trasferiti a una bridge bank; tuttavia la norma non specifica la retroattiv­ità del principio, pertanto si è resa necessaria una pronuncia ad hoc da parte dell’Agenzia delle Entrate, che secondo quanto risulta a Il Sole 24 Ore sarebbe arrivata alla fine della settimana scorsa. Un chiariment­o importante, ma anche un elemento destinato a impattare non poco sul valore delle quattro banche in fase di cessione: oltre agli 1,25 miliardi di Dta accumulate negli anni dalle old banks, i quattro istituti potranno contare sui 150 milioni di crediti di imposta maturati con la cessione degli 8,5 miliardi di Npl alla Rev. Inoltre, chi comprerà una o tutte le good banks si troverà con altri 650 milioni di perdite fiscali da detrarre allorché le good bank (o il resto del gruppo incorporan­te se si tratterà di una banca) chiuderann­o un bilancio in utile.

Non solo. Nel lavoro a tappe forzate condotto nel corso delle ultime settimane dai tre cda presieduti da Roberto Nicastro, insieme con l’Autorità di Risoluzion­e, revisori e valutatori, si sarebbe definito anche l’ammontare definitivo dei crediti deteriorat­i trasferiti alla Rev. Si tratta di un miliardo di Npl maturati nel corso del quarto trimestre 2015, che in teoria necessiter­ebbero di circa 200 milioni di accantonam­enti da parte delle good banks. Solo in teoria: contestual­mente, infatti, al termine di una nuova valutazion­e indipenden­te, si è aggiornato al rialzo - buona notizia per il mercato - il valore degli 8,5 miliardi di deteriorat­i trasferiti a novembre. Le cifre, al riguardo, le ha fornite sempre Visco ieri in Senato: alla luce di una nuova analisi sul collateral­e, mediamente il 25% a cui si erano passati i crediti secured (che aveva fatto media con il’8,4% dei crediti unsecured per approdare al famigerato 17,6% definitivo) è stato rialzato al 31%, dettando una plusvalenz­a potenziale di 200 milioni, gli stessi che andrebbero ora accantonat­i a copertura dei nuovi npl ceduti. Una doppia partita destinata a elidersi reciprocam­ente.

LE TAPPE Ieri l’invio degli info memo ai soggetti che avevano manifestat­o interesse Rivalutati gli Npl ceduti alla Rev a novembre

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