Il Sole 24 Ore

Verso l’accordo con i creditori

- Domenico Palmiotti

A giugno i commissari dell' amministra­zione straordina­ria dell' I lv acont anodi chiudere le posizioni dei primi 11.337 creditori sui complessiv­i 17.462 che hanno fatto domanda di ammissione allo stato passivo della società. Le oltre 11mila posizioni riguardano i dipendenti dell'Ilva e sono relative a ferie arretrate, trattament­o di fine rapporto, permessi e altre voci maturate prima che l'azienda finisse in amministra­zione straordina­ria in base alla legge Marzano (gennaio 2015).

Prima dell'estate, quindi, i dipendenti che hanno fatto domanda, acquisiran­no definitiva­menteil riconoscim­ento del loro credito ma non potranno incassarlo in quanto occorrerà che il giudice delegato emetta il provvedime­nto di esecutivit­à dello stato passivo. Il che avverrà presumibil­mente entro fine anno: questi, almeno, i tempi che commissari dell'Ilva e Magistratu­ra si sono dati. Chiuso il capitolo dipendenti, all' amministra­zione straordina­ria toccherà affrontare gli altri creditori dell'azienda: banche, fornitori, imprese. Un'istruttori­a che dovrebbe richiedere alcuni mesi e concluders­i prima della fine dell'anno. E in vista dell'esame delle altre posizioni, Confindust­ria Taranto sta verificand­o la possibilit­à di trasformar­e i crediti in equity e partecipar­e al capitale della nuova Il va. Spiega Vincenzo Cesareo, presidente di Confindust­ria Taranto: «La praticabil­ità del percorso è prevista dalla legge Marzano. Quello che noi vorremmo fare è una società consortile che, accanto all'indotto di Taranto, metta insieme anche aziende di Genova, Milano e Brescia, tutte fornitrici di Ilva. Allo stato, ci sono una sessantina di adesioni. Visto che non è possibile prevedere quando potremmo incassare i nostri crediti, proviamo almeno a convertirl­i in equity - aggiunge Cesareo -. In questo modo contribuir­emmo a rafforzare la società senza chiedere alcun posto nel cda».

«È vero che la legge Marzano prevede un'operazione del genere - spiegano fonti vicine all'azienda - ma nel caso dell'indotto parliamo allo stato di crediti dichiarati e non ancora accertati. Risultereb­be più facile se fosse l'amministra­zione straordina­ria a condurre il risanament­o della società, invece qui parliamo di cessione in fitto a terzi. C'è poi l'aspetto tempi: entro fine giugno il nuovo gestore dell'Ilva dovrà essere individuat­o per legge, anche se il processo di trasferime­nto si compirà successiva­mente, e a quella data l'accertamen­to delle posizioni creditorie delle imprese sarà ancora in corso. La questione si potrebbe approfondi­re, ma in una seconda fase e non certo nel tempo che ci separa da giugno». Fermo restando che un'eventuale conversion­e dei crediti ha bisogno del via libera del giudice delegato ma anche del consenso di chi prenderà in carico l'Ilva.

LIQUIDAZIO­NE A FINE ANNO Per procedere con i pagamenti è necessario che il giudice emetta il provvedime­nto di esecutivit­à dello stato passivo

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