Fatture europee saldate in ritardo
Italia (94%) peggio della media europea nelle transazioni commerciali tra imprese
Il 90% delle fatture “europee”, traclientiefornitori,sonopagatein ritardo. Mediamente, ci mettono unmeseinpiùrispettoallascadenza. L’Italia si conferma sopra alla media europea: 94% le fatture liquidate oltre i limiti.
Purtracomprensibilidifferenze nei vari Paesi europei, i ritardi di pagamento delle fatture nelle operazioni commerciali tra imprese – contenuti nell’annuale “fotografia”scattatadaAtradius(in13Paesi attraverso3milainterviste)–restano elevati. Non migliora, nonostante la ripresa in Europa, il quadro complessivo. E se in Europa il ritardomedioperpagareunafatturaèdi31giorni,inItaliaeSpagna–in talcasofanalinidicoda–arriviamo a 48 (44 la Grecia).
Lanuovaedizionedel“Barometro Atradius” sui comportamenti di pagamento tra aziende a livello europeo evidenzia che in Europa occidentale, in media, quasi il 40% del valore totale delle fatture commercialièstatopagatooltreitermini della scadenza.
Italia e Grecia sono i Paesi con la maggioreincidenzadiritardidipagamento su fatture commerciali sul mercato domestico: in media, quasi la metà del valore totale delle fatturecommercialiinquestiPaesi è risultato non pagato alla scadenza (+10% rispetto alla media dell’Europa occidentale). Ma anche il Regno Unito difetta, dove risulta che il 46,4% del valore totale delle vendite a credito delle aziende britanniche sui mercati esteri è risultato insoluto alla scadenza della fattura, ben al di sopra della media europea (38,3%).
Le difficili condizioni di mercato spiegano perché la maggior parte degli intervistati in Europa occidentale (57,9%, in aumento rispetto al 51,4% nel 2015) indica ancora la carenza di liquidità come ragione principaleperiritardidipagamento sul mercato interno. Un dato è particolarmente elevato anche in Grecia. Allo stesso modo, la percentuale di europei che ha riferito ritardi di pagamento da parte di clienti esteri per lo stesso motivo è salita al 40,2% (37,1% lo scorso anno), soprattutto in Austria.
Inevitabile che il rallentamento dei pagamenti, determinato dal credit crunch e dalle difficoltà finanziarie delle aziende, abbia impattinegativisull’interacatenadelle transazioni commerciali. In particolare, in Italia circa il 41% delle aziende intervistate (ben al di sopra del 25% degli intervistati in Europa)hadovutorimandareilpagamento 7 Il credito commerciale è la dilazione di pagamento concessa dall’azienda venditrice (il fornitore) al proprio cliente. A tutti gli effetti, il fornitore concede un prestito al cliente, sostenendone il costo. La concessione di credito commerciale è un costo e un rischio per le aziende, perché si rinuncia alla disponibilità di una somma di denaro, quantomeno per un determinato periodo di tempo, che può allungarsi in caso di ritardi nel pagamento. dei propri fornitori a causa dei ritardi di pagamento delle fatture commerciali da parte delle aziendeloroclienti.InItaliaquasiil doppio delle aziende (25%) rispetto all’Europa occidentale ha dovuto chiedere alla banca un’estensione dello scoperto. Infine, quasi il 23% delle aziende intervistate in Italia (contro il 19% di quelle europee)halamentatoperditediricavi.
«Il confronto con gli scenari pre-crisidimostrachelaqualitàdel credito commerciale nel nostro Paese presenta ancora degli elementi di forte criticità – ha aggiunto Massimo Mancini, country manager di Atradius – che pesano sul tessuto imprenditoriale. L’attesa inversione di tendenza del contestodelleinsolvenze,seppurmodesta, è una buona notizia per la nostraeconomia,maleprevisioniper l’anno in corso indicano la necessitàperleaziendeitalianedivalutare con attenzione la solvibilità dei propri clienti e comunque di attivare strumenti assicurativi in grado di ridurre il rischio di credito commerciale, sia sul mercato domestico che all’export».
«Il quadro – ha spiegato Massimo Mancini, Country manager di Atradius – ha effetti evidenti sull’economia reale. Laddove permangono problemi di liquidità e di pagamenti ritardati, anche l’economia fatica a riprendere il suo dinamismo, Mancano risorse per assunzioni, investimenti, nuovi progetti. Peraltro, il 55% degli intervistati non si aspetta un cambiamento della situazione quest’anno e addirittura uno su tre teme un peggioramento».
«I settori in cui si prevede un deterioramento delle tempistiche – ha concluso Silvia Ungaro, manager di Atradius che ha curato parte della ricerca – sono soprattutto l’edilizia, l’agricoltura e i metalli».
FRENO ALLA RIPRESA Per Massimo Mancini, country manager di Atradius, «laddove permangono problemi di liquidità anche l’economia fatica a riprendersi»