Il Sole 24 Ore

Il codice appalti è ora in Gazzetta

Boom di gare ad appalto integrato e massimo ribasso prima dei divieti

- Mauro Salernou

pPorta il numero 50 e la data del 18 aprile 2016 il nuovo Codice degli appalti pubblici di lavori, servizi e forniture. Dopo l' approvazio­ne finale da parte del governo venerdì scorso, completate a tempo di record le ultime verifiche (la "bollinatur­a" della Ragioneria lunedì e la firma del Capo dello Stato ieri), il decreto legislativ­o di riforma è stato pubblicato nella serata di ieri sulla Gazzetta Ufficiale n. 91.

Decolla, così, la riforma che semplifica in modo struttural­e il sistema, rende centrale il ruolo dell'Anac e introduce alcune novità strategich­e, come la qualificaz­ione delle stazioni appaltanti e il rating delle imprese. Ora però il rischio concreto è che, con il nuovo provvedime­nto, prenda forma un'impasse del sistema degli appalti pubblici, almeno per i prossimi mesi.

Il motivo è nascosto nella velenosa coda del decreto: «Il presente codice entra in vigore nel giorno stesso della sua pubblicazi­one in Gazzetta ufficiale». Quindi, il testo già da ieri ha forza di legge. Il Governo ha, cioè, scelto di non prevedere neppure la consueta fasedi vacatio legisdi15g­i orni, né tantomeno una fase transitori­a più lunga, per consentire agli operatori di mettersi al passo con i nuovi adempiment­i.

Ora però si parte a razzo: già da questa matt in aPaeim prese devono usare le nuove regole, e i bandi pubblicati da oggi devono essere costruiti con il nuovo Codice. Preparare nuove gare, però, richiede già normalment­e settimane di lavoro. La fase di adattament­o alle nuove norme richiederà certamente una gestazione ancora più lunga. A questo, poi, vanno aggiunti gli elementi di incertezza che derivano dal fatto che il Dlgs 50/2016 rinvia molte importanti novità a più di quaranta provvedime­nti attuativi, da approvare nei prossimi mesi. Il rischio blocco pare, insomma, concreto.

Uno dei cambiament­i più rilevanti subito in vigore è il divieto di appalto integrato nei lavori pubblici (progettazi­one + lavori). Nel vecchio Codice le stazioni appaltanti erano libere, e un certo "abuso" dell'appalto integrato ha portato contenzios­i nella fase di progettazi­one post-gara. La legge delega ha chiesto perciò di limitarlo ai soli casi di rilevante contenuto tecnologic­o dell' opera, e il testo finale ha fatto ancora di più: legare di lavori si devono fare sempre su progetto esecutivo.

Un divieto assoluto di appalto integrato che sta disorienta­ndo le stazioni appaltanti, tant'è che negli ultimi giorni si è assistito a una corsa a pubblicare appalti integrati, prima della riforma. Solo negli ultimi tre giorni utili (15, 18 e 19 aprile), sono stati pubblicati 15 bandi soprasogli­a ad appalto integrato, per un importo di 235 milioni di euro. Quasi certa, ora, una fase di stallo, per "digerire" la novità e portare i progetti alla fase di esecutivo.

Corsa ai bandi anche sul massimo ribasso, criterio di aggiudicaz­ione prima libero, e che da oggi diventa possibile solo fino a un milione di euro( al disopra sarà obbligator­i alava lutazione prezzo qualità ). Nelle ultime settimane l'Anas ha pubblicato 33 gare per accordi quadro di manutenzio­ne straordina­ria, tra cui 21 per la Salerno-Reggio Calabria, per un valore totale di 256 milioni di euro. Anche qui c' è da aspettarsi ora una fase di adattament­o, soprattutt­o per fissare nuovi criteri di valutazion­e qualitativ­a delle offerte in lavori "di routine".

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