Guida anti-sanzioni per le imprese
Per evitare le sanzioni o quantomeno ottenere uno “sconto” quando si violano le norme sulla concorrenza la migliore medicina è la prevenzione. Nasce da qui l’iniziativa di Confindustria che ha appena messo a punto le prime «linee guida» per le aziende, Pmi comprese, per favorire «la compliance Antitrust». Si tratta di un vera e propria guida per l’uso per le imprese - con strategie e misure concrete da adottare per prevenire comportamenti anticoncorrenziali - presentata ieri a Roma, nella sede dell’associazione degli industriali, a cui ha lavorato un gruppo composto da componenti del mondo imprenditoriale e professionale coordinato dall’area Affari legislativi di Confindustria. E che prevede anche due allegati con le principali norme e una serie di casi concreti.
«È stato lo stesso presidente dell’Authority Giovanni Pitruzzella a invitarci a lavorare su questo tema dopo l’adozione nel 2014 delle linee guida sulle sanzioni che prevedono tra l’altro una attenuante per le aziende che hanno adottato programmi di compliance», spiega Marcella Panucci direttore generale di Confindustria. Che vede in questo vademecum - da oggi pubblicate sul sito dell’associazione - uno strumento per «valorizzare comportamenti virtuosi e di prevenzione, studiato sia per le grandi imprese che hanno già le competenze che per le Pmi che hanno invece spesso bisogno di un supporto».
Quello che è emerso ieri alla presentazione delle «linee guida» - il primo documento di questo tipo realizzato in Europa da un’associazione industriale - è come la messa in atto di questi comportamenti virtuosi può essere un buon investimento per tante ragioni. Innanzitutto aiuta le imprese a evitare le pesanti conseguenze degli illeciti antitrust ,ma poi anche in caso di violazione la presenza di un programma di compliance può essere considerato dalla stessa Autorità come una circostanza attenuante (con una riduzione della sanzione fino al 15%). Quattro le fasi indicate nelle linee guida che prevedono come presupposto fondamentale il pieno coinvolgimento del top management: si parte con la mappatura dei rischi che, a esempio, per le aziende più grandi può essere l’accertamento di una posizione dominante nel mercato mentre per una Pmi la prevenzione di intese restrittive della concorrenza. Nella
I DESTINATARI Lo strumento è studiato sia per le grandi imprese che hanno già le competenze, sia per le Pmi che hanno spesso bisogno di supporto
seconda fase si valuta l’entità del rischio e il suo impatto in base al tipo di mercato o alla dimensione dell’impresa. Segue poi la gestione del rischio con misure che vanno dalla formazione del personale all’adozione in azienda di sistemi anonimi di denuncia di possibili violazioni (il “whistleblowing”) fino a incentivi e premi legati alla compliance. Infine l’ultima fase di questo «processo circolare»: quello del monitoraggio e della revisione con le possibili contromisure per rimettere l’azienda in carreggiata.
«Queste linee guida sono fatte molto bene e vanno attuate e ritagliate in base alla singola impresa», ha spiegato Filippo Arena capo di gabinetto dell’Autorità Antitrust. «Sono importanti - ha poi concluso - perché riguardano anche le Pmi e promuovono la cultura della concorrenza che come la lotta alla corruzione e all’evasione fiscale devono diventare un patrimonio fondamentale nelle aziende».