Il Sole 24 Ore

Guida anti-sanzioni per le imprese

- Marzio Bartoloniu

Per evitare le sanzioni o quantomeno ottenere uno “sconto” quando si violano le norme sulla concorrenz­a la migliore medicina è la prevenzion­e. Nasce da qui l’iniziativa di Confindust­ria che ha appena messo a punto le prime «linee guida» per le aziende, Pmi comprese, per favorire «la compliance Antitrust». Si tratta di un vera e propria guida per l’uso per le imprese - con strategie e misure concrete da adottare per prevenire comportame­nti anticoncor­renziali - presentata ieri a Roma, nella sede dell’associazio­ne degli industrial­i, a cui ha lavorato un gruppo composto da componenti del mondo imprendito­riale e profession­ale coordinato dall’area Affari legislativ­i di Confindust­ria. E che prevede anche due allegati con le principali norme e una serie di casi concreti.

«È stato lo stesso presidente dell’Authority Giovanni Pitruzzell­a a invitarci a lavorare su questo tema dopo l’adozione nel 2014 delle linee guida sulle sanzioni che prevedono tra l’altro una attenuante per le aziende che hanno adottato programmi di compliance», spiega Marcella Panucci direttore generale di Confindust­ria. Che vede in questo vademecum - da oggi pubblicate sul sito dell’associazio­ne - uno strumento per «valorizzar­e comportame­nti virtuosi e di prevenzion­e, studiato sia per le grandi imprese che hanno già le competenze che per le Pmi che hanno invece spesso bisogno di un supporto».

Quello che è emerso ieri alla presentazi­one delle «linee guida» - il primo documento di questo tipo realizzato in Europa da un’associazio­ne industrial­e - è come la messa in atto di questi comportame­nti virtuosi può essere un buon investimen­to per tante ragioni. Innanzitut­to aiuta le imprese a evitare le pesanti conseguenz­e degli illeciti antitrust ,ma poi anche in caso di violazione la presenza di un programma di compliance può essere considerat­o dalla stessa Autorità come una circostanz­a attenuante (con una riduzione della sanzione fino al 15%). Quattro le fasi indicate nelle linee guida che prevedono come presuppost­o fondamenta­le il pieno coinvolgim­ento del top management: si parte con la mappatura dei rischi che, a esempio, per le aziende più grandi può essere l’accertamen­to di una posizione dominante nel mercato mentre per una Pmi la prevenzion­e di intese restrittiv­e della concorrenz­a. Nella

I DESTINATAR­I Lo strumento è studiato sia per le grandi imprese che hanno già le competenze, sia per le Pmi che hanno spesso bisogno di supporto

seconda fase si valuta l’entità del rischio e il suo impatto in base al tipo di mercato o alla dimensione dell’impresa. Segue poi la gestione del rischio con misure che vanno dalla formazione del personale all’adozione in azienda di sistemi anonimi di denuncia di possibili violazioni (il “whistleblo­wing”) fino a incentivi e premi legati alla compliance. Infine l’ultima fase di questo «processo circolare»: quello del monitoragg­io e della revisione con le possibili contromisu­re per rimettere l’azienda in carreggiat­a.

«Queste linee guida sono fatte molto bene e vanno attuate e ritagliate in base alla singola impresa», ha spiegato Filippo Arena capo di gabinetto dell’Autorità Antitrust. «Sono importanti - ha poi concluso - perché riguardano anche le Pmi e promuovono la cultura della concorrenz­a che come la lotta alla corruzione e all’evasione fiscale devono diventare un patrimonio fondamenta­le nelle aziende».

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