Svolta hi-tech per la gestione dei pagamenti
«Beh, se i negozi non pagano spiega Stefano Palmieri - semplicemente non consegniamo». «Chi vende - aggiunge Francesco Turrini - sa che da noi riceve incentivi in base a quanto poi in effetti incassiamo».
Meccanismi in parte diversi, quelli esposti dal direttore finanziario di Granarolo e dal numero uno di Man at Work. Che hanno però un obiettivo comune, divenuto negli anni progressivamente più rilevante per tutti i settori produttivi: gestire il credito in modo efficiente riducendo gli insoluti e i tempi di incasso. Tema cruciale, quello dibattuto ieri al Sole 24 Ore nel convegno organizzato da Cribis D&B, soprattutto perché l’Italia, da questo punto di vista, resta ancora distante dalle “abitudini” visibili altrove. In Germania, ad esempio, la quota di pagamenti puntuali supera il 70%, un dato doppio rispetto a quello del nostro paese. La lunga e profonda recessione iniziata nel 2009, con il suo “lascito” di crisi aziendali e fallimenti, ha certamente aggravato la situazione, gettando sabbia negli ingranaggi di un sistema che già in origine partiva con un handicap rispetto ai competitor.
Nel corso degli anni le aziende hanno così modificato l’assetto organizzativo dell’area di gestione del credito, aumentando gli investimenti e adottando in media un approccio più sistematico, grazie anche all’introduzione di dosi aggiuntive di dati e automazione.
Per un’azienda come Dhl, ad esempio, l’adozione di strumenti ad hoc per valutare e gestire il grado di rischio dei clienti ha prodotto un calo di un milione di euro per le partite incagliate e una riduzione dei tempi medi di pagamento; in Feralpi la riorganizzazione delle procedure ha ridotto del 15% lo scaduto, per Man at Work (somministrazione di lavoro) le perdite su crediti valgono appena l’1,2 per mille dei ricavi, risultati positivi nell’adozione di tecniche mirate di gestione vi sono anche per Granarolo e Sole 24 Ore, altri casi presentati nel corso dell’incontro.
I dati di Cribis D&B evidenziano in media in Italia un quadro in leggero miglioramento, confermato anche dalle valutazioni delle stesse aziende fornitrici: i pagamenti con oltre 30 giorni di ritardo sono in calo su base annua del 12% e anche la quota di aziende che dichiara insoluti in crescita è in via di riduzione. Dati che tuttavia non permettono alle aziende di abbassare la guardia, soprattutto alla luce delle ampie differenze settoriali, dimensionali e geografiche ancora esistenti: i pagamenti puntuali al Sud sono pari al 22%, quasi la metà rispetto al Nord-Ovest; la pubblica amministrazione è virtuosa solo nel 13% dei casi, la manifattura presenta dati tripli. «Assicurazione sul credito, lettera di credito o pagamento anticipato - spiega l’ad di Cribis D&B Marco Preti - sono strumenti che forniscono una tutela “finanziaria” a fronte di un possibile mancato pagamento. Le informazioni sono però complementari a questi strumenti, si inseriscono prima del processo di valutazione dei clienti e aiutano l’azienda ad identificare le opportunità migliori e a definire meglio offerte e accordi».
IL TREND SUI CLIENTI Cambiamenti accelerati dalla crisi. Preti (Cribis D&B): «Informazioni cruciali per identificare le migliori opportunità di mercato»