Bancari, un accordo sulle pressioni commerciali
pIl tema delle pressioni commerciali nel credito esiste e ad ammettere che vada affrontato, seppure con toni e spiegazioni diverse, sono tanto le banche quanto i sindacati. Ieri dal consiglio nazionale della Uilca, a Milano, il segretario generale Massimo Masi ha spiegato che «questo è un problema, è il nostro problema e se chiediamo che venga affrontato non vi dovete innervosire». Gli interlocutori sono quelli giusti, in platea ci sono i delegati Uilca e alla tavola rotonda il presidente del Casl di Abi e chief operations officer di Intesa Sanpaolo, Eliano Omar Lodesani, Cristiano Carrus, amministratore delegato di Veneto Banca, Pierfrancesco Saviotti, amministratore delegato del Banco Popolare e Giuseppe Castagna amministratore delegato di Bpm. Si tratta di un problema, dice Masi, perché «questa crisi di liquidità è dovuta anche al calo della fiducia della clientela verso le banche dove sono stati venduti prodotti non idonei. Su questo argomento dobbiamo arrivare a un accordo nazionale», e in questo il sindacato ritiene di avere un credito importante perché «noi ci abbiamo messo la faccia molto più di voi (riferendosi ai banchieri, ndr) per difendere il sistema bancario».
Sul tema c’è discussione. C’è discussione nei grandi gruppi, a partire da Intesa Sanpaolo, dove, come ha ricordato il responsabile delle relazioni industriali Alfio Filosomi, il giorno prima, un accordo è già stato fatto, ma c’è discussione anchein Unicredit dove il dialogo col sindacato è in fieri. E a breve la discussione potrebbe aprirsi anche in Abi. «Io non credo che esistano cattivi prodotti, ma forse esistono prodotti venduti male - precisa Lodesani -. Il vero tema è come si vendono i prodotti». Regole però non ne mancano. «Tra regole interne alle banche e regole del contratto collettivo nazionale abbiamo molte regole. Dobbiamo organizzarle e dare delle linee», spiega Lodesani. L’educazione finanziaria di chi compra è sicuramente importante, allo stesso modo in cui lo è la formazione dei lavoratori. È proprio qui che si trovano gli spazi in cui lavorare e
IL CONSIGLIO UILCA Lodesani (Abi) : «Bisogna definire un quadro che però non abbia l’effetto di impedire ai dipendenti di vendere i prodotti »
in cui «bisogna definire un quadro che però non abbia l’effetto di impedire di vendere i prodotti», continua.
Nel credito c’è stato un profondo cambiamento negli ultimi anni, in gran parte portato dalle nuove tecnologie e dai nuovi mestieri. Questo ha significato un cambiamento anche per i bancari e ha aperto la strada a progetti di riconversione professionale di cui si trova un maxiesempio proprio in Intesa Sanpaolo dove sono in corso quasi 4.500 riconversioni professionali. Una storia che per Masi dovrebbe trasformarsi in tante storie e «che va privilegiata. Nel credito basta con gli esodi biblici, si possono esplorare altre strade».