Il Sole 24 Ore

Bancari, un accordo sulle pressioni commercial­i

- Cristina Casadei

pIl tema delle pressioni commercial­i nel credito esiste e ad ammettere che vada affrontato, seppure con toni e spiegazion­i diverse, sono tanto le banche quanto i sindacati. Ieri dal consiglio nazionale della Uilca, a Milano, il segretario generale Massimo Masi ha spiegato che «questo è un problema, è il nostro problema e se chiediamo che venga affrontato non vi dovete innervosir­e». Gli interlocut­ori sono quelli giusti, in platea ci sono i delegati Uilca e alla tavola rotonda il presidente del Casl di Abi e chief operations officer di Intesa Sanpaolo, Eliano Omar Lodesani, Cristiano Carrus, amministra­tore delegato di Veneto Banca, Pierfrance­sco Saviotti, amministra­tore delegato del Banco Popolare e Giuseppe Castagna amministra­tore delegato di Bpm. Si tratta di un problema, dice Masi, perché «questa crisi di liquidità è dovuta anche al calo della fiducia della clientela verso le banche dove sono stati venduti prodotti non idonei. Su questo argomento dobbiamo arrivare a un accordo nazionale», e in questo il sindacato ritiene di avere un credito importante perché «noi ci abbiamo messo la faccia molto più di voi (riferendos­i ai banchieri, ndr) per difendere il sistema bancario».

Sul tema c’è discussion­e. C’è discussion­e nei grandi gruppi, a partire da Intesa Sanpaolo, dove, come ha ricordato il responsabi­le delle relazioni industrial­i Alfio Filosomi, il giorno prima, un accordo è già stato fatto, ma c’è discussion­e anchein Unicredit dove il dialogo col sindacato è in fieri. E a breve la discussion­e potrebbe aprirsi anche in Abi. «Io non credo che esistano cattivi prodotti, ma forse esistono prodotti venduti male - precisa Lodesani -. Il vero tema è come si vendono i prodotti». Regole però non ne mancano. «Tra regole interne alle banche e regole del contratto collettivo nazionale abbiamo molte regole. Dobbiamo organizzar­le e dare delle linee», spiega Lodesani. L’educazione finanziari­a di chi compra è sicurament­e importante, allo stesso modo in cui lo è la formazione dei lavoratori. È proprio qui che si trovano gli spazi in cui lavorare e

IL CONSIGLIO UILCA Lodesani (Abi) : «Bisogna definire un quadro che però non abbia l’effetto di impedire ai dipendenti di vendere i prodotti »

in cui «bisogna definire un quadro che però non abbia l’effetto di impedire di vendere i prodotti», continua.

Nel credito c’è stato un profondo cambiament­o negli ultimi anni, in gran parte portato dalle nuove tecnologie e dai nuovi mestieri. Questo ha significat­o un cambiament­o anche per i bancari e ha aperto la strada a progetti di riconversi­one profession­ale di cui si trova un maxiesempi­o proprio in Intesa Sanpaolo dove sono in corso quasi 4.500 riconversi­oni profession­ali. Una storia che per Masi dovrebbe trasformar­si in tante storie e «che va privilegia­ta. Nel credito basta con gli esodi biblici, si possono esplorare altre strade».

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