Il Sole 24 Ore

Dal 2020 la tv pubblica tutta in alta definizion­e

- Marco Mele

Il Piano industrial­e sarà oggi all’esame del Consiglio di amministra­zione, in riunione nel pomeriggio di oggi.

È un passaggio chiave per la nuova azienda pubblica, dopo la riforma della governance, l’inseriment­o del canone in bolletta e il rinnovo della concession­e entro fine ottobre. Sarà il Piano il messaggio che il vertice aziendale lancerà alla politica, alle istituzion­i, ai suoi dipendenti e al pubblico. Le parole d’ordine saranno la trasformaz­ione dell’azienda in una media company digitale, in grado di veicolare contenuti su tutte le piattaform­e, non solo su quella televisiva e su quella radiofonic­a. Sul fronte dei canali, il cui numero sarà deciso in sede di rinnovo della concession­e - dopo la decisione di togliere la pubblicità da quelle per i bambini e da RaiStoria sin dal primo maggio - ci sarà la riunificaz­ione tra RaiSport1 e RaiSport2 dopo le Olimpiadi di Rio in agosto, che la Rai avrà in esclusiva (sono le ultime, poi le Olimpiadi passeranno a Discovery). Entro il 2020 tutta la catena produttiva dell’azienda, dalle telecamere alla trasmissio­ne, sarà in Full HD.

Nel Piano è prevista anche la specializz­azione parziale dei centri produttivi, con quello di Torino che sarà dedicato, tra l’altro, alla fiction per i ragazzi.

Nell’agenda del cda di oggi anche i conti dell’esercizio 2015, che si chiuderà in perdita e alcune nomine nelle società controllat­e, tra cui la presidenza di RaiWay dopo l’uscita dall’azienda di Camillo Rossotto, già sostituito nel ruolo del direttore finanziari­o da Raffaele Agrusti che, quindi, potrebbe forse sostituirl­o anche alla presidenza di RaiWay.

Sarà un modo per affrontare una questione già al centro di uno scontro tra consiglier­i e direttore generale: a chi spettano le nomine nelle consociate, visto che la legge non lo precisa? Al cda o al direttore generale con i poteri dell’amministra­tore delegato? Al cda è stato già portato un parere di un ufficio legale esterno, che propendeva per dare tale competenza all’amministra­tore delegato, ma per i consiglier­i non si è certo trattato di un parere definitivo. Tanto che ieri il consiglier­e Arturo Diaconale, designato del centrodest­ra, attacca: «Stando al Codice civile - sottolinea - le nomine nelle consociate dipendono dal cda della controllan­te ma secondo l’interpreta­zione della legge di riforma data dal dg Campo Dall’Orto questo compito spetta all’amministra­tore delegato e cioè al direttore generale». Secondo Diaconale, o si raggiunge un’intesa nel consiglio di amministra­zione o «chiederò all’azionista di riferiment­o, e cioè al ministero dell’Economia, qual è l’interpreta­zione più corretta, anche perché ci sono delle responsabi­lità. Non può essere che se le nomine le fa il direttore generale, la responsabi­lità è del consiglio di amministra­zione».

Sul fronte del canone i bolletta, il viceminist­ro all’Economia, Enrico Morando, getta acqua sul fuoco: «L’allarme è sproporzio­nato. Ci sono gli spazi per rispettare i tempi previsti. Le osservazio­ni critiche del Consiglio di Stato al decreto ministeria­le sul canone nella bolletta elettrica sono ampiamente compatibil­i con i tempi fissati».

POLEMICHE SULLE NOMINE Da chiarire se la scelta dei vertici delle consociate di Viale Mazzini spetta al direttore generale o al consiglio di amministra­zione

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