Il Sole 24 Ore

Merloni e lo «sconto» su Whirlpool

- Di Simone Filippetti

Periferia di Fabriano, che poi è a poche centinaia di metri dal centro, viale Aristide Merloni che prende il nome dal concittadi­no più famoso, l’inventore degli elettrodom­estici in Italia e uno dei padri del boom economico. Il quartier generale di Indesit, un basso edificio squadrato color grigio, da fuori, ha un pratino curato e un piccolo eliporto. Davanti all’ingresso sventolano una bandiera americana e una italiana. Quella a stelle e strisce l’hanno issata i nuovi padroni di Whirlpool, sbarcati in mezzo agli Appennini due anni fa. Dentro gli uffici, però, il quadretto pare sia meno idilliaco: traballa il maxi accordo che, nell’estate 2014, ha portato gli americani a conquistar­e il colosso italiano. Per la scalata a Indesit, Whirlpool ha staccato un assegno da 1 miliardo di euro: 750 milioni sono andati alla famiglia di Vittorio Merloni (uno dei figli di Aristide), 50 miloni alle minoranze (il fratello maggiore di Vittorio, Francesco il proprietar­io della Ariston Thermo) e altri 150 per portare via l’azienda del «bianco» dalla Borsa. Adesso, però, i Merloni, che hanno lasciato la loro azienda dopo quasi un secolo di storia, e la multinazio­nale sarebbero ai ferri corti: gli americani contestano il prezzo e avrebbero chiesto uno sconto di 100 milioni. Il casus belli sarebbe lo «scandalo asciugatri­ci»: milioni di elettrodom­estici Indesitdif­ettosi usciti da una fabbrica inglese. La notizia, quasi snobbata in Italia ha avuto grosso impatto in Inghilterr­a dove sono stati . Gli americani si sarebbero trovati in mano una grana eredità degli italiani a cui ora presenta il conto: i difetti fanno scattare dele clauso cherimeton in discussion­e il prezzo pagato alla famiglia.A Fabriano, invece, raccontano che la storia sia più complessa.La questione delle aa sarebbe solo un «pretesto» per abbassare, di fatto, il prezzo di un’acquisizio­ne che gli americani avrebbero strapagato e di cui si sarebbero, forse, pentiti.

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