Merloni e lo «sconto» su Whirlpool
Periferia di Fabriano, che poi è a poche centinaia di metri dal centro, viale Aristide Merloni che prende il nome dal concittadino più famoso, l’inventore degli elettrodomestici in Italia e uno dei padri del boom economico. Il quartier generale di Indesit, un basso edificio squadrato color grigio, da fuori, ha un pratino curato e un piccolo eliporto. Davanti all’ingresso sventolano una bandiera americana e una italiana. Quella a stelle e strisce l’hanno issata i nuovi padroni di Whirlpool, sbarcati in mezzo agli Appennini due anni fa. Dentro gli uffici, però, il quadretto pare sia meno idilliaco: traballa il maxi accordo che, nell’estate 2014, ha portato gli americani a conquistare il colosso italiano. Per la scalata a Indesit, Whirlpool ha staccato un assegno da 1 miliardo di euro: 750 milioni sono andati alla famiglia di Vittorio Merloni (uno dei figli di Aristide), 50 miloni alle minoranze (il fratello maggiore di Vittorio, Francesco il proprietario della Ariston Thermo) e altri 150 per portare via l’azienda del «bianco» dalla Borsa. Adesso, però, i Merloni, che hanno lasciato la loro azienda dopo quasi un secolo di storia, e la multinazionale sarebbero ai ferri corti: gli americani contestano il prezzo e avrebbero chiesto uno sconto di 100 milioni. Il casus belli sarebbe lo «scandalo asciugatrici»: milioni di elettrodomestici Indesitdifettosi usciti da una fabbrica inglese. La notizia, quasi snobbata in Italia ha avuto grosso impatto in Inghilterra dove sono stati . Gli americani si sarebbero trovati in mano una grana eredità degli italiani a cui ora presenta il conto: i difetti fanno scattare dele clauso cherimeton in discussione il prezzo pagato alla famiglia.A Fabriano, invece, raccontano che la storia sia più complessa.La questione delle aa sarebbe solo un «pretesto» per abbassare, di fatto, il prezzo di un’acquisizione che gli americani avrebbero strapagato e di cui si sarebbero, forse, pentiti.