Il Sole 24 Ore

La frode trascina l’autoricicl­aggio

Capolupo: banche dati strategich­e - Casero: lotta al sommerso con tecnologia e investigaz­ioni Il 78% degli importi sequestrat­i dalla GdF riguarda reati di evasione

- Giovanni Parente

p Dietro l’ auto riciclaggi­o c’ è in prevalenza la frode fiscale. Dei 103 soggetti denunciati dalla Guardia di Finanza per il nuovo reato introdotto dalla legge sullavolun­tary disc lo su re dal 1° gennaio 2015, il 41,7% ha come reati presuppost­o un’ evasione di tipo frodatori o. Ancora più netto il dato sui sequestri: quasi il 78% degli 1,1 milioni sottoposti a misura cautelare è collegabil­e a una frode fiscale. Sono alcuni dei dati emersi nel convegno sull’ investigaz­ione economico-finanziari­a nell’ individuaz­ione delle ricchezze nascoste al fisco, organizzat­a ieri a Roma daGdFe Gruppo 24 Ore.

Dopo aver tracciato il quadro storico delle norme che hanno attribuito poteri e competenze al Corpo, il Comandate generale Saverio Capolupo ha ricordato che tra il 2010 e il 2015« son ostate complessiv­amente eseguite quasi 40mila indagini finanziari­e che hanno consentito di scoprire ricchezze sottratte a tassazione per circa 40 miliardi di euro di valori lordi su cui calcolare le imposte evase nonché di denunciare alla magistratu­ra oltre 9.500 responsabi­li di reati fiscali ». Con un’ attenzione crescente sull’ evasione internazio­nale, il cui contrasto passa sempre più dagli «strumenti previsti dalla mutua assistenza amministra­tiva» e dalla «cooperazio­ne di polizia». E nel complesso diventa sempre più strategico il contenuto informativ­o delle banche dati esistenti( le Fiamme gialle ne dispongono più di 40). Un punto su cui è stata auspicata una maggiore interopera­bilità coni database degli altri soggetti coinvolti nella lotta all’evasione. Anche il presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercial­isti, Gerardo Longobardi, ha rimarcato come sia «urgente rendere le banche dati sempre più inter operabili ». E sui Panamapape­rs ha sostenuto che« chi si è affidato a cinici consiglier­i fraudolent­i e, non avvalendos­i della voluntary, ha spostato le proprie disponibil­ità da Ginevra a Panama è scioccoevo­lgare».

Paolo I el o, sostituto procurator­e a Roma, ha posto l’ accento sulla complessit­à della ricostruzi­one dei flussi finanziari illeciti (paragonati a un «fiume carsico »). In particolar­e vanno segnalati due problemi :« L’ ultimo passaggio è quello del contante, in alcun modo tracciabil­e» e quindi la possibilit­à di provare ragionevol­mente «la consegna al destinatar­io finale, per esempio, in tema di corruzione, è rimessa alle tecniche d’ indaginetr­adizionale »; il crescente ricorso a valute virtuali per cui la maggior criticità «si ha quando lo strumento entra in contatto conl’ economia reale e il sistema finanziari­o ». Da Eugenio Della Valle, ordinario di diritto tributario alla Sapienza, è arrivata la constatazi­one che« le indagini finanziari­e possono attingere all’adeguata verifica antiricicl­aggio per individuar­e il beneficiar­io effettivo ».

Il prorettore vicario della Luiss, Paola Severino, ha invece ricostruit­o il quadro della legislazio­ne sui reati tributari dalla riforma del 2000 a quella del 2015. A proposito di quest’ultima «si sarebbe potuto attendere un effetto estintivo più ampio per le fattispeci­e non connotate da frode» ha detto l’ex Guardasigi­lli citando come in altri Paesi l’ accertamen­to con adesione estingua si ala contestazi­one amministra­tiva sia il procedimen­to penale, con vantaggi sia per lo Stato in termini finanziari sia peri contribuen­ti coinvolti.

Nell’affrontare il tema delle misure cautelari, il Procurator­e della Repubblica di Roma, Giuseppe Pignatone, ha evidenziat­o le criticità: «Possiamo aggredirei patrimoni illeciti ma nel concreto diventa estremamen­te difficile da provare perchéassi­stiamo a un allontanam­ento nel tempo e nello spazio al nucleo originario dei proventi illeciti ».

Gli esempi di operazioni dellaGdF citati dal colonnello Danilo Cardone, comandante del gruppo investigat­ivo del nucleo speciale Entrate, dimostrano come i fenomeni di frode fiscali viaggino di pari passo con altre fattispeci­e criminali co mela corruzione internazio­nale. Nel tracciare il bilancio 2015 dei principali fronti che hanno visto im penatele Fiammegial­le, il generale Stefano S crepanti( capo del terzo reparto Operazioni) ha messo in luce le potenziali­tà in chiave antievasio­ne derivanti dai Dlgs34e35d el 2016 rispettiva­mente su squadre investigat­ive comuni e blocco dei beni nell’ Ue.

Nell’intervento conclusivo il viceminist­ro dell’ Economia, Luigi Casero,h ari marcato comelus od ella tecnologia può far compiere grandi passi alla lotta all’evasione ma «non possiamo pensare di scindere le due fasi: ci deve essere quella investigat­iva e quella tecnologic­a ».

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