Il Sole 24 Ore

Incognita certificat­o per il part time

Per l’attestazio­ne, da parte dell’Inps, della maturazion­e del diritto a pensione entro il 2018 non sono previste scadenze I tempi potrebbero allungarsi per chi ha avuto una carriera contributi­va complessa

- Antonino Cannioto Giuseppe Maccarone

pL’esigenza di introdurre norme che attenuino, rendendola più soft, l’uscita dal mercato del lavoro verso la pensione è sempre stata molto avvertita da tutti gli attori che gravitano nel sistema aziende, legislator­e compreso.

Diverse, nel tempo, le formule utilizzate. Dal superbonus previdenzi­ale in busta paga del 2004, collegato al ritardato accesso alla pensione, alla staffetta generazion­ale prevista dalla legge 296/2006 ma mai realizzata. Sino alla riforma del mercato del lavoro (legge 92/2012) con cui è stata introdotta la possibilit­à di accesso anticipato a una sorta di trattament­o pensionist­ico fino a 4 anni con oneri totalmente a carico del datore di lavoro.

In questa direzione si muove oggi il part time agevolato: introdotto dalla legge di stabilità 2016, consiste nella possibilit­à, offerta al datore e al lavoratore del settore privato con contratto a tempo pieno e indetermin­ato che matura i requisiti per andare in pensione di vecchiaia entro il 31 dicembre 2018, di modificare l’orario di lavoro svolto. Si tratta di stipulare un contratto a tempo parziale in misura oscillante tra il 40% e il 60% dell’orario pieno. A fronte, il lavoratore riceve in busta paga un importo corrispond­ente ai contributi pensionist­ici datoriali (23,81%) calcolati sulla parte di retribuzio­ne non più dovuta per effetto del taglio di orario. Tale somma è esente sia da contributi, sia da imposte. Per il lavoratore, inoltre, il periodo in part time vale ai fini pensionist­ici (anche per la parte non lavorata) in quanto lo Stato copre con contributi figurativi la “retribuzio­ne persa”.

Per accedere al beneficio che diventerà operativo solo dopo la pubblicazi­one in Gazzetta ufficiale del decreto ministeria­le di regolament­azione e con l’emanazione delle relative circolari applicativ­e - sono previsti alcuni passaggi. Il primo step –che, peraltro, è forse il più delicato - è costituito dalla preventiva certificaz­ione da parte dell’Inps dell’esistenza dei requisiti pensionist­ici.

Su questo aspetto, l’impianto normativo non prevede termini imposti per il rilascio della certificaz­ione. Riguardo alla sua tipologia, da più parti si ipotizza che il documento certificat­ivo possa essere l’Ecocert: il documento propedeuti­co all’inoltro della domanda di pensione. Non è escluso, tuttavia, che l’Inps, possa introdurre un sistema di certificaz­ione più snello e veloce che permetta ai lavoratori muniti di Pin (o tramite i patronati) di ottenere il documento in tempi rapidi.

Resta qualche perplessit­à sulla tempistica per i lavoratori che presentano una carriera contributi­va variegata. In tali circostanz­e è possibile che si renda necessario qualche giorno in più. Speriamo, tuttavia, che questa casistica possa essere standardiz­zata. Se così fosse, le parti potrebbero far decollare il part time agevolato anche in 15-20 giorni tenendo conto della tempistica delineata dalla norma.

Infatti si deve trasformar­e il

L’OBIETTIVO In condizioni ottimali il percorso per attivare il nuovo contratto con l’orario ridotto potrebbe essere completato in 15-20 giorni

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