Berlusconi apre alla Meloni poi frena Fi si spacca, nella notte vertice con Bertolaso
Oggi ufficio di presidenza: l’ipotesi di una federazione dei tre partiti di centrodestra
Silvio Berlusconi ha aperto ieri a Giorgia Meloni come candidata a sindaco di Roma, per poi frenare: Forza Italia resta spaccata fra chi insiste per questa soluzione, chi non vuole cedere su Guido Bertolaso e chi vorrebbe sostenere Alfio Marchini. Vertice nella notte tra il Cavaliere e l’ex capo della protezione civile.
Fino al tardo pomeriggio di ieri sembrava cosa fatta: Silvio Berlusconi, pressato da buona parte dei big azzurri, era in procinto di dire addio alla candidatura di Guido Bertolaso a sindaco di Roma per convergere su Giorgia Meloni e ricompattare il centrodestra. Poi le tensioni sono di nuovo salite e la virata è stata rinviata a stamattina: alle 11 è convocato l’ufficio di presidenza di Forza Italia per dare una veste collegiale alla decisione. Alle 18, se tutto filasse liscio, Meloni potrebbe inaugurare la sua campagna elettorale trasformando il Pincio nella versione romana del palco di Bologna, quando per la prima volta i leader di Fi, Fratelli d’Italia e Lega hanno sfilato insieme.
Berlusconi, Meloni, Salvini: stesse facce, equilibri diversi. I pontieri hanno lavorato fino all’ultimo a un documento unitario del centrodestra da sottoporre ai vertici di Fi con la proposta di un accordo sulle candidature alle comunali nelle varie città, sulla nascita di una federazione dei tre partiti con Berlusconi come “padre nobile” e su una exit strategy per Bertolaso, che ieri sera ha incontrato ancora Berlusconi a Palazzo Grazioli: un posto da vicesindaco o da capolista, ad esempio. Sempre che l’ex capo della Protezione civile sia disposto ad accettarlo. E sempre che le acque dentro Forza Italia si calmino.
«Gli esiti dell’ufficio di presidenza sono incerti», frena un senatore romano. Rivelando quel che si agita dietro le quinte: un pezzo del partito, radicato al Nord (da Paolo Romani a Giovanni Toti), che insiste per la ricomposizione intorno a Meloni in nome del «realismo politico» e dei numeri; molti romani propensi a sostenere l’imprenditore Alfio Marchini, cui i sondaggi di Porta a porta danno ottime chance ; il “cerchio magico” dei fedelissimi del premier che non si rassegna a cedere a Lega e Fdi.
È vero dunque che al termine di una giornata vorticosa di incontri, riunioni e telefonate, Berlusconi è andato maturando il passo indietro su Bertolaso. Ma con moltissime riserve (per il Cavaliere l’ex sottosegretario resta l’uomo giusto per la Capitale), con la difficoltà di digerire l’affronto di «quei due ragazzotti che si sono rimangiati la parola data» e con la richiesta di paletti precisi. Non soltanto per garantire un’uscita «decorosa» a Bertolaso: in gioco c’è un’intesa per le politiche, un quadro che non la-
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