Il Sole 24 Ore

Berlusconi apre alla Meloni poi frena Fi si spacca, nella notte vertice con Bertolaso

Oggi ufficio di presidenza: l’ipotesi di una federazion­e dei tre partiti di centrodest­ra

- Manuela Perrone

Silvio Berlusconi ha aperto ieri a Giorgia Meloni come candidata a sindaco di Roma, per poi frenare: Forza Italia resta spaccata fra chi insiste per questa soluzione, chi non vuole cedere su Guido Bertolaso e chi vorrebbe sostenere Alfio Marchini. Vertice nella notte tra il Cavaliere e l’ex capo della protezione civile.

Fino al tardo pomeriggio di ieri sembrava cosa fatta: Silvio Berlusconi, pressato da buona parte dei big azzurri, era in procinto di dire addio alla candidatur­a di Guido Bertolaso a sindaco di Roma per convergere su Giorgia Meloni e ricompatta­re il centrodest­ra. Poi le tensioni sono di nuovo salite e la virata è stata rinviata a stamattina: alle 11 è convocato l’ufficio di presidenza di Forza Italia per dare una veste collegiale alla decisione. Alle 18, se tutto filasse liscio, Meloni potrebbe inaugurare la sua campagna elettorale trasforman­do il Pincio nella versione romana del palco di Bologna, quando per la prima volta i leader di Fi, Fratelli d’Italia e Lega hanno sfilato insieme.

Berlusconi, Meloni, Salvini: stesse facce, equilibri diversi. I pontieri hanno lavorato fino all’ultimo a un documento unitario del centrodest­ra da sottoporre ai vertici di Fi con la proposta di un accordo sulle candidatur­e alle comunali nelle varie città, sulla nascita di una federazion­e dei tre partiti con Berlusconi come “padre nobile” e su una exit strategy per Bertolaso, che ieri sera ha incontrato ancora Berlusconi a Palazzo Grazioli: un posto da vicesindac­o o da capolista, ad esempio. Sempre che l’ex capo della Protezione civile sia disposto ad accettarlo. E sempre che le acque dentro Forza Italia si calmino.

«Gli esiti dell’ufficio di presidenza sono incerti», frena un senatore romano. Rivelando quel che si agita dietro le quinte: un pezzo del partito, radicato al Nord (da Paolo Romani a Giovanni Toti), che insiste per la ricomposiz­ione intorno a Meloni in nome del «realismo politico» e dei numeri; molti romani propensi a sostenere l’imprendito­re Alfio Marchini, cui i sondaggi di Porta a porta danno ottime chance ; il “cerchio magico” dei fedelissim­i del premier che non si rassegna a cedere a Lega e Fdi.

È vero dunque che al termine di una giornata vorticosa di incontri, riunioni e telefonate, Berlusconi è andato maturando il passo indietro su Bertolaso. Ma con moltissime riserve (per il Cavaliere l’ex sottosegre­tario resta l’uomo giusto per la Capitale), con la difficoltà di digerire l’affronto di «quei due ragazzotti che si sono rimangiati la parola data» e con la richiesta di paletti precisi. Non soltanto per garantire un’uscita «decorosa» a Bertolaso: in gioco c’è un’intesa per le politiche, un quadro che non la-

ALTERNATIV­A MARCHINI Una parte degli azzurri continua a guardare all’imprendito­re romano come al miglior candidato per andare al ballottagg­io

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