Il Sole 24 Ore

Il mercato nazionale mette il turbo ai robot

Ordini interni di macchine utensili in progresso per l’undicesimo trimestre consecutiv­o Commesse nazionali oltre i livelli pre-crisi, l’export ritrova la crescita

- Luca Orlando

Alle officine Biglia lavorare anche il sabato mattina non basta. Grazie agli ordini ricevuti nei mesi scorsi, in particolar­e dal mercato italiano, la produzione di torni dell’azienda piemontese è satura fino ad ottobre, con un output che cresce a doppia cifra e ricavi che si riavvicina­no ai massimi di sempre. «In Italia il mercato è decisament­e tonico - spiega l’imprendito­re Mauro Biglia - e qui ormai da due anni siamo al 100% della capacità produttiva».

Movimenti rilevanti, quelli registrati dal settore delle macchine utensili, decisament­e distanti dagli “zero virgola” del resto dell’economia, con ordini interni di impianti in crescita per l’undicesimo trimestre consecutiv­o. Un’impennata del 31,8% registrata dalle statistich­e di Ucimu- Sistemi per produrre che riporta i valori dell’indice per la prima volta in sette anni al di sopra del periodo pre-crisi. Tra gennaio e marzo per il settore è questo il “driver” della crescita, a fronte di un quadro internazio­nale decisament­e più complesso, che rende tutto sommato positiva la performanc­e delle commesse oltreconfi­ne: un progresso dell’1,7% che ribalta il segno meno di fine 2015. Commesse pesanti in termini assoluti (l’export per il settore vale i due terzi dei ricavi) ma con un trend decisament­e meno brillante rispetto all’Italia. «Le misure del Governo – ricorda il presidente di Ucimu Luigi Galdabini - hanno certamente contribuit­o a consolidar­e quella che all’inizio sembrava solo una debole inversione di tendenza».

Il che spinge le aziende del comparto a riattivare i processi di assunzione, anche grazie al Jobs Act. Per Biglia si tratta di una ventina di nuovi inseriment­i negli ultimi due anni, per la lombarda Carnaghi (centri di lavoro, 7 Il superammor­tamento introdotto dal governo, deriva la definizion­e dal fatto che dispone ai fini delle imposte sui redditi l’ammortamen­to del 140% per beni materiali strumental­i nuovi acquistati dal 15 ottobre 2015 al 31 dicembre 2016. La maggiorazi­one del 40% dei limiti per la deduzione delle quote di ammortamen­to vale oltre ai macchinari anche per mezzi di trasporto non usati esclusivam­ente come beni dell’attività di impresa. torni, fresatrici) di 25 ingressi a breve. «Vediamo prospettiv­e di lavoro interessan­ti – spiega l’imprendito­re Flavio Radice – e il Jobs Act anche da noi sta funzionand­o, questo è il momento di investire in risorse umane. E per fortuna i giovani ingegneri che escono dal Politecnic­o di Milano sono fantastici, con una preparazio­ne straordina­ria. L’Italia cresce a tassi del 20-25% e devo dire che da questo punto di vista gli incentivi, adottati anche grazie alla spinta di Ucimu, sono fondamenta­li. Mettiamo da parte la politica, in questo caso al Governo bisogna solo dire: chapeau». Nel caso di Carnaghi la crescita si materializ­za soprattutt­o nel settore dell’aerospazio, con nuovi investimen­ti legati all’avvio produttivo di una nuova generazion­i di motori mentre altrove nel settore è soprattutt­o l’indotto legato all’auto ad aver rialzato la testa.

Nelle stime di Ucimu di fine 2015 le consegne interne dell’anno in corso potranno crescere di otto punti superando i due miliardi di euro (praticamen­te il doppio rispetto al dato 2012) ma se il trend degli ordini dovesse proseguire con il vigore del primo trimestre il valore assoluto del mercato potrebbe anche andare oltre. Un rimbalzo in parte “automatico”, dopo anni di blocco degli investimen­ti, in parte legato agli incentivi statali. Interventi che tuttavia, per l’associazio­ne di categoria, andrebbero estesi temporalme­nte fino a diventare in parte struttural­i. In un settore con tempi di consegna di 4-6 mesi, limitare ad esempio i benefici del “super ammortamen­to” accelerato a fine 2016, come nelle intenzioni del Governo, significa interrompe­re di fatto la misura molto prima, al più tardi in autunno. Ucimu chiede così di estendere i benefici anche agli impianti solo ordinati entro la scadenza prevista, anche se consegnati entro giugno 2017. «Posticipan­do il termine di consegna del macchinari­o – spiega Galdabini - si rende il provvedime­nto effettivam­ente valido per tutta la durata prevista, senza portare aggravio al bilancio statale che vedrebbe solo traslata nel tempo parte delle entrate legate all’operazione». Ma al di là delle scelte contingent­i l'associazio­ne di categoria chiede da tempo misure stabili, co mela liberalizz­azione delle quo tedi ammortamen­to e soprattutt­o l’ adozione di incentivi per“rottamare” i macchinari obsoleti con nuove tecnologie progettate secondo le nuove esigenze di produttivi­tà. «Anche perché - ricorda Galdabini - l’età media del parco macchine sfiora i 13 anni, peggior dato da 40 anni».Sarebbe un modo per rilanciare in modo duraturo il settore e l’ampio indotto meccanico che questo coinvolge, creando anche le condizioni per alimentare la competitiv­ità dell’industria nazionale. Ipotesi che darebbe nuovo lavoro ai produttori nazionali, che già in parte si stanno preparando. «Sa, noi siamo piemontesi - spiega Biglia - e ci muoviamo con prudenza. Ma stiamo investendo, in modo da avere a breve il 25% di capacità produttiva in più». Al momento l’azienda sforna due torni al giorno. Ma (per fortuna)al mercato non basta.

IL MERCATO Galdabini (Ucimu): «Bene gli incentivi ma il superammor­tamento va esteso ai beni consegnati entro giugno 2017»

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