Con il Consultellum governabilità a rischio
La paura spesso fa brutti scherzi. Dopo le recenti comunali si è diffusa la convinzione che il M5s possa vincere le prossime elezioni e che questo sia un disastro per l’Italia e per l’Europa. Per evitare questo evento c’è un solo rimedio sicuro: un sistema elettorale che non consenta a nessuno di vincere. Quindi nemmeno al M5s. Di questo sistema elettorale “ideale” si possono immaginare diverse varianti. Una è quella confezionata dalla Corte Costituzionale: un sistema proporzionale con soglie di sbarramento variabili. Nonostante le soglie, un sistema del genere “garantisce” che l’unica maggioranza possibile sia una coalizione tra Pd e pezzi del centro-destra. Facciamo due conti in seggi: Pd 32%, M5s 29%, Forza Italia 15%, Lega Nord 13%, Fratelli d’Italia 5%, Sinistra Italiana 4%, Ncd-Udc 4%. In questo caso la somma di Pd, Forza Italia e Ncd-Udc farebbe 51%.
Mettiamo da parte i dubbi sulla stabilità e efficacia di un governo del genere. Chiediamoci piuttosto cosa succederebbe se questi tre partiti non arrivassero a quella soglia. Rivotiamo fino a quando tornano i numeri? Quale altra coalizione sarebbe realisticamente possibile? Non è una questione di numeri o meglio non è solo una questione di numeri. Le percentuali contano certo. Il lettore può divertirsi a cambiarle come crede, ma vedrà che il risultato sarà sempre più o meno lo stesso. Perché il vero problema sono i vincoli politici. Il M5s non vuole fare alleanze con nessuno. C’è qualcuno pronto a credere che Salvini e la Meloni appoggerebbero un governo a guida Pd o che la Sinistra Italiana appoggi un governo Pd-Forza Italia-Ncd ? Chissà, forse c’è chi pensa che si possa fare un governo di “tutti contro il Pd”. Insomma, il sistema elettorale della Consulta raggiungerebbe lo scopo: nessun vincitore e nessuna maggioranza. Meglio che il Paese vada a rotoli che rischiare una vittoria del M5s.
Ma forse un modo c’è per evitare una vittoria del M5s e garantire una qualche maggioranza di governo. Il sistema elettorale della Consulta dovrebbe essere corretto con un piccolo premio di maggioranza. Non quello dell’Italicum che dà il 54% dei seggi a chi prende al primo turno il 40% dei voti e la stessa percentuale di seggi a chi vince il ballottaggio. Questo è un premio eccessivo, addirittura incostituzionale secondo alcuni. Basta un premietto, a cifra fissa magari, come in Grecia. Un premietto da dare a chi prende più voti o più seggi di tutti. Peccato che questo sistema abbia un piccolo difetto. Chi può garantire che il premietto non lo vinca il M5s? Se così fosse, e non si può escludere dando retta alle paure che circolano, il M5s potrebbe arrivare alla maggioranza assoluta dei seggi da solo (come potrebbe succedere con l’Italicum) oppure avere più seggi di tutti con il premietto, ma non poter fare il governo senza allearsi con qualcuno. Chi? Ammesso che lo voglia fare. Quale partito si presterebbe a far da cavalier servente ai Cinque Stelle?
In verità, questo non è l’unico difetto di questo consultellum corretto. Il secondo è che, invece del M5s, potrebbe comunque vincere qualcun altro, ma senza maggioranza. Ma questo difetto viene considerato un male minore. An- zi, per qualcuno è un pregio. E allora lasciamo perdere. Una maggioranza si troverà. L’importante - per gli uni - è che non vincano i Cinque Stelle. L’importante - per gli uni e per gli altri - che nessuno vinca con una maggioranza assoluta di seggi. Troppo pericoloso per la nostra fragile democrazia. Meglio coalizioni fragili che facciano da contrappeso al leader di turno. L’intendance suivra. Il resto verrà.
Fin qui abbiamo trattato di varianti proporzionalistiche all’Italicum. Ma c’è chi coltiva progetti più ambiziosi, cioè il ritorno al collegio uninominale maggioritario o nella versione Mattarella o nella versione doppio turno francese. La buona notizia per chi ha paura del M5s è che anche con sistemi del genere difficilmente riuscirebbe a ottenere la maggioranza assoluta dei seggi. Intendiamoci. Di questi tempi non si può escludere nulla ma francamente sarebbe un esito simile alla vittoria del Leicester nella premier inglese. Il che forse non tranquillizza del tutto i paurosi. Aggiungiamo una buona notizia anche per chi teme la deriva autoritaria. Con questi sistemi è molto probabile -anzi quasi certo - che nessuno, e non solo il M5s, arrivi alla maggioran-
POCHI RITOCCHI Cambiare ora le regole può trasformarsi in un boomerang. Meglio limitarsi a pochi ritocchi dell’Italicum
za assoluta. Con il Mattarellum centro-destra e centro-sinistra ci arrivavano, ma era il tempo del bipolarismo. Come abbiamo fatto vedere sul Sole 24 Ore del 1° luglio, in epoca tripolare questo esito è assai improbabile. Quindi, quale governo? Solita risposta: Pd e pezzi del centro-destra. Ammesso che i numeri siano sufficienti.
Da ultimo, non si può non citare l’arma letale per bloccare l’irresistibile ascesa del M5s: la bocciatura della riforma costituzionale. Senza riforma il Senato resta quello che è.
Una camera eletta dai 25enni con un sistema elettorale proporzionale e con gli stessi poteri di oggi. È vero che la Camera dei deputati verrebbe eletta con l’Italicum ma questo sistema non sopravviverà. Il proporzionale del Senato verrà importato alla Camera. Lo scenario dopo le elezioni sarà quello descritto sopra. Coalizioni fragili e un Senato che sarà un perfetto contrappeso. E saremo tutti contenti per aver scongiurato il doppio pericolo: la vittoria del M5s e il tiranno dietro la porta. II bello di tutto ciò è che i Cinque Stelle daranno una mano per raggiungere lo scopo. L’arma letale saranno loro a caricarla.
In conclusione, non esiste una ricetta miracolosa per garantire al paese la sconfitta del M5s e un governo capace di governare. Con l’Italicum Renzi rischia, e lo sa. Ma questa è la democrazia. Il M5s va sconfitto sul suo terreno. Cambiare ora le regole del gioco è un rischio. Potrebbe rivelarsi un boomerang. La paura fa fare brutti scherzi. Però, posto che si voglia correre questo rischio, si può ragionare su alcuni limitati ritocchi dell’Italicum. Lo faremo.