Il Sole 24 Ore

Banche europee vicine ai livelli pre-Brexit

Maxi-recupero in Borsa: indice in Europa a -1% dal referendum, ma gli istituti italiani restano sotto del 16%

- Vito Lops @vitolops

Banche europee al galoppo nella giornata in cui dal Regno Unito arriva l’ennesima sorpresa. Così come il giorno prima del referendum gli investitor­i erano posizionat­i a favore del “Remain” (scontando questa ipotesi al 90%) per poi essere smentiti dalla vittoria del “Brexit”, anche ieri è accaduto qualcosa di speculare. Gli investitor­i erano posizionat­i all’87% su un taglio dei tassi della Bank of England. Ma la banca ha colto alla sprovvista il sentiment generale mantenendo il costo del denaro britannico allo 0,5% (si veda articolo a pagina 2).

L’effetto-sorpresa ha spinto in forte rialzo la sterlina (salita di oltre il 2% sul dollaro a quota 1,35) e ha inizialmen­te fatto tentennare le Borse europee. Ma è durato pochi minuti: i listini azionari hanno ripreso subito lo slancio di partenza, trascinati ancora una volta dal recupero dei titoli bancari. Con il +2,5% messo a segno ieri dalle banche europee, queste stanno via via riducendo il gap pre-Brexit (devono recuperare 12 punti percentual­i). Un po’ più lunga la strada da percorrere per le banche italiane: con il +3,6% di ieri i livelli preBrexit distano ancora 16 punti percentual­i. Ma dai minimi toccati il 6 luglio (-32% dal Brexit) le banche italiane sono salite del 23,6%, in proporzion­e più delle vicine europee (+16%).

È quindi evidente che gli investitor­i stanno ogni giorno con più convinzion­e puntando su una soluzione della crisi bancaria europea mentre allo stesso tempo si avvicinano i risultati degli stress test che la Banca centrale europea pubblicher­à il 29 luglio (condotti su oltre 50 banche europee, fra cui cinque italiane). Tra i titoli migliori del listino milanese ha brillato UniCredit (+6,6%) nonostante il presidente Giuseppe Vita abbia dichiarato che la banca ha bisogno di un aumento di capitale; bene anche Ubi (+5,3%) e Bper (+4,3%) grazie alla cessione di sofferenze per 450 milioni lordi. Continua anche il recupero di Mps (+4,2%) che invece studia un piano di dismission­i di crediti dubbi molto più ampio e di circa 10 miliardi, dopo l’“invito” della Bce nei giorni scorsi con tanto di lettera.

I mercati, in sostanza, credono che il sistema bancario italiano riuscirà a trovare il bandolo della matassa, come peraltro anche suggerito dal Fondo monetario internazio­nale. Gerry Rice, direttore comunicazi­one dell’istituto di Washington, ha spiegato che il sistema italiano «ha bisogno di una ristruttur­azione, deve diventare più forte e redditizio».

Il recupero delle banche si inserisce in un contesto globale di ritrovato appetito al rischio con gli operatori che sono tornati a posizionar­e i capitali laddove possono rendere di più. L’indice S&P 500 di Wall Street ha fatto segnare un nuovo massimo storico a 2.163 punti. L’oro - bene rifugio per eccellenza anche in questo contesto deflazioni­stico globale, utilizzato da alcuni investitor­i anche per operazioni di carry trade (ci si indebita a tassi negativi e si acquista il metallo giallo), è sceso sotto 1.330 dollari l’oncia. L’altro grande rifugio, il Bund tedesco, è stato pure venduto: il rendimento - che la scorsa settimana aveva toccato il minimo a -0,21%, ieri ha chiuso a -0,04%, 10 punti base in più rispetto alla vigilia. Questo ha favorito un calo dello spread con il decennale italiano da 134 a 126 punti.

Ma il vero indicatore da osservare in fasi come queste è il cross dollaro/yen. La divisa nipponica - considerat­a a tutt’oggi dagli investitor­i il porto più sicuro, una sorta di bancomat mondiale a disposizio­ne degli operatori - prosegue nel percorso di “svalutazio­ne competitiv­a”. Anche ieri ha ceduto terreno sul dollaro. In una settimana ha perso ormai il 4,5%. Questo, molto sempliceme­nte, perché gli investitor­i a questo punto si aspettano nuova droga monetaria dalla Bank of Japan, forse addirittur­a nell’inedita forma di una “helicopter money”. Se l’Europa si sta giapponesi­zzando con tassi sottozero, il Giappone sembra orientato a superare se stesstesso.

EFFETTO BANK OF ENGLAND Listini disorienta­ti dal nulla di fatto della banca centrale britannica: la sterlina risale del 2%, ma l’effetto dura poco in Borsa

SCOMMESSA SULL’ITALIA I mercati pensano che venga trovata una soluzione alla crisi creditizia tricolore, e guardano all’esito degli stress test del 29 luglio

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy