«Accelerare sulla riforma del Demanio»
pUn diluvio di reazioni che – dopo la sentenza della Corte di giustizia Ue - invocano subito una riforma nazionale del demanio marittimo, e una voce fuori dal coro. È quella di Umberto Buratti, sindaco Pd di Forte dei Marmi, la spiaggia vip della Versilia, una vita passata nello stabilimento balneare di famiglia e a fare il sindacalista della categoria: «Calma e gesso - dice - non facciamoci prendere dal panico: i balneari ora pensino a gestire la propria attività, visto che siamo nel pieno della stagione e visto che le concessioni rilasciate fino al 2020 mantengono validità ed efficacia».
La fretta, insomma, potrebbe essere dannosa: «Noi Comuni costieri, che abbiamo le funzioni amministrative in materia di concessioni demaniali marittime, ora aspetteremo la riforma nazionale del demanio che, a questo punto, non è più rinviabile - aggiunge Buratti -. Ma sarebbe sbagliato se il Governo facesse una decretazione d'urgenza. Quel che serve è una riforma organica della materia, a partire da una rilettura totale del Codice della navigazione che è del 1942 e prevede l'uso eccezionale della costa a fini turistici».
Sui tempi d'intervento normativo, però, le posizioni sono variegate. Dalle (tante) associazioni balneari ai politici di ogni colore, arriva l'invito al Governo ad «accelerare» e a «fare in fretta» una normativa a difesa del settore. «Il Governo deve ottenere da Bruxelles una proroga di almeno 30 anni per le concessioni balneari esistenti, come ha fatto la Spagna », afferma Fabrizio Licordari, presidente di Asso balneariConfindustria .« L' Italia de vedo- tarsi di una seria legge di riforma del demanio, non ci sono più motivi per ritardare la normativa che va adottata al più presto col contributo delle organizzazioni di rappresentanza dei balneari», sostiene Giorgio Mussoni, presidente di Oasi-Confartigianato.
Sulla stessa linea Riccardo Borgo, presidente di Sib-Confcommercio e Vincenzo Lardinelli, presidente di Fiba-Confesercenti: «La sentenza contiene importanti aperture e anche per questo l'Italia deve dotarsi in tempi brevi di una seria legge di riforma». «Tocca al Governo trovare gli strumenti che consentano alle 30mila imprese bal- neari di proseguire l'attività garantendo gli investimenti realizzati, i livelli di occupazione e il lavoro di una vita», aggiunge il responsabile nazionale di Cna Balneatori, Cristiano Tomei. La palla passa dunque nelle mani del ministro per gli Affari regionali, Enrico Costa, che ieri si è limitato a dire: «Il Governo ha lavorato intensamente in questi mesi per predisporre le basi e i principi di riordino dell'intera materia, che troveranno attuazione in prossime misure normative: dovranno essere tutelati gli investimenti e valorizzate esperienza e professionalità dei balneari».
LE PROSSIME MOSSE Il ministro Costa: abbiamo lavorato in questi mesi per predisporre le basi e i principi di riordino dell'intera materia, che troveranno attuazione a breve