Offerta Enav già coperta, il prezzo sale a 3,1 euro
Buona domanda malgrado il contesto - Prenotazioni da fondi Uk e Usa di lungo per iodo
L’offerta pubblica vendita di Enav si incammina verso un esito più che soddisfacente, considerando il contesto in cui è stata lanciata.
Il lavoro delle banche del consorzio di collocamento (Barclays Capital, Credit Suisse e Mediobanca come global coordinator, Jp Morgan e Unicredit joint bookrunner, Rothschild advisor del Tesoro, Equita della società, Vitale e Co valutatore della società per il Mef) si è concentrato in questa settimana su due fronti: spingere le prenotazioni degli investitori verso il margine alto della forchetta di prezzo (tra 2,9 e 3,5 euro) e selezionare la qualità di questi ultimi, puntando su fondi che seguono logiche di lungo periodo.
Al termine della prima settimana di offerta il book risultava coperto per oltre una volta su un livello di prezzo attorno a 3,1 euro e con la presenza di investitori anglosassoni di lungo periodo, che già hanno fatto significative prenotazioni. Ancora mancano all’appello i grandi fondi infrastrutturali, statunitensi, canadesi e australiani che sono stati incontrati nelle scorse settimane e anche in questi primi giorni di offerta. Al termine della prima giornata dell’Ipo, lunedì scorso, il libro degli ordini risultava coperto una volta, ma lo era sul margine più basso della forchetta di prezzo, pari a 2,9 euro.
Gli ordini in quel giorno erano arrivati in prevalenza da hedge fund, per definizione fondi speculativi e dunque interessati a spingere il costo delle azioni verso il basso. Da lì in avanti, come accade di norma nelle Ipo, l’abilità delle banche e degli advisor sta proprio nel creare la domanda e il timore di non riuscire ad ottenere un’allocazione nel libro per portare gli investitori di lungo periodo a scendere in campo alzando il prezzo delle prenotazioni.
La macchina anche questa volta ha funzionato a dovere: il prezzo medio è già salito a 3,1 euro e si sono fatti avanti i primi fondo long term anglosassoni, fondi statunitensi e fondi pensione. L’obiettivo dei collocatori è affinare ancora il risultato nei 5 giorni che mancano alla chiusura dell’offerta, che per gli istituzionali terminerà il prossimo 21 luglio.
I margini ci sono: gli ordini più elevati da parte degli investitori di maggiore qualità (in termini di capacità di mantenere l’investimento nel lungo periodo) sono attesi a ridosso della chiusura dell’offerta. In particolare i fondi infrastrutturali Usa, australiani e canadesi che hanno manifestato un forte interesse nei giorni scorsi. Le probabili- tà che il prezzo finale dell’operazione si possa avvicinare a 3,2 o 3,3 euro, la fascia media del range, portando l’incasso a per il ministero dell’Economia attorno a 740-750 milioni di euro (a fronte della cessione del 42,5% capitale e dunque al netto della greenshoe) sono piuttosto elevate.
L’importante sarà riuscire a ottenere una forte domanda sulla quella fascia di prezzo, pari ad almeno due volte l’offerta. A oggi le prenotazioni su un livello di prezzo medio di 3,1 euro sono abbondantemente superiori a una volta l’offerta.
Anche le richieste da parte degli investitori retail sta procedendo bene, anche se a ieri l’offerta a loro destinata non era stata ancora del tutto coperta. È probabile, comunque, che alla fine la ripartizione 90% istituzionale e 10% retail resti invariata.