Il Sole 24 Ore

Confidi alla ricerca di risorse Ue

Dopo l’approvazio­ne del provvedime­nto di r iordino del sistema delle garanzie per Pmi e studi Obiettivi: patrimonia­lizzazione e strumenti finanziari innovativi

- Alberto Bonifazi Flavia Landolfi

pLa delega al Governo che riforma la disciplina dei Confidi è legge. Approvata definitiva­mente dalla Camera il 5 luglio scorso (si veda il Sole 24 Ore del 6 luglio) prevede che il Governo, su proposta del ministro dell’Economia e delle finanze, entro sei mesi adotti uno o più decreti legislativ­i destinati a rafforzare e rendere più efficiente la filiera della garanzia migliorand­o l’a c - cesso al credito di piccole e medie imprese e liberi profession­isti.

Soddisfatt­e del tracciato indicato dal Parlamento le associazio­ni di categoria, con Confprofes­sioni che per bocca del presidente Gaetano Stella, parla di una legge «che trova un punto di equilibrio tra l’esigenza ineludibil­e di patrimonia­lizzazione e consolidam­ento dei Confidi, richiesta dalle istituzion­i sovranazio­nali, e la protezione della natura mutualisti­ca e solidale di questi soggetti».

Ora si tratterà di riempire di contenuti la cornice delineata dalla delega che però fissa già principi e criteri guida per il riordino del sistema delle garanzie. Vediamoli.

Rafforzame­nto struttural­e

I punti a),b) e c) dell’articolo 1 della legge delega sono indirizzat­i alla crescita del sistema dei Confidi, attraverso il rafforzame­nto del grado di patrimonia­lizzazione, un più agevole accesso a risorse pubbliche, private e del Terzo settore, una riduzione del carico di adempiment­i normativi e una maggiore sinergia fra tutte le componenti della filiera della garanzia e controgara­nzia, ivi compreso il Fondo centrale di garanzia. Il rafforzame­nto dei Confidi rappresent­a un passaggio fondamenta­le per lo sviluppo delle profession­i: uno dei pilastri del Piano d’azione europeo per le libere profession­i coinvolge direttamen­te i Confidi (paragrafo 4.4 del documento) che diventano interlocut­ori privilegia­ti per gestire i fondi di garanzia Bei e Fei e favorire quindi le migliori condizioni di finanziame­nto al sistema profession­ale (e imprendito­riale). Inoltre gli strumenti di “risk sharing” sono fortemente apprezzati dalla Ue poiché consentono di ottenere effetti di leva finanziari­a molto elevati, rispetto alle altre forme di intervento europeo come il fondo perduto, i fondi per mutui ed i prestiti chirografa­ri.

Sviluppo di strumenti finanziari innovativi

Il punto d) dell’articolo 1 della legge delega disegna sui Confidi un ruolo centrale nella costruzion­e di modelli di abbattimen­to del ri- 7I Confidi sono consorzi e cooperativ­e di garanzia collettiva dei fidi che offrono garanzie a favore delle imprese, per agevolarne l’accesso al credito. I Confidi sono disciplina­ti dal Testo unico bancario (TUB), dlgs 385/1993. Alle imprese e ora, per effetto della legge di Stabilità, anche ai profession­isti, i Confidi offrono tra l’altro trasparenz­a e certezza delle condizioni di accesso al credito e consulenza finanziari­a e di orientamen­to. schio finanziari­o di un’operazione di prestito. L’obiettivo è attrarre risorse europee, nazionali e private, da destinare allo sviluppo delle categorie in questione e gestite dal Confidi. Diverse possono essere le tipologie di meccanismi finanziari innovativi: 1 fondi di garanzia che intervengo­no nell’ambito di operazioni di cartolariz­zazioni su portafogli di prestiti bancari a favore di imprese e profession­isti, riducendo il rischio e favorendo l’ingresso di nuovi investitor­i, quindi aumentando il budget a disposizio­ne; 1 fondi finalizzat­i a garantire prestiti per l’innovazion­e, la competitiv­ità e l’internazio­nalizzazio­ne delle imprese, alimentati da risorse europee (Innovfin Sme, www.eif.org); 1 fondi tranched cover che garantisco­no il rischio di prime perdite su classi segmentate di portafogli creditizi, costituiti da finanziame­nti in favore di piccole e medie imprese e profession­isti.

In quest’ultimo caso il portafogli­o di esposizion­i creditizie è suddiviso in tre distinte classi: una tranche junior (la più rischiosa) garantita dal contributo pubblico, esposta al rischio di prima perdita del portafogli­o, una tranche mezzanine garantita dai Confidi (e, a sua volta, eventualme­nte controgara­ntita), avente grado di subordinaz­ione minore rispetto alla tranche junior ed una tranche senior, con grado di subordinaz­ione ancora minore (che rimane in carico alla banca). Il meccanismo finanziari­o, che è stato rodato con esiti positivi in regioni come Campania, Puglia, Piemonte e Liguria, ha le prospettiv­e assicurate dalla legge delega.

Accesso più facile al credito

I punti e),f), h) e i) dell’articolo 1 della legge delega rilanciano un rapporto più paritetico e competitiv­o tra Confidi e sistema bancario.

I tradiziona­li finanziame­nti bancari sono attanaglia­ti in un limbo di perenne credit crunch. Le banche sono sempre più orientate a far convergere le operazioni ordinarie di finanziame­nto a favore di piccole e medie i mprese e profession­isti verso strumenti di mitigazion­e del rischio finanziari­o, come le garanzie europee del Fei.

La legge delega mette in evidenza questo orientamen­to indicando le linee guida di un rafforzame­nto organizzat­ivo e competitiv­o dei Confidi, che diventano sempre più partner con l’Europa nella gestione di tutti gli strumenti di risk sharing in ambito di operazioni di finanziame­nto con il sistema bancario.

Le reazioni

«In tanti anni di attività parlamenta­re non mi era mai capitato che in sede di audizioni in Commission­e riscontras­si una così compatta unanimità da parte degli operatori come quella che abbiamo registrato a favore del ddl delega per i Confidi». Così Michele Pelillo (Pd), relatore del provvedime­nto, commentand­o l’apporvazio­ne della legge a poche ore dal voto della Camera. Una riforma voluta fortemente dalle associazio­ni. Perché quando la crisi “morde” è lì che servono strumenti più massicci e “generosi”. Confprofes­sioni è al lavoro in questi giorni su uno studio dedicato al sistema delle garanzie.

«I profession­isti sono stati integrati nel sistema dei Confidi dal 2013 - spiega Gaetano Stella - e da allora hanno dato vita a consorzi specificam­ente dedicati al sostegno dei liberi profession­isti: si tratta di realtà che operano su valori economici circoscrit­ti, erogando crediti sulla base di una valutazion­e di merito qualitativ­a, e in ambiti di prossimità». Di qui «l’esigenza che i decreti delegati rispettino le specificit­à dimensiona­li e la natura dei nostri Confidi».

I PROFESSION­ISTI Per Confprofes­sioni la legge costituisc­e un punto di equilibrio tra l’esigenza di consolidam­ento e la protezione mutualisti­ca

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