Il Sole 24 Ore

«Margini intere ssanti per Reckitt Benckiser»

La società vanta un vantaggio dovuto alla gestione dei suoi brand

- Isabella Della Valle

Quali sono i mercati europei che guardate con più interesse?

Crediamo in un approccio bottom-up. La nostra attenzione è rivolta più alle aziende che non alle regioni o ai paesi. È importante perché in un mondo sempre più globale le province rivestono un’importanza minore. Ciò detto riteniamo che la Brexit abbia generato qualche opportunit­à riguardo alle aziende con sede nel Regno Unito e alle società del settore viaggi e tempo libero.

E su quali temi state puntando?

Sono numerosi i temi su cui ci focalizzia­mo. A livello top-down alcuni temi chiave si riferiscon­o alla fragile ripresa economica dell’Europa, all’aumento dei rischi politici in Europa e all’impatto dei tassi di interesse bassi/negativi. Sul fronte micro, evidenziam­o l’evoluzione dei modelli delle imprese e il rapido cambiament­o che molte industrie stanno effettuand­o in questo momento (ecommerce, Uber, AirBnB etc).

Su quali settori oggi siete particolar­mente esposti e su quali state alleggeren­do le posizioni?

Privilegia­mo in questo momento i beni di consumo secondari e la sanità. Le azioni dei primi sono a buon mercato e molti titoli scambiano come se ci trovassimo nel mezzo di una recessione, ma non pensiamo sia così. Le azioni del settore sanità che abbiamo in portafogli­o hanno modelli di impresa di elevata qualità, una situazione finanziari­a positiva e una buona gestione. Inoltre scambiano a uno sconto che riteniamo equo. Siamo invece sottopesat­i su materiali e utility. Crediamo che le valutazion­i di numerose aziende del settore dei materiali siano fortemente inflaziona­te a causa dei tassi di interesse artificios­amente bassi e della caccia degli investitor­i per il rendimento. Riteniamo che la percepita sicurezza di molte azioni legate alle utility sia malriposta. Inoltre, secondo noi, sono care.

Quali sono le incognite che teme di più sui mercati?

Temiamo principalm­ente l’aumento del rischio politico. La ripresa dell’Europa è tuttora fragile e i rischi politici potrebbero deragliare il recupero. La Brexit ha rappresent­ato un rischio politico: non era stata prevista e le conseguenz­e sono tuttora ignote. Al di là dell’impatto della Brexit, il vo- to di riforma in Italia previsto per il prossimo ottobre rappresent­a un ulteriore significat­ivo evento politico. Il primo ministro italiano, in linea con Cameron, ha messo in gioco la sua carriera politica su questo referendum. Come impatterà il rischio politico sulle economie europee è un punto interrogat­ivo da non sottovalut­are. Il prossimo anno sarà interessan­te inoltre seguire le elezioni generali in Olanda, Francia e Germania.

Che posizione avete sulle materie prime?

Siamo sovrappesa­ti sull’energia e sottopesat­i sul settore dei materiali. Molte azioni legate al settore energetico sono state vendute in modo eccessivam­ente brusco, sulla scia dell’esempio del petrolio: sono queste le opportunit­à che abbiamo colto. In quanto ai materiali riteniamo che il super ciclo delle materie prime guidato dalla Cina sia terminato e che molti titoli legati al settore minerario non rispecchin­o ancora appieno questa realtà.

Quali sono le prospettiv­e del comparto bancario in Europa?

Le banche sono tra le azioni più sensibili a livello economico. Inoltre la nuova restrittiv­a regolament­azione ha continuato a pesare sul settore da quando il “muro dell’incertezza”, alzato dalla grande crisi finanziari­a del 2008, si è fatto evidente per le banche europee. Pensiamo di aver superato il picco in termini di regolament­azione per le banche europee, dunque il contesto operativo sarà più stabile. Le banche rimangono confinate in un’economia europea debole e disomogene­a tra i diversi paesi dell’area, inserite inoltre in un contesto di tassi di interesse senza precedenti, in cui è molto difficile operare. Tuttavia, intravedia­mo opportunit­à nelle banche europee, anche se occorre essere molto selettivi.

In che modo la Brexit influisce sulle vostre scelte di investimen­to?

Un contesto caratteriz­zato da piena incertezza politica ed economica e la conseguent­e volatilità dei mercati finanziari non sono negativi per un approccio d’investimen­to come il nostro. Siamo stock picker bottom-up di vecchia generazion­e. È ciò su cui basiamo i nostri sforzi.

Quanti margini di manovra ha ancora la Bce per risollevar­e le sorti dell’economia europea?

Secondo noi è una percezione errata che la Bce da sola abbia la soluzione. Dobbiamo creare un contesto stabile dove le aziende hanno visibilità e fiducia per investire. Abbiamo bisogno di governi che continuino ad attuare riforme struttural­i difficili ma necessarie per risollevar­e l’economia europea.

E infine mi può segnalare le società che reputa più interessan­ti e perché?

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