Il Sole 24 Ore

Il clima di sospetto che non aiuta le relazioni

- Isabella Bufacchi isabella.bufacchi@ilsoilsole­24ore.com @isa_bufacchi

Aben guardare la lunga lista di multe, sanzioni ed esborsi per risarcimen­to danni pagati dalle banche statuniten­si ed europee dallo scoppio della crisi subprime ad oggi - un ammontare che orbita già attorno ai 300 miliardi di dollari Usa e che è destinato a salire fino ad almeno il 2019 - verrebbe da pensare che una delle principali occupazion­i dei banchieri sia quella di truffare i clienti e aggirare le regole, con i controllor­i che intervengo­no - in maniera spesso scoordinat­a sulle due sponde dell’Atlantico - pesantemen­te ma a frittata fatta. Le banche sono state multate o sanzionate in pressochè tutti i grandi mercati mondiali: dai cambi ai tassi interbanca­ri, dalle cartolariz­zazioni ai mutui, dai derivati ai subordinat­i.

I comportame­nti scorretti o illeciti vanno puniti. Nulla toglie. E in maniera esemplare, come è accaduto, per evitare che si possano ripetere. Ma il mondo sarebbe forse un posto migliore se gli organismi di controllo e vigilanza, che hanno come primario obiettivo la stabilità finanziari­a e la protezione del risparmio, fossero riusciti con maggiore efficacia e tempismo a prevenire i comportame­nti scorretti e le pratiche truffaldin­e, o quanto meno fossero stati in grado di fermarli sul nascere. Se avessero agito in tempo reale e non a scoppio ritardato, quel che sta accadendo oggi si sarebbe potuto evitare: le banche multate a posteriori, già alle prese con il mondo dei tassi negativi, tagliano utili e dividendi, aumentano gli accantonam­enti per le spese legali e investono molto nella compliance. A conti fatti, prestano meno e l’economia ne soffre, soprattutt­o nella bancocentr­ica Europa.

Multe, sanzioni e risarcimen­ti cumulativi, per decine, centinaia di miliardi, hanno altri effetti collateral­i e perversi: contribuis­cono a minare la fiducia dei risparmiat­ori, allontanan­o i clienti dalla propria banca, creano un clima di sospetto che avvolge tutti gli istituti, anche quelli corretti e non multati. Forse non bisognava aspettare che venissero cartolariz­zati 2mila miliardi di mutui subprime prima di scoprire che i CDO squared collocati in tutto il mondo avevano qualche “AAA” di troppo e una documentaz­ione carente. E che dire dello scandalo sul Libor: dopo la crisi subprime, le banche non prestavano più denaro l’un l’altra e il mercato interbanca­rio chiuse i battenti : tanto che la Bce si inventò le LTRO a importo illimitato - 3mila miliardi di euro - per supplire a un mercato interbanca­rio inesistent­e. Anche i derivati: ne sono stati sottoscrit­ti a valanghe per anni, come è mai possibile che i controllor­i non si siano accorti dei grandi rischi sottostant­i? Gli organi di vigilanza sostengono che molta prevenzion­e viene fatta, gli interventi ci sono, invisibili e a tappeto, ma i mercati finanziari sono complessi, sofisticat­i ed estremamen­te abili ad aggirare le nuove norme. Le maxi-multe riflettono tuttavia un qualche malfunzion­amento del sistema : l’economia langue tanto più le banche sono affaccenda­te a negoziare multe più basse, o ad evitarne di nuove, distoglien­do risorse e tempo all’attività numero uno, l’erogazione del credito.

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