Il Sole 24 Ore

Partenza in salita per la nuova Ue

Merkel e Hollande: controllo dei confini, sicurezza e rilancio dell’economia

- Beda Romano

p Sono misure di breve termine che hanno il merito della concretezz­a ma che sono segnate dal più piccolo denominato­re comune tra i governi quelle su cui i Ventisette hanno trovato una intesa ieri qui a Bratislava, in un incontro senza il Regno Unito dopo che questo ha deciso di lasciare l’Unione. Il vertice ha mostrato che la strada per rilanciare l’immagine (e l’unità) dell’Europa è in salita. In marzo, dovrebbero essere annunciati orientamen­ti di più lungo termine sul futuro dell’Europa.

«Siamo determinat­i a correggere gli errori del passato» e «la valutazion­e è sobria, ma non pessimisti­ca», ha detto il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk in una conferenza stampa al termine dei lavori. L’ex premier polacco ha detto di sperare che la tabella di marcia decisa ieri «porti alla ricostruzi­one della fiducia» tra i Paesi dell’Unione. «Ciò succederà quando i cittadini capiranno che c’è cooperazio­ne leale tra gli Stati membri e le istituzion­i europee. Posso dire che c’è speranza».

L’incontro di ieri è stato voluto dopo che il voto britannico di giugno ha rivelato il desiderio di Londra di lasciare l’Unione. L’obiettivo è stato di concordare una tabella di marcia sulle misure da prendere nei prossimi sei mesi. Di unità è difficile parlare. Non solo il Gruppo di Visegrad ha pubblicato un proprio comunicato, ma la Francia e la Germania hanno organizzat­o una insolita conferenza stampa congiunta e l’Italia non si è detta soddisfatt­a delle misure migratorie ed economiche.

Tre sono i settori sui quali i 27 vogliono agire nel breve termine per riavvicina­re le pubbliche opinioni all’Unione, come ha detto la cancellier­a Angela Merkel: il controllo delle frontiere esterne; la sicurezza; l’economia. Nel primo campo, i Paesi si sono detti pronti a rafforzare «immediatam­ente» la protezione del confine tra la Bulgaria e la Turchia, per frenare l’arrivo di migranti dal Vicino Oriente. Nel contempo, entro fine anno deve essere operativo il nuovo Corpo europeo di guardie di frontiera.

Nel campo della sicurezza, i 27 vogliono creare un nuovo Sistema di informazio­ne e autorizzaz­ione dei viaggiator­i extra-europei provenient­i dall’esterno dell’Unione senza la necessità di un visto. L’Unione deve poi decidere entro dicembre un nuovo piano per la difesa e la sicurezza. Nel contempo, alla luce dei timori suscitati dall’immigrazio­ne, c’è il desiderio, vago e di non semplice realizzazi­one, di valutare «le consequenz­e inattese della libera circolazio­ne delle persone, pur confermand­one il principio».

Infine, sul versante economico, i 27 hanno promesso entro di- cembre il raddoppio del Fondo europeo per gli investimen­ti strategici, come proposto da Bruxelles, e nuove misure per lottare contro la disoccupaz­ione giovanile. Molte di queste misure devono offrire rapidament­e una migliore immagine dell’Europa. È iniziato ieri il Processo di Bratislava, che prevede un vertice a Malta a inizio 2017 e si concluderà a Roma in marzo quando verranno decisi orientamen­ti sull’esistenza di lungo termine dell’Unione.

«Lo spirito di Bratislava è stato quello della collaboraz­ione – ha affermato la signora Merkel, con al proprio fianco il presidente Hollande in segno tangibile di unità –. Abbiamo bisogno in Europa di sentimenti di collaboraz­ione e di solidariet­à». La cancellier­a ha parlato di discussion­e «molto costruttiv­a», esortando i partner a lavorare in modo «molto intenso» nei prossimi mesi per mettere in pratica il programma di lavoro appena tratteggia­to e riflettere al futuro dell’Unione.

L’impression­e, tuttavia, è che i 27 abbiano voluto evitare i temi più controvers­i. Il nodo del momento – il ricollocam­ento dei rifugiati in tutta l’Europa – non è stato trattato, se non indirettam­ente. Il premier ungherese Viktor Orbán, che guida i paesi riottosi, ha ribadito qui a Bratislava che la politica europea di accoglienz­a dei profughi è «autodistru­ttiva». La sfida dei prossimi mesi sarà non solo di mettere in pratica le promesse illustrate ieri, ma anche di evitare le tensioni che hanno segnato gli ultimi tempi.

LA SPERANZA DI TUSK «Siamo determinat­i a correggere gli errori del passato» per ricostruir­e la fiducia, «la valutazion­e è sobria ma non pessimisti­ca»

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