Il governo studia la «Google-tax»
Decontribuzione, tra le opzioni proroga per Sud e giovani- Risorse alla detassazione produttività
Il cantiere della manovra entra nel vivo. Sul capitolo-lavoro il Governo sta valutando la possibilità di prorogare solo al Sud e per i giovani la decontribuzione per le nuove assunzioni stabili. Sul tavolo c’è anche l’ipotesi di una proroga della decontribuzione per tutti i neo-assunti nella misura del 40% o del 20% che però starebbe perdendo quota. E rimane anche il rischio che, se la coperta della manovra si rivelasse troppo corta, un intervento in questa direzione possa essere limitato allo sgravio per le “stabilizzazioni” di studenti dopo un primo step in azienda con l’alternanza o un tirocinio curricolare. Ormai certa, invece, appare la destinazione di risorse alla detassazione del salario di produttività in versione rafforzata. Intanto a Palazzo Chigi e a via XX Settembre prosegue l’opera di affinamento del menù di interventi da inserire (o scartare) per la manovra autunnale, che al momento viaggia tra i 23 e i 26 miliardi di euro (si veda Il Sole 24 Ore del 15 settembre). Tra le ultime ipotesi su cui è stata avviata una riflessione c’è quella di introdurre nel nostro ordinamento tributario un prelievo sulle tran- sazioni di beni e servizi, una “Google tax” made in Italy.
Dalle stabili organizzazioni all’introduzione di una ritenuta secca, le ipotesi in campo sono tutte allo studio. Un’idea ancora allo stato embrionale che non è scontato che riceva il via libera di Palazzo Chigi. Anche se lo scorso anno fu proprio il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, a fissare al 2017 l’orizzonte temporale per una eventuale in- troduzione della “digital tax”. Senza dimenticare poi il passaggio obbligato con la Commissione europea, pronta a presentare prima dell’inverno una sua proposta comunitaria per tassare i big del Web ed evitare soprattutto operazioni fiscalmente elusive.
Quanto alle altre misure, ieri il sottosegretario alla Presidenza, Tommaso Nannicini, si è soffermato sul nodo della proroga della decontribuzione per le nuove assunzioni stabili: «È ancora oggetto di discussione. Può darsi anche che sia venuto il momento di dire lasciamo finire questa misura che terminerà nel 2018 e poniamoci come obiettivo la riduzione del cuneo contributivo». Proprio dal 2018 l’esecutivo punta infatti a far scattare un taglio strutturale del cuneo. Per il 2017 allo stato attuale appare quasi certo il via libera alla detassazione del salario di produttività in versione rafforzata. Sul versante imprese Nannicini ha confermato che tra le misure allo studio del Governo c’è, oltre al taglio di 3 punti dell’Ires, l’Iri al 24% per i piccoli imprenditori. «C’è anche una discussione aperta - ha aggiunto il sottosegretario - se dare ancora un orizzonte temporale più lungo a misure congiunturali come il maxiammortamento al 140% che potrebbe essere rinnovato».
Nannicini è anche tornato su un altro tema caldo, quello delle pensioni, mostrandosi ottimista in vista del round con i leader sindacali fissato per il 21 settembre, ulteriore tappa di un «confronto molto positivo e basato sui contenuti». Sul bonus allo studio per le quattordicesime dei pensionati, con tanto di estensione della platea, Nannicini ha affermato che non si tratta di una misura contro la povertà bensì di «un sollievo per 3 milioni e trecentomila famiglie che se lo sono conquistato con i contributi».
Oggetto di un confronto tra Governo e sindacato è anche il rinnovo dei contratti del pubblico impiego. La prossima settimana ci sarà un nuovo incontro tra Aran e organizzazioni sindacali. Lo scoglio principale da superare resta quello delle risorse. Con la manovra il Governo sembra disposto a mettere sul piatto non più di altri 5-600 milioni in aggiunta ai 300 già stanziati.