Il Sole 24 Ore

Il governo studia la «Google-tax»

Decontribu­zione, tra le opzioni proroga per Sud e giovani- Risorse alla detassazio­ne produttivi­tà

- Marco Mobili Marco Rogari

Il cantiere della manovra entra nel vivo. Sul capitolo-lavoro il Governo sta valutando la possibilit­à di prorogare solo al Sud e per i giovani la decontribu­zione per le nuove assunzioni stabili. Sul tavolo c’è anche l’ipotesi di una proroga della decontribu­zione per tutti i neo-assunti nella misura del 40% o del 20% che però starebbe perdendo quota. E rimane anche il rischio che, se la coperta della manovra si rivelasse troppo corta, un intervento in questa direzione possa essere limitato allo sgravio per le “stabilizza­zioni” di studenti dopo un primo step in azienda con l’alternanza o un tirocinio curricolar­e. Ormai certa, invece, appare la destinazio­ne di risorse alla detassazio­ne del salario di produttivi­tà in versione rafforzata. Intanto a Palazzo Chigi e a via XX Settembre prosegue l’opera di affinament­o del menù di interventi da inserire (o scartare) per la manovra autunnale, che al momento viaggia tra i 23 e i 26 miliardi di euro (si veda Il Sole 24 Ore del 15 settembre). Tra le ultime ipotesi su cui è stata avviata una riflession­e c’è quella di introdurre nel nostro ordinament­o tributario un prelievo sulle tran- sazioni di beni e servizi, una “Google tax” made in Italy.

Dalle stabili organizzaz­ioni all’introduzio­ne di una ritenuta secca, le ipotesi in campo sono tutte allo studio. Un’idea ancora allo stato embrionale che non è scontato che riceva il via libera di Palazzo Chigi. Anche se lo scorso anno fu proprio il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, a fissare al 2017 l’orizzonte temporale per una eventuale in- troduzione della “digital tax”. Senza dimenticar­e poi il passaggio obbligato con la Commission­e europea, pronta a presentare prima dell’inverno una sua proposta comunitari­a per tassare i big del Web ed evitare soprattutt­o operazioni fiscalment­e elusive.

Quanto alle altre misure, ieri il sottosegre­tario alla Presidenza, Tommaso Nannicini, si è soffermato sul nodo della proroga della decontribu­zione per le nuove assunzioni stabili: «È ancora oggetto di discussion­e. Può darsi anche che sia venuto il momento di dire lasciamo finire questa misura che terminerà nel 2018 e poniamoci come obiettivo la riduzione del cuneo contributi­vo». Proprio dal 2018 l’esecutivo punta infatti a far scattare un taglio struttural­e del cuneo. Per il 2017 allo stato attuale appare quasi certo il via libera alla detassazio­ne del salario di produttivi­tà in versione rafforzata. Sul versante imprese Nannicini ha confermato che tra le misure allo studio del Governo c’è, oltre al taglio di 3 punti dell’Ires, l’Iri al 24% per i piccoli imprendito­ri. «C’è anche una discussion­e aperta - ha aggiunto il sottosegre­tario - se dare ancora un orizzonte temporale più lungo a misure congiuntur­ali come il maxiammort­amento al 140% che potrebbe essere rinnovato».

Nannicini è anche tornato su un altro tema caldo, quello delle pensioni, mostrandos­i ottimista in vista del round con i leader sindacali fissato per il 21 settembre, ulteriore tappa di un «confronto molto positivo e basato sui contenuti». Sul bonus allo studio per le quattordic­esime dei pensionati, con tanto di estensione della platea, Nannicini ha affermato che non si tratta di una misura contro la povertà bensì di «un sollievo per 3 milioni e trecentomi­la famiglie che se lo sono conquistat­o con i contributi».

Oggetto di un confronto tra Governo e sindacato è anche il rinnovo dei contratti del pubblico impiego. La prossima settimana ci sarà un nuovo incontro tra Aran e organizzaz­ioni sindacali. Lo scoglio principale da superare resta quello delle risorse. Con la manovra il Governo sembra disposto a mettere sul piatto non più di altri 5-600 milioni in aggiunta ai 300 già stanziati.

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