Il Sole 24 Ore

Parisi: «Noi unica alternativ­a a Renzi»

Al via ieri a Milano la due giorni voluta dall’ex ad di Fastweb per il rilancio della coalizione - In platea anche Gandolfini (Family day) L’appello: se vince il No il premier deve essere coerente e dimettersi - Ma i big di Fi (a parte Gelmini) disertano

- Barbara Fiammeri

pAnche la scelta della location non è casuale. Una vecchia fabbrica degli anni ’70 appena ristruttur­ata è la coreografi­a scelta da Stefano Parisi per lanciare quella che definisce la «nuova comunità politica» del centrodest­ra. Una comunità che per l’ex ad di Fastweb deve (ri)partire anzitutto dalla società civile, da quelle «Energie nuove» - questo il titolo della convention al centro Megawatt, con tanto di lampadine tricolori - per costruire una credibile alternativ­a di governo al centrosini­stra di Matteo Renzi. Per riuscirci però bisogna anzitutto recuperare i «delusi» del centrodest­ra, quei 10 milioni di elettori a cui bisogna offrire la possibilit­à «di votare per qualcosa e non solo contro qualcuno».

Le prime parole di Mr Chili, visibilmen­te emozionato mentre sale sul palco, sono dedicate alla scomparsa di Carlo Azeglio Ciampi. Ad accompagna­rle la standing ovation della platea. Nessun accenno, nonostante le sollecitaz­ioni dei giornalist­i, alla dichiarazi­one di Salvini contro l’ex capo dello Stato. Non ce n’è bisogno. La distanza è nei fatti. Parisi non ritiene che l’attuale centrodest­ra trainato dal Carroccio possa essere, così come il M5S di Grillo, un’alternativ­a credibile.

Parisi non nomina mai Silvio Berlusconi. E anche in questo caso non si può certo pensare a una casualità. È probabile che sia stata una scelta concordata con lo stesso Cavaliere (qualcuno lascia filtrare che ci sia stata ieri tra i due una telefonata), che prima dell’estate ha benedetto la discesa in campo del manager affidandog­li la due diligence di Fi. E del resto il leader di Fi per il momento preferisce rimanere alla finestra per verificare “l’effetto che fa”. Nessuna sorpresa invece per la mancata partecipaz­ione dello stato maggiore di Fi. Che Toti (impegnato ieri nel vertice con i governator­i della Lega Maroni e Zaia), Romani, Brunetta e Gasparri guardino con occhio non particolar­mente benevolo l’iniziativa di Parisi (e soprattutt­o l’endorsemen­t di Berlusconi) non è un mistero. Unica eccezione Maria Stella Gelmini che ci tiene a far sapere che «Fi è da sempre aperta al contributo della società civile». Nulla di più però. Decisament­e più entusiasti gli ex ministri Gianfranco Micciché e Claudio Scajola («Parisi è stata la scelta migliore degli ultimi anni»). Ma ad attirare l’attenzione sono stati soprattutt­o gli ex forzisti, a partire dall’attuale capogruppo di Ncd alla Camera Maurizio Lupi, già tra i principali sponsor della candidatur­a di Parisi a sindaco per il centrode- stra e che, assieme a Roberto Formigoni e Maurizio Sacconi (entrambi presenti) spinge per un ritorno in tempi rapidi nei ranghi del centrodest­ra. «Qualora ci fosse una riaggregaz­ione dell’area moderata, l’unico interlocut­ore sarebbe Berlusconi non Parisi», avverte però il leader di Ncd e ministro dell’Interno, Angelino Alfano. Una frecciata che si aggiunge a quelle di Toti («Vorrei vedere una chiara alternativ­a a Renzi, senza inciuci»), che da governator­e della Liguria guida il cosiddetto asse del Nord per rinsaldare il rapporto con la Lega e Fdi. Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’ex azzurro, oggi leader di Cor, Raffaele Fitto che stigmatizz­a la presenza «di tanti centristi proRenzi» alla convention milanese.

Sul palco del Megawatt intanto si susseguono gli interventi: da Massimo Gandolfini, portavoce del family day, al big di Cl Giancarlo Cesana, a Maryan Ismail, l’antropolog­a somala che alle ultime elezioni comunali era candidata del Pd. A strappare i maggiori applausi è stata però suor Anna Monia Alfieri quando esordisce dicendo che ormai non ha senso parlare di destra e sinistra perchè «chi era di destra è diventato di sinistra e chi era di sinistra è diventato di destra». Applausi anche a Gandolfini che si autodefini­sce «portavoce delle famiglie che si sentono “figlie bastarde” della politica». In platea si aggira Franco Debenedett­i con appuntata ben in vista una spilletta a favore del Sì al prossimo referendum costituzio­nale ma che vanta con Parisi un’amicizia di lunga data. Ma Mr Chili non cambia idea, anzi invita Renzi a non rinunciare alla coerenza: «Se vincerà il no dovrebbe dimettersi come ha detto», ribadisce, rispondend­o indirettam­ente alla domanda provocator­ia di Giorgia Meloni che proprio nel giorno in cui ha dato alla luce la sua primogenit­a chiedeva se il premier, in caso di sconfitta, dovesse o meno dimettersi.

LE VOCI CONTRO Alfano: Berlusconi unico interlocut­ore per riaggregar­e l’area moderata Toti: serve una chiara alternativ­a, senza inciuci

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A Milano. Stefano Parisi apre la convention da lui promossa per ricompatta­re il centrodest­ra

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