I laser giramondo vanno al raddoppio
p «Il magazzino? In realtà quasi non serve, non facciamo in tempo a produrre che già dobbiamo consegnare». Problemi che vorrebbero avere in tanti, quelli di Paolo Salvadeo, numero uno di Quanta System. Produttore di laser “costretto” a espandersi cambiando sede (da Solbiate Olona a Samarate), aumentando gli spazi per tenere il passo degli ordini. L’investimento nel nuovo sito, sette milioni di euro, consente un ampliamento radicale degli spazi produttivi e dei laboratori, “polmoni” necessari per assecondare il mercato. «In effetti prima “scoppiavamo” – spiega l’ad – mentre qui abbiamo la possibilità di produrre già subito il 30% di volumi aggiuntivi, passando da 2.200 a 3mila laser all’anno. Che a regime, però, pensiamo saranno 8mila».
Cifre non buttate lì a caso ma che in effetti proiettano trend già sperimentati dall’azienda, in crescita esponenziale da anni. La stima per l’anno in corso dell’azienda, che conta 120 addetti, prevede una crescita dei ricavi superiore al 20%, nell’ordine dei 43-45 milioni di euro. Sviluppi trainati dall’export, che assorbe quasi interamente l’intero giro d’affari, con gli Stati Uniti a rappresentare il primo mercato di sbocco. «Abbiamo moltissimi ordini – spiega Salvadeo – e una produzione saturata già per molti mesi. Ora proseguiremo con le assunzioni, entro il prossimo anno contiamo di avere altri 15 ingressi, che si aggiungono ai 20 già realizzati nel 2016».
Soprattutto ingegneri, che andranno a irrobustire in particolare l’area di ricerca e sviluppo che assorbe il 10% dei ricavi annui e in cui operano 50 persone. Quanta System, che festeggia il proprio trentesimo anniversario, controllata dalla multinazionale toscana El.en, ha scelto di concentrarsi nella nicchia produttiva dei laser per applicazioni medicali, in particolare per medicina estetica e chirurgia, ampliando però il raggio d’azione anche ad altri comparti, come la conservazione dei beni artistici e l’aerospazio. Tra i clienti figurano così non solo ospedali e cliniche ma anche il Cern e persino il Vaticano.
I bombardamenti di fotoni iperconcentrati su cui lavora l’azienda consentono dunque applicazioni ad ampio spettro, dai trattamenti chirurgici mini-invasivi alla pulizia di un sarcofago egizio oppure di un quadro; dalla rimozione di un tatuaggio alla marcatura di prodotti industriali. «L’attività di ricerca – aggiunge il ceo – è per noi cruciale ed è l’elemento chiave che ci consente di differenziarci sul mercato, proponendo soluzioni diverse rispetto alla concorrenza. Il nuovo investimento serve anche a questo scopo, ampliando gli spazi sia per le camere bianche che per i laboratori laser».
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milioni Ricavi in corsa L’azienda stima per il 2016 una crescita superiore al 20%