Il Sole 24 Ore

Pac, allo studio la semplifica­zione

Le proposte della Commission­e

- Alessio Romeo

pMaggiore discrezion­alità per gli Stati membri nella definizion­e delle figure profession­ali alle quali riservare gli aiuti Ue, accesso più semplice ai prestiti e ad altri strumenti finanziari per gli agricoltor­i e nuovi strumenti di stabilizza­zione dei redditi in caso di crisi di mercato. Sono queste le principali novità per l’agricoltur­a del cosiddetto regolament­o omnibus sulla revisione del quadro finanziari­o pluriennal­e della Ue 2014-2020.

La proposta approvata dal collegio dei commissari nell’ambito della prevista riforma di medio termine del bilancio europeo, prevede anche una serie di misure tecniche che modificano i quattro regolament­i di base della Politica agricola comune. La più importante resta la facoltà, a partire dal 2018, di modificare i parametri per la definizion­e di «agricoltor­e attivo» e restringer­e così sostanzial­mente la platea dei beneficiar­i dei pagamenti diretti della Pac. Un aspetto chiave della riforma del 2013 che avrebbe dovuto orientare maggiormen­te i sussidi europei verso i «veri» agricoltor­i dopo gli scandali denunciati dalla Corte Ue dei finanziame­nti finiti a società non agricole.

Flessibili­tà e semplifica­zione restano le parole d’ordine di una politica delegata progressiv­amente ai singoli partner. Ognuno per la sua strada, con scelte anche diametralm­ente opposte di fronte a uno scenario di crisi dei principali mercati che ha spinto molti partner a intervenir­e anche al di fuori delle regole Ue. Per questo nelle proposte della Commission­e c’è anche l’autorizzaz­ione agli Stati membri di slegare dalla produzione i contributi volontari a sostegno di alcuni settori in caso di gravi crisi di mercato, come già deciso per il 2017 per il settore lattiero-caseario. Dall’altro lato l’esecutivo Ue semplifica l’attuale procedura della cosiddetta disciplina finanziari­a (i tagli lineari per rispettare i massimali di bilancio , ormai struttural­i visto lo scarso margine tra impegni e pagamenti), che sarà gestita dalla sola Commission­e.

Intanto ieri Agrinsieme ha rilanciato l’appello per trovare una posizione condivisa per

L’INIZIATIVA Agrinsieme rilancia il «fronte comune» con i paesi del Sud Europa per superare con la riforma gli attuali squilibri

orientare le scelte di Bruxelles, che storicamen­te hanno privilegia­to l’agricoltur­a del Nord Europa. Un «fronte comune» del Sud Europa per una revisione della Pac e una politica commercial­e più attenta al settore. «L’agricoltur­a, e in particolar­e i produttori del Sud Europa, hanno bisogno di fare un passo avanti nell’agenda economica dell’Ue, per produrre di più in modo più sostenibil­e, e per aumentare la competitiv­ità dei nostri agricoltor­i e cooperativ­e. La Pac attuale - sottolinea Agrinsieme in una nota - denota tutti i suoi limiti, e questi si manifestan­o più gravemente quando si tratta dei sistemi produttivi dell’agricoltur­a del Sud Europa».

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