Pac, allo studio la semplificazione
Le proposte della Commissione
pMaggiore discrezionalità per gli Stati membri nella definizione delle figure professionali alle quali riservare gli aiuti Ue, accesso più semplice ai prestiti e ad altri strumenti finanziari per gli agricoltori e nuovi strumenti di stabilizzazione dei redditi in caso di crisi di mercato. Sono queste le principali novità per l’agricoltura del cosiddetto regolamento omnibus sulla revisione del quadro finanziario pluriennale della Ue 2014-2020.
La proposta approvata dal collegio dei commissari nell’ambito della prevista riforma di medio termine del bilancio europeo, prevede anche una serie di misure tecniche che modificano i quattro regolamenti di base della Politica agricola comune. La più importante resta la facoltà, a partire dal 2018, di modificare i parametri per la definizione di «agricoltore attivo» e restringere così sostanzialmente la platea dei beneficiari dei pagamenti diretti della Pac. Un aspetto chiave della riforma del 2013 che avrebbe dovuto orientare maggiormente i sussidi europei verso i «veri» agricoltori dopo gli scandali denunciati dalla Corte Ue dei finanziamenti finiti a società non agricole.
Flessibilità e semplificazione restano le parole d’ordine di una politica delegata progressivamente ai singoli partner. Ognuno per la sua strada, con scelte anche diametralmente opposte di fronte a uno scenario di crisi dei principali mercati che ha spinto molti partner a intervenire anche al di fuori delle regole Ue. Per questo nelle proposte della Commissione c’è anche l’autorizzazione agli Stati membri di slegare dalla produzione i contributi volontari a sostegno di alcuni settori in caso di gravi crisi di mercato, come già deciso per il 2017 per il settore lattiero-caseario. Dall’altro lato l’esecutivo Ue semplifica l’attuale procedura della cosiddetta disciplina finanziaria (i tagli lineari per rispettare i massimali di bilancio , ormai strutturali visto lo scarso margine tra impegni e pagamenti), che sarà gestita dalla sola Commissione.
Intanto ieri Agrinsieme ha rilanciato l’appello per trovare una posizione condivisa per
L’INIZIATIVA Agrinsieme rilancia il «fronte comune» con i paesi del Sud Europa per superare con la riforma gli attuali squilibri
orientare le scelte di Bruxelles, che storicamente hanno privilegiato l’agricoltura del Nord Europa. Un «fronte comune» del Sud Europa per una revisione della Pac e una politica commerciale più attenta al settore. «L’agricoltura, e in particolare i produttori del Sud Europa, hanno bisogno di fare un passo avanti nell’agenda economica dell’Ue, per produrre di più in modo più sostenibile, e per aumentare la competitività dei nostri agricoltori e cooperative. La Pac attuale - sottolinea Agrinsieme in una nota - denota tutti i suoi limiti, e questi si manifestano più gravemente quando si tratta dei sistemi produttivi dell’agricoltura del Sud Europa».