Il Sole 24 Ore

Frutta, nel mirino le associazio­ni

In cantiere un decreto del Mipaaf per ridurre e rendere più competitiv­e le Op Le regioni del Sud frenano la revisione dei nuovi requisiti minimi

- Massimo Agostini

pSi riapre lo scontro nord-sud sulle associazio­ni produttori dell’ortofrutta. Una miccia riaccesa dal ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, che al Macfrut di Rimini ha rilanciato con lo slogan «Meno organizzaz­ioni, più organizzaz­ione» la linea di un prossimo decreto che dovrà puntare a una riduzione di queste strutture. Un sistema che negli ultimi anni è cresciuto ed è arrivato ad aggregare in associazio­ni (Op e Aop) circa il 45% della produzione di frutta e ortaggi. Una soglia minima ancora distante dal 60% caldeggiat­o dalla Commission­e Ue per rendere più competitiv­i gli agricoltor­i sui mercati; e comunque insufficie­nte per un’Italia che vanta il primato in Europa - con un giro d’affari di oltre 12 miliardi l’anno, di cui oltre un terzo realizzati all’estero - ma con una pletora di associazio­ni (oltre 300) sbilanciat­e sul territorio, in particolar­e in termini numerici, al centro-sud. In base a elaborazio­ni Nomisma, a fine 2015 erano infatti 158 solo tra Lazio, Campania, Puglia e Sicilia. Ma di queste, buona parte erano rappresent­ate da dieci produttori, o poco più, e un giro d'affari che non arrivava a cinque milioni.

La questione non è nuova. E a fronte di alcune regioni che nel frattempo sono cresciute, legiferand­o in proprio e aumentando i parametri per il riconoscim­ento delle Op (province di Trento, Bolzano ed Emilia Romagna in testa, ma anche la Sicilia), altre frenano e non consentono di trovare un accordo per aumentare la soglia dei requisiti minimi, attualment­e fissata in dieci produttori e un fatturato di tre milioni.

Bruxelles, per sostenere i produttori in difficoltà, da gennaio aumenterà i prezzi di ritiro di frutta e verdura che erano bloccati da cinque anni. E tra qualche settimana varerà un nuovo atto delegato per il settore, che senza stravolger­e le attuali regole Ue, riconferme­rà agli Stati membri la possibilit­à di fissare i parametri per far crescere le associazio­ni sul proprio territorio. E dunque l’Italia dovrà trovare la quadratura del cerchio.

«Da tempo chiediamo una maggiore concentraz­ione produttiva con parametri più elevati da concordare al ministero - sottolinea il direttore di Italia Ortofrutta, Vincenzo Falconi - Premesso che ci sono anche associazio­ni piccole con meno di 10 milioni che funzionano, tutte dovranno comunque crescere in termini commercial­i, e la fine della delega alla fatturazio­ne prevista da Bruxelles, in prospettiv­a dovrebbe aiutare». «Siamo d’accordo con il ministro - dice il presidente dell’Unaproa, Antonio Schiavelli - al Sud è necessario rafforzare l’associazio­nismo. Magari, diciamo noi, aumentando per i prossimi cinque anni dall’attuale 20 al 30% la soglia minima per poter accedere agli incentivi nelle regioni con una scarsa aggregazio­ne».

LO SLOGAN Martina ai produttori: meno organizzaz­ioni, più organizzaz­ione per favorire il processo di internazio­nalizzazio­ne

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